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Free Market: le intercettazioni del secondo filone d’inchiesta

dalla Redazione

 

BARANO – Dove eravamo rimasti? La frase celebre di un altrettanto celebre personaggio, una persona sensibile che ha fatto della sua vicenda giudiziaria, del drammatico errore commesso da chi aveva il compito di giudicare una battaglia politica e sociale. Prendiamo in prestito questa frase dal grande Enzo Tortora, per ricominciare da dove c’eravamo fermati nella narrazione dei fatti del secondo filone d’inchiesta  che  vede indagato Antonio Stanziola per numerosi reati, tra i quali quello di corruzione. Nel frattempo, però, la scena è completamente mutata, infatti la decisione del Riesame di modificare la misura cautelare del Tenente, scarcerandolo e disponendo gli arresti domiciliari, è certamente un fatto di notevole importanza, del quale è soddisfatto il legale l’avvocato Cesare Patroni Griffi, che ha dichiarato: «è’ quello che avevamo chiesto nella mia memoria difensiva, consapevole della necessità di ulteriori accertamenti e fiduciosi nell’attività della Polizia Giudiziaria». Ma veniamo a noi, a dove eravamo rimasti in questo secondo filone, un seconda parte dell’inchiesta nei confronti del Tenente, al quale  sono state mosse numerose contestazioni, ed in particolare, è stato riscontrato secondo la tesi dell’accusa, che Antonio Stanziola, nella sua qualità di pubblico ufficiale, “con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, compiute in tempi diversi, riceveva indebitamente, con frequenza quotidiana, da P. C. e D. E. A., titolari del panificio (…), forniture di pane, per l’esercizio delle sue funzioni. Così come per il secondo capo della richiesta di applicazione di misura cautelare in carcere, il PM sosteneva e nonostante la decisione del Riesame, continuerà a sostenere, che Stanziola, “abusando della propria qualità e del proprio potere, costringeva T.A. e T.A.M. titolari della rivendita ambulante di frutta e verdura, a consegnarli quotidianamente merce: frutta e verdura, senza corrispondere il relativo prezzo, con la minaccia che, in caso contrario, sarebbero stati soggetti a controlli amministrativi in ordine all’attività commerciale svolta. Come abbiamo detto la  genesi di questo nuovo filone investigativo, viene da alcuni servizi di osservazione, controllo e pedinamento svolti dai Carabinieri a seguito della ricezione di due esposti anonimi, in cui veniva riferito che due appartenenti alla Polizia Municipale di Barano d’Ischia, il Tenente Antonio Stanziola ed il Maresciallo L. G., approfittando del proprio ruolo, erano soliti recarsi presso esercizi commerciali pubblici del Comune di Barano, prelevando merce alimentare senza corrispondere il relativo prezzo in denaro. A seguito di questi esposti, quindi, i Carabinieri, hanno predisposto dei servizi di indagine, mediante il pedinamento e l’osservazione dei due soggetti menzionati nell’esposto e l’escussione di alcuni testimoni.

Abbiamo già scritto degli interrogatori dei testimoni, i proprietari del panificio e del furgoncino della frutta, dove secondo l’accusa, lo Stanziola si recava per prendere la merce senza pagare.  Dalle dichiarazioni dei commercianti sentiti dai Militari dell’Arma, secondo il Sostituto Procuratore della Procura di Napoli, la dottoressa Giuseppina Loreto “risulta oltremodo chiaro – per stessa ammissione di P.C. (il titolare del panificio ndr.) – che prima della convocazione da parte dell’Autorità Giudiziaria, il P.C. e di conseguenza la moglie, erano stati avvicinati dallo Stanziola (accortosi di essere pedinato dai Carabinieri), per essere avvisati che sarebbero stati chiamati per testimoniare, evidentemente concordando con gli stessi la versione edulcorata da fornire agli inquirenti. Non a caso entrambe le persone escusse hanno dichiarato che lo Stanziola, allorquando non pagava il pane, era perché probabilmente, aveva dimenticato il portafogli. Nella circostanza lo stesso P. C. ammette di servirsi del pubblico ufficiale per piccoli favori e per disobbligarsi, regalava di sua spontanea volontà il pane allo stesso pur emettendo lo scontrino fiscale (circostanza non rilevata in entrambi i pedinamenti). Significativa – continua il PM – è l’insistenza con cui il P.C. sottolinea ai Carabinieri il rapporto di “amicizia” che lo lega allo Stanziola ed in virtù del quale ritiene normale che il vigile urbano, ogni giorno, si rifornisca di pane senza pagare. In sostanza tutti i testimoni, dinanzi ai Carabinieri, hanno voluto precisare che non vi è stata alcuna richiesta del Tenente, che mai ha chiesto appunto ai commercianti di non pagare. Insomma una versione che non ha convinto molto il Pubblico Ministero, soprattutto se si considera ciò che i quattro chiamati a deporre, hanno detto quando non erano davanti ai Carabinieri, e non sapevano di essere registrati. Infatti i quattro testimoni, escussi a turno dai Militari dell’Arma presso il Comando Provinciale a Napoli, mentre parlavano nella sala d’attesa, sono stati sottoposti ad intercettazioni ambientali. Materiale “scottante”, in quanto i soggetti, pensando che nessuno potesse sentirli, hanno dato sfogo alle loro considerazioni sulla vicenda, ma soprattutto hanno fatto dei commenti sul comportamento del Tenente, che stridono molto con quanto dichiarato dinanzi ai Carabinieri. Commenti che sono riportati nella richiesta di applicazione di misura cautelare del PM, e che fanno emergere una diversa considerazione sul Tenente Stanziola. D.E.A., ad esempio dice, commentando le domande che le sono state rivolte dai Carabinieri: “cioè se oggi noi lo volevamo distruggere”;

T.A.M. (una dei proprietari del furgoncino di frutta ndr.): “lo distruggevamo”

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D.E.A. : “però sai cosa, dopo ti vai a mettere una persona di quelle contro! Quello se ti fa i dispetti??”

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T.A.: “vabbè ma nel mio caso guardiamo in faccia alla realtà”

T.A.M. : “cioè che c’è da distruggere”

D.E.A. : “infatti se uno voleva… lo voleva male”

T.A. : “se io volevo l’avrei fatto del male”

D.E.A. : “è vero qualche volta ce l’abbiamo regalato, però se no lo voleva far del male diceva: “ma chi … quello? Sempre!! non si sa mai … a noi già ci amano ci adorano ci mandano i controlli… mi vado a mettere pure i vigili contro? Ma loro (si riferisce ai Carabinieri che l’hanno interrogata) dovevano pensarci pure ma questa non può dire no! C’è l’ho regaliamo… non lo so che ci hanno chiamato a fare, ci possiamo mettere un vigile contro di noi? Però se oggi uno lo voleva male lo faceva andare in galera!

Precedentemente sempre la stressa persona, commentando l’interrogatorio del marito, aveva detto, (sempre non sapendo di essere registrata dai Militari ndr.) D.E.A. : “non è così C., quello (si riferisce allo Stanziola ndr.) dappertutto va e fa così”. Un chiarissimo, lampante riferimento, secondo l’accusa, al modus operandi del Tenente, ossia quello di recarsi da alcuni commercianti, prendere la merce, e sfruttando la sua posizione di pubblico ufficiale, e appartenente alla Polizia Municipale, non pagare.

Dai fatti, dalle risultanze investigative e dalle testimonianze, emerge quindi secondo la tesi della Procura, “un diverso modo di atteggiarsi dello Stanziola nei confronti dei commercianti, tant’è che il primo episodio (quello del pane ndr), ad avviso della scrivente, è sussumibile sotto la fattispecie della corruzione per l’esercizio della funzione, altresì detta corruzione per asservimento. Oltre alla corruzione la Procura contesta allo Stanziola anche il reato di concussione, in quanto per l’episodio menzionato al Capo B della richiesta di misure cautelari, quello relativo alla vicenda dell’ambulante di frutta, lo stesso subisce, secondo l’accusa, la condotta dello Stanziola, ossia il mancato pagamento della merce, per scongiurare mali peggiori. Un quadro d’indagine molto complesso anche quest’altro messo su dalla Procura di Napoli. Una configurazione giuridica che si basa su alcuni punti come la costrizione, “semplice” e mediante minaccia implicita, la dazione in debito di altre utilità e l’elemento psicologico. Pagine e pagine di motivazioni, che dovevano anzitutto servire a tenere, secondo il PM, il Tenente dietro le sbarre di Poggioreale, cosa che però non si è verificata, con la decisione del Riesame di disporre gli arresti domiciliari. I prossimi giorni, saranno ovviamente importanti per comprendere quale direzione prenderà questa inchiesta ed il procedimento giudiziario relativo. Tutti si augurano infatti, che quanto prima venga fuori la verità su questa triste, e a tratti anche un po’ squallida vicenda.

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