CRONACAPRIMO PIANO

Frana e smaltimento, c’è la denuncia alla Procura

Presentato un esposto dal legale rappresentante di una società: nel mirino le modalità di rimozione di una serie di detriti, ma anche i mezzi di trasporto (via terra e mare) utilizzati per il trasporto degli stessi. E, per finire, le richieste ignorate di ditte in possesso dei requisiti tecnici

Nella notte tra venerdì 25 e l’alba di sabato 26 novembre il maltempo si è abbattuto sulla nostra isola, l’alluvione ha provocato frane e allagamenti, 12 vittime, l’evacuazione di quasi 300 persone ed è stato sisposto lo Stato di emergenza dal Cdm e stanziati i primi aiuti economici. Dal monte Epomeo il terreno di origine vulcanica ha ceduto dopo le intense piogge e una valanga di fango è venuta giù sradicando gran parte della vegetazione e lasciando nudo il fianco del rilievo. La colata ha percorso parte dell’isola portando con sé alberi, macchine e diversi detriti. Ed è proprio sui detriti che come ogni tragedia che si rispetti, si sta giocando da mesi, la partita più grande. Fanghi e detriti alluvionali difficili da smaltire, siti di stoccaggio introvabili sul perimetro limitato di Ischia, con un’emergenza area di deposito che permane, rallentando le operazioni di messa in sicurezza, del territorio e, dunque, il rientro a casa degli sfollati. Proprio sull’emergenza rifiuti si combatte una guerra sotterranea tra enti, ma anche tra operatori economici privati che sul rifiuto hanno scritto la fortuna delle proprie aziende.

L’ultimo colpo, si svela con la denuncia al procuratore della repubblica presso il tribunale di Napoli della “British Shipways by Canitieri di Baia S.r.l., in persona del legale rappresentante Pasquale Capuano. Un esposto nel merito del quale, secondo quanto ci è dato apprendere, sarebbe stata avanzata dal Pubblico Ministero formale richiesta di proroga delle indagini preliminari. La denuncia, spiega Capuano, ha la finalità di porre all’attenzione della Procura della Repubblica “accadimenti inerenti una vicenda ancora in corso, legata all’intervento pubblico di ripristino luoghi e messa in sicurezza della zona di Ischia colpita dalla recente frana ed alluvione provocata dagli eventi atmosferici del 25/26 novembre, investendo decine di abitazioni in Casamicciola, affinché gli organi competenti possano eseguire gli opportuni accertamenti e valutare la sussistenza di eventuali profili penalmente rilevanti in relazione ai fatti dedotti.”

Secondo il vertice della Srl flegrea c’è la necessità di un intervento della procura. Capuano infatti spiega: “Segnalo la necessità dell’intervento della Pubblica Autorità per la pronta risoluzione della vicenda per la presenza di condotte che ritengo contrarie alla legge. E’ stato constatato dal sottoscritto– indugia nel dettaglio l’imprenditore socio ed amministratore dell’impresa British che, tra l’altro, si occupa di trasporto e recupero di materiali ferrosi e non, destinato allo smaltimento (non anche dello smaltimento)- che il recupero dei residui dell’alluvione, detriti di vario genere e veicoli distrutti o comunque messi fuori uso dall’alluvione, risultano accumulati lungo la riva nel Comune di Casamicciola, nei pressi della spiaggia, dando così luogo ad una sorta di discarica si abusiva temporanea, presumibilmente pericolosa per l’ambiente circostante e per le finitime acque”.

Infine l’attacco al traghettaggio sulle vie del mare dei detriti. La partita più grossa. “Una notevole quantità di detriti viene trasportata con navi traghetto presumibilmente non predisposte e comunque non abilitate al trasporto di rifiuti, bensì di persone e merci, si ignora se il trasporto sia effettuato con indicazione corretta del codice rifiuto che abiliterebbe la/le ditte incaricate, che se ne stanno occupando. I veicoli impegnati nella raccolta, trasporto e stoccaggio dei rifiuti stanno in movimento per un numero di ore evidentemente superiore al consentito ed il personale impiegato sembra piuttosto di sorta e non selezionato e regolarmente assunto per il lavoro che li si sta svolgendo”.

Pasquale Capuano fa specifiche accuse indicando, ancora il nome, il cognome e persino l’utenza telefonica di un presunto dirigente che secondo l’imprenditore “farebbe capo, almeno sotto il profilo operativo” all’intervento di trasporto in discarica del rifiuto. Particolari che omettiamo per motivi che il lettore ben comprenderà. Il referente, evidenzia Capuano mettendo in luce la possibile ipotesi di una estromissione della sua azienda dall’affare fanghi di Ischia. E’ tutta li la questione, l’affare e chi se lo assicura: “pare avere blindato l’azione in corso ignorando qualsiasi proposta di collaborazione di ditte che presentano un’offerta indicando requisiti tecnici, capacità operativa ed amministrativa, come quella proposta dalla scrivente in associazione temporanea con la D&D Multiutility di San Felice a Cancello (Ce), munita di tutte le autorizzazioni necessarie per il recupero e lo smaltimento dei rifiuti. Sono in essere varie condotte riconducibili agli art.452/bis c.p. ed alle diverse ipotesi La ; sanzionate dal D.Lgs.I 156/06 (art. 252 e ss.) – XE Per tutto quanto sovra esposto e motivato il sottoscritto, così come identificato, Pasquale Capuano chiede alla Procura della Repubblica di disporre gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti denunciati, valutando gli eventuali profili d’illiceità penale degli stessi e, nel caso, individuare i possibili soggetti responsabili al fine di procedere nei loro confronti e formula denuncia-querela, sempre in relazione ai fatti sovra descritti, nell’ipotesi in cui dagli accertamenti svolti dalle Autorità competenti dovessero emergere fattispecie di reato per i quali la legge richiede la procedibilità a querela di parte.

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