CULTURA & SOCIETA'

“Procidani si nasce e io lo nacqui” dello scrittore Giacomo Retaggio

Dal tempio della Libera al Simulacro sul molo di don Salvatore Verlezza

Procida “capitale italiana della cultura 2022” non dimentica il Parroco don Salvatore Maria Verlezza, protagonista dello stupendo Simulacro di Maria SS della Libera sul molo di Procida il 23 settembre del 1990, lo stesso giorno in cui nel 1963 fu nominato Parroco, che costò 18 milioni di lire e fu scolpita da uno scultore di Casagiove (Caserta). Fu trasportata dal traghetto “Peloritano” e molti Procidani contribuirono anche economicamente per l’installazione. Le notizie sono arrivate dal Medico dr. Giacomo Retaggio, il quale è di Procida ed in particolare della sua “grancìa” (quartiere) della Libera-SS Annunziata, alla quale ha dedicato l’ampia ultima parte del volume “Procidani si nasce ed io lo nacqui”. Una cappella nel ‘500 dedicata a S. Maria del Gesù (oggi sagrestia) e a fianco un convento con un’altra cappella dedicata a S. Sebastiano. Nel ‘500 la chiesa diventa dell’Assunta nel 1627 ingrandita si chiamò col titolo della “SS Annunziata”. Nell’ ‘800 al culto dell’Annunziata si affiancò quello della Madonna della Libera ed è proprio in tale periodo che la “grancìa” ebbe il massimo sviluppo economico.

Il culto di questa seconda Madonna -scrive Retaggio- ha, negli anni oscurato di fatto quello primitivo dell’Annunziata, anche perché la “Mamma della Libera”, come viene definita comunemente dai fedeli, fu subito accreditata come protettrice dei naviganti” e molti “jusini” vi si erano trasferiti per la coltivazione dei campi. Quella della Libera o Annunziata è la seconda Chiesa di Procida per importanza, dopo San Michele considerata la Chiesa Madre, alle cui dipendenze erano un tempo tutte la Chiese di Procida. La ricorrenza dell’Annunziata cade il 25 marzo, ma passa quasi sotto silenzio, mentre quella col titolo della Libera era tutta un’altra cosa con la novena, il predicatore, la lunga processione, le”vendite” lungo il ripido viale alberato d’accesso al tempio col maestoso campanile, ove spiccava la figura di “Lunardo cacciatore”, la soddisfazione delle donne per i loro piatti prelibati come il coniglio alla cacciatora; la figura ammirevole del vecchio “paratore” Sabìa che curava l’”apparata” della Festa. Da qui si dipanano Via Regina Elena o nota come Starza (piano di campagna) con via C Battisti sino al Cimitero con una Torre merlata di avvistamento e al sottostante arenile; la via del Faro verso il mare col belato del gregge di capre e il latte di “Torillo ‘u lattaro”, panorama sul Canale di Procida ove un tempo vi transitavano i “pacchetti”(navi passeggeri) e le “carrette”(navi da carico) che non mancavano il saluto verso Procida: non c’è nave che non abbia avuto un procidano imbarcato; si diceva che questa grancìa della Libera aveva le più belle ragazze di Procida ; un’altra torre di Lorenzo Scognamiglio (esattore) di Resina per l’avvistamento della caccia ai volatili. Tutto passa e il transito per il mare accanto al Cimitero, uno dei primi dopo l’editto napoleonico di Saint Claud del 1805 costruito su terreno donato dai fratelli La Chianca che vietava la sepoltura nelle chiese, lo ricorda. Qui don Salvatore Maria Verlezza ha svolto il suo apostolato di Parroco per 37 anni e il sindaco Antonio Capezzuto gli conferì il titolo di “Cittadino onorario”. Alla fine di ogni giornata si domandava cosa avesse potuto fare ancora e non lo avesse fatto e si paragonava a uno straccio: “Voglio essere con Cristo Crocifisso” e fu accontentato il 21 aprile del grande Giubileo del Duemila. Solo ai piedi della Statua della maestosa Libera sulla scogliera di ponente è apposto lo pseudonimo: SALVE MADRE E REGINA, dove la scritta salve sta per SALvatore VErlezza, e attorno in grande maiuscolo sublime: “O Maria, Procida è vostra !” Morì per un male trascurato nel suo paese natìo S. Maria a Vico, Caserta, col canto di una sua composizione dal titolo “Il pianto dell’Addolorata”. SAL. VE. Maria ! Non dimentichiamo…Grazie Dottor Retaggio ! (continua)

*Pasquale Baldino – Responsabile diocesano Cenacoli Mariani MSM; docente Liceo; poeta; emerito ANC-Ass Naz Carabinieri (e-mail: prof.pasqualebaldino@libero.it)

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