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Ischia paese per vecchi, la teoria di Basentini

Si direbbe dello stesso avviso, soprattutto quando si parla di una maggiore manutenzione del territorio, Bruno Basentini, il quale però ha un’interessante punto di vista su quello che è stato definito il “turismo anziano”, che viene visto come un’opportunità su cui continuare lavorare.

Cosa pensa del “turismo anziano” che pare aver quasi soppiantato le altre tipologie di turismo? Franco Di Costanzo ha sottolineato che questa tipologia di turisti sta aumentando anche nel periodo estivo.
«La terza età viene considerata la nuova gioventù: ha più tempo ed ha la disponibilità economica di fare le vacanze sia d’inverno che d’estate. Non è sicuramente un fattore negativo. Dipende dall’azienda come si pone, cosa offre».

Secondo lei Ischia non dovrebbe attrarre anche un altro tipo di turismo oltre a quello della terza età?
«Ma ormai lo abbiamo perduto. E poi non è una questione di terza età, il fatto è che c’è un turismo legato alle cure termali che ormai costituisce il 60% della clientela. Se perdessimo le cure termali perderemmo anche questa fascia. Poi dipende dal territorio. Se il territorio è tenuto così come lo tengono i vari comuni  dell’isola d’Ischia, il fatto che arrivi ancora questo tipo di turismo è un miracolo. Abbiamo perduto attrattiva per la cattiva gestione del territorio, non è che il turismo di terza età ci faccia perdere punti. Anzi, senza questo tipo di turismo dovremmo chiudere. E comunque è una gioia vedere una persona che torna a casa dalla terme come nuova. In ogni caso il problema è che il territorio è abbandonato, alla politica non interessa prendersi cura del territorio; basta vedere le strade abbandonate, ad esempio a Castiglione addirittura non sono state terminate le strisce pedonali, o i mezzi di trasporto, i traghetti sono impraticabili. E’ l’abbandono totale. Dobbiamo far si che il nostro territorio diventi più accogliente. Per questo abbiamo perso il turismo tedesco, noi avevamo un milione di presenze, oggi se ne facciamo 300mila è un miracolo, abbiamo perso il 70%. E’ tutta una questione di politica: c’è troppa incompetenza. La politica non ci interroga, non ci chiama, noi albergatori non contiamo niente. Ma in realtà noi siamo la banca di Ischia, senza di noi i vari bar e ristoranti non farebbero nulla, ma questo non lo facciamo valere ed è gravissimo. La politica non ci interpella perché siamo divisi».

Cosa ci può dire della lotta al low cost? Come mai non ha dato i frutti sperati?
«Se un albergatore di Ischia non ha clienti ed arriva un’agenzia di viaggi appena nata, che propone una stanza a 18 euro che fa rifiuta? Il problema è che l’albergo senza quella tariffa dovrebbe solo chiudere quindi: dipendenti e collaboratori in mezzo a una strada. Bisogna stilare un protocollo d’intesa serio, tutti insieme, per capire se l’andamento deve essere lento, medio o alto. Noi dovremmo optare per un medio, per superare la crisi. Basterebbe che il sindaco facesse il sindaco, che si facesse mandare le tariffe e facesse un controllo sul rispetto di ultime».

E per quanto riguarda la destagionalizzazione, invece? Quali sono secondo lei le maggiori cause di questo fenomeno?
«Qui da novembre a marzo nessuno organizza niente, gli eventi vengono organizzati  a partire da maggio, quando a noi non serve più».

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A questo proposito, cosa pensa della proposta di Franco Di Costanzo secondo il quale  le amministrazioni dovrebbero investire in comunicazione ed eventi?
«Per quanto riguarda la comunicazione e la pubblicità, se non si parte dal territorio, ma che marketing fai? Il marketing ha ragione di esistere solo se si ha un prodotto di qualità. E’ tutto l’insieme che non va».

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Di Costanzo, nella sua proposta, ha anche citato la possibilità per gli albergatori di avere uno sconto sulla tassa dei rifiuti per rendere l’apertura in bassa stagione meno gravosa, che ne pensa?
«Il problema della spazzatura è un altro. La prima cosa che va chiesta al Comune è perché noi albergatori dobbiamo pagare a metro quadro? Prendiamo l’esempio dei miei corridoi, lì non ci sarà mai una carta, ma bisogna pagare per ogni metro quadrato di corridoio. E’ assurdo.  Lecce ha vinto su tutti e tutto eliminando i corridoi delle camere dai costi industriali e mantenendo solo quelli di cucina e ristorante. Ha visto mai qualcuno proporre una cosa del genere qui? No. Non c’è forza da parte degli albergatori».

 

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