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Numeri e fatturato, l’isola tra luci e ombre

di Francesco Ferrandino

ISCHIA. Durante il recente convegno sul turismo organizzato dall’Udc al Parco del Castiglione, non è passato inosservato un dato citato nella relazione del dott. Elio Pariota, direttore generale dell’Università Pegaso. Pur essendo una realtà turistica che fattura numeri importanti, negli ultimi anni l’isola d’Ischia ha mostrato alcuni segni che in prospettiva potrebbero essere preoccupanti. I dati citati da Pariota, riferiti al 2014, dicono che l’economia isolana nel suo complesso ha chiuso quella stagione con un fatturato totale di circa 420 milioni di euro: una cifra certamente tutt’altro che trascurabile, anzi sicuramente imponente per una realtà circoscritta come Ischia. Tuttavia, a fronte di questa ragguardevole quantità di fatturato, quell’anno il sistema-Ischia aveva anche accusato un indebitamento lordo pari a ben 700 milioni di euro. Un’esposizione enorme: ci si chiede allora se essa possa essere l’indice rivelatore di “crepe” strutturali e l’anticamera di conseguenze molto pesanti, per l’industria del turismo isolano e quindi per l’intera popolazione che in grandissima parte vive dell’economia turistica, oppure rappresentare soltanto un dato contingente,  agevolmente “sopportabile” dal sistema. In fondo, da due anni a questa parte ne è passata di acqua sotto ai ponti, e il dato potrebbe spiegarsi anche con la contrazione delle presenze turistiche provenienti dall’est e dal nord dell’Europa, o col il tasso di cambio sfavorevole in quel periodo. Uno “sbilancio” sul quale  gli operatori turistici hanno pagato oneri finanziari più alti rispetto ad altre  parti d’Italia, ma è inutile nascondere che la via dell’indebitamento rischia tuttora di stritolare un gran numero di strutture alberghiere, complice anche l’abbassamento dei prezzi, che negli ultimi dieci anni è arrivato anche a dimezzare i fatturati complessivi di alcuni esercizi, nonostante il tutto esaurito: un serpente che si morde la coda, una spirale che probabilmente  potrà essere spezzata dall’indubbia ripresa del turismo isolano negli ultimi due anni, favorita anche dall’esplosiva situazione internazionale, ma che in ogni caso merita qualche ulteriore riflessione da parte degli addetti ai lavori.

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