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Ischia “piange” i russi: stop a turisti, feste e matrimoni

Tra guerra e sanzioni inflitte all’occidente, l’isola dovrà fare a meno di un mercato sul quale puntava per rilanciarsi dopo due anni di pandemia (e di stenti). E la “scure” delle disdette e dei mancati arrivi già si avverte. Il giallo della villa messa in vendita a Lacco Ameno, ma la proprietà è di un milanese

Il conflitto in Ucraina e le sanzioni imposte dall’Occidente a Mosca fanno tremare il settore turistico italiano, già messo in ginocchio da due anni di pandemia. Stavolta la mazzata arriva sul filone del lusso, quello che da anni è il segmento che nel nostro Paese i turisti russi alimentano. Turisti che amano le mete più glam e l’isola di Ischia, con le sue terme, non ne è esclusa. Per capire la portata della batosta, occorre fare un passo indietro al 2019, fiera Mitt Moscow: gli stand italiani erano affollati, con una crescita del settore del 4,5 per cento e l’Italia considerata la meta turistica preferita dai russi in Europa e la terza nel mondo, dopo Turchia e Thailandia. Prima della crisi Covid, come riferito da Assoturismo Confesercenti, il turismo russo generava nel nostro Paese 1,7 milioni di arrivi e 5,8 milioni di presenze.

Poco più di due settimane fa sono cominciate ad arrivare le prime prenotazioni, poi la guerra e le disdette. Annullato anche un ricevimento per una quarantina di persone provenienti da Mosca programmato per giugno in uno dei più esclusivi alberghi di Ischia

Un turismo tra l’altro dilatato nel tempo. Già dalla Pasqua ortodossa (che nel 2022 cade il 24 aprile) erano attesi i primi arrivi – solitamente 175 mila di pernottamenti e quasi 20 milioni di ricavi – che proseguivano fino ad autunno inoltrato. Anche Ischia sognava il ritorno dei turisti russi. Nel 2019 l’Isola verde era scelta dal 70 per cento dei russi che arrivavano in Campania. Anche in questo caso, terme, spa e fascia luxury cinque stelle erano le mete più ambite. Oggi in forte crisi: diversi hotel sono venduti all’asta e le strutture ricettive sono indebitate con le banche. Un settore che nel 2022 vedeva la possibilità di un riscatto proprio grazie a quel trend pre-pandemia e almeno 10 anni di lavoro serrato con tour operator e destination manager volto a costruire una linea fidelizzata di bigspender russi. Poco più di due settimane fa sono cominciate ad arrivare le prime prenotazioni, poi la guerra e le disdette. Annullato anche un ricevimento per una quarantina di persone provenienti da Mosca programmato per giugno in uno dei più esclusivi alberghi di Ischia.

L’isola era stata scelta da un ricco imprenditore russo per festeggiare le nozze. Saverio Presutti (Sud Italia Hotels) racconta: «Da 10 anni, in occasione del 12 giugno, una delle ricorrenze nazionali russe organizzavo una grande festa nei comuni di Ischia. E dopo due anni di stop eravamo pronti a festeggiare nuovamente. E invece…»

L’isola era stata scelta da un ricco imprenditore russo per festeggiare le nozze. È Saverio Presutti, tour operator della Sud Italia Hotels a raccontarci quanto sta accadendo. «Da 10 anni, in occasione del 12 giugno, una delle ricorrenze nazionali russe – spiega – organizzavo una grande festa nei comuni di Ischia. E dopo due anni di stop eravamo pronti a festeggiare nuovamente».

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Il giorno prima del primo bombardamento, infatti, il governo Draghi aveva dato la possibilità di venire in vacanza qui «anche solo con il tampone e c’era grande entusiasmo», ci conferma Presutti. Adesso, però, tutto è stato annullato. In pratica «le poche prenotazioni che sono arrivate, in poche ore sono state annullate. Sia dalla Russia che dall’Ucraina». I tour operator russi continuano a lavorare. «Ci arrivano continuamente mail di richieste di prezzi e contatti. Ma tutto ciò non si traduce in turismo. È tutto fermo». Ma c’è anche chi la pensa diversamente. «Molti ci dicono che cambieranno mestiere non perché non c’è più lavoro ma per quanto sta avvenendo – spiega il titolare della Sud Italia Hotels – ci dicono: “amiamo l’Italia ma con che coraggio veniamo a fare turismo in questo momento?”. Certo, molti di loro non si sbilanciano per paura di ritorsioni, ma sono addolorati e mai avrebbero pensato a un disastro del genere, alla guerra». E poi ci sono anche turisti affezionati. «Chi veniva sull’isola – continua – nel periodo pre pandemia da oltre dieci anni, ci ha scritto quasi ‘giustificandosi’ per il mancato ritorno per la prossima estate». Presutti, in chiusura, condanna la guerra «senza se e senza ma». «Nessuna guerra ha senso – dice – ma questa ancora meno». Da registrare, qualche giorno, fa, l’arrivo sull’isola di un dipendente di una grande società specializzata nella produzione del gas per la cessione di una villa a Lacco Ameno. Villa che però risulterebbe, in realtà, intestata a un cittadino italiano residente a Milano, cosa che eviterebbe il sequestro. E poi ci sono dei piccoli yacht fermi nei cantieri isolani che però potrebbero sfuggire ai sequestri perché non intestati ad oligarchi russi.

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