CRONACAPRIMO PIANO

Traffico illecito di rifiuti, a Ischia l’operazione “Clean Island” della DDA

Nella mattinata di ieri perquisite e poste sotto sequestro le sedi di due ditte operanti nel settore degli espurghi, stessa sorte per 10 automezzi, denaro contante e assegni postdatati. Complessivamente quattro le persone indagate, il materiale fecale prelevato dalle fosse settiche veniva sversato in mare o in terreni. L’operazione eseguita da polizia e guardia costiera

E’ un vero e proprio tsunami giudiziario quello che si è abbattuto ieri mattina sulla nostra isola, sulla quale ancora una volta finisce fango, anzi m… Su iniziativa della Procura della Repubblica di Napoli, i militari della Guardia Costiera di Ischia e gli agenti del commissariato di polizia – rispettivamente guidati dal t.v. Antonio Cipresso e dal vicequestore Ciro Re – hanno portato a compimento l’operazione denominata “Clean Island” (isola pulita, ndr), coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia dell’autorità giudiziaria partenopea, per contrastare le attività illecite di due ditte isolane operanti nel settore della pulizia delle fosse settiche (i cosiddetti “autospurghi”) alle quali vengono contestati i pesantissimi reati di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti.

In una nota congiunta si legge che “il personale della Guardia Costiera e della Polizia di Stato ha eseguito la perquisizione delle sedi delle ditte ed ha posto sotto sequestrato i depositi e 10 automezzi impiegati nelle attività illecite. Dopo un lungo lavoro di indagine, iniziato nel 2020, attraverso appostamenti, pedinamenti e documentazione fotografica delle attività illecite poste in essere dalle ditte, è stato messo in luce un diffuso malaffare nel settore degli autospurghi. I fanghi aspirati nelle operazioni di pulizia delle fosse settiche, sia di civili abitazioni che di attività commerciali, individuati dalla normativa come rifiuti liquidi da smaltire nei centri di conferimento autorizzati, erano, invece, riversati illecitamente negli alvi pluviali o in pozzi assorbenti appositamente realizzati, procurando un inquinamento ambientale. Pertanto le ditte provvedevano a smaltire legalmente in terra ferma, presso i centri autorizzati, solo una parte dei rifiuti”. Nel comunicato si aggiunge ancora: “Di rilievo la posizione di due dei soggetti indagati, le cui attività illecite hanno assunto i connotati di vere e proprie organizzazioni imprenditoriali dedite al traffico illecito di rifiuti. Al fine di conseguire un ingiusto profitto consistente nel ritorno economico di non sopportare i costi dovuti per lo smaltimento presso i siti autorizzati, nonostante che i costi per le operazioni di smaltimento fossero ugualmente addebitati ai clienti, le ditte indagate hanno smaltito illecitamente ingenti quantità di rifiuti. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva”. Per l’intera mattinata di ieri a vigilare sulle operazioni anche un elicottero che ha ripetutamente sorvolato i cieli di Ischia suscitando curiosità ed interesse tra i residenti e i turisti in giro per l’isola.

QUATTRO GLI INDAGATI, ECCO I CAPI DI IMPUTAZIONE

Sono quattro gli indagati nel provvedimento firmato dal procuratore f.f. dott.ssa Rosa Volpe. Si tratta dei titolari delle due ditte, Giuseppe Impagliazzo e Fabio Impagliazzo – titolari delle due ditte individuali – e di Antonio Buono e Luigi Di Spigno. Fabio Impagliazzo, Buono e Di Spigno rispondono di violazione dell’art. 452 quaterdecies (attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, ndr) perché in concorso tra loro “in esecuzione di un medesimo disegno criminoso anche in tempi diversi, precisamente Impagliazzo Fabio, quale legale rappresentante della società Ischia Ecologia s.n.c. con sede legale in Ischia alla via Nuova Cartaromana 107 alla via Beniamino de Francesco n.9; Buono Antonio e Di Spigno Luigi quali dipendenti della predetta società con la mansione di autisti; al fine di conseguire un ingiusto profitto, consistente nel ritorno economico di non sopportare i costi dovuti ordinariamente per lo smaltimento dei rifiuti presso siti all’uopo autorizzati, attraverso l’allestimento di mezzi ed attività continuative e organizzate, ricevevano un ingente quantitativo di rifiuti liquidi, derivanti dallo spurgo di fosse biologiche e pozzetti degrassatori aventi codice Cer 20.03.04, pari a circa 1.436.652,00 Kg, che smaltivano illecitamente, stante anche l’assenza di documentazione che attestasse il loro conferimento ad impianto autorizzato, sversandoli direttamente al suolo o nella rete fognaria dell’isola di Ischia”. Il reato veniva costantemente perpetrato dal novembre 2017 al settembre 2020. Analoga l’accusa rivolta a Giuseppe Impagliazzo il quale “in qualità di titolare dell’impresa Isolana Ecologia con sede in Casamicciola Terme alla via Monte Tabor 25/27, al fine di conseguire un ingiusto profitto, consistente nel ritorno economico di non sopportare i costi dovuti ordinariamente per lo smaltimento dei rifiuti presso siti all’uopo autorizzati, attraverso l’allestimento di mezzi ed attività continuative e organizzate, riceveva un ingente quantitativo di rifiuti liquidi, derivanti dallo spurgo di fosse biologiche e pozzetti degrassatori aventi codice Cer 20.03.04, pari a circa 600.000,00 Kg che smaltiva illecitamente, stante anche l’assenza di documentazione che attestasse il loro conferimento ad impianto autorizzato, sversandoli direttamente al suolo, anche attraverso un sistema di pozzi assorbenti presenti nell’area di deposito”. I fatti in questione risalgono al periodo compreso tra il 2018 e il 2020.

LA DENUNCIA ALLA PS E LA GENESI DELL’INDAGINE

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L’attività investigativa e la genesi dell’indagine hanno origine nel 2019 e trae origine da una denuncia sporta nel 2019 da D.C. presso il commissariato di polizia di Ischia. L’uomo nel suo esposto riferiva “di essere stato assunto regolarmente come autista nei mesi di Novembre e Dicembre 2017 dalla Società Ischia Ecologia che si occupava esclusivamente di espurghi sia in abitazioni private che in alberghi con l’uso di quattro camion. Oltre a chiarire le modalità di contrattazione con i privati, con i quali l’IMPAGLIAZZO Fabio, legale rapp.te della predetta società, si accordava prevedendo prestazioni ‘in nero’ oscillanti tra i € 300-€ 350, il denunciante specificava in maniera certosina le modalità di smaltimento di quanto prelevato illecitamente attraverso la finta operazione di disostruzione con il pompaggio ad alta pressione e con il contestuale svuotamento della cisterna contenente i reflui direttamente nelle reti fognarie isolane”. Le dichiarazioni di D.C. sarebbero state confermate di lì a breve anche da E.M., dipendente dell’Impagliazzo tra il marzo 2017 e l’ottobre 2018che confermava le modalità di azione nella gestione degli espurghi

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con lo svuotamento delle cisterne dei mezzi più piccoli direttamente nelle pubbliche fognature e dei rapporti con i privati senza rilascio di documentazione né di fatture. MAZZELLA specificava, inoltre, anche i punti precisi di svuotamento delle cisterne nelle reti fognarie e nei pozzetti presenti nei Comuni di Ischia, Casamicciola Terme, Forio, Lacco Ameno e Serrara Fontana, dichiarando anche la compiacenza di qualche dipendente dell’E.V.I. S.p.A. (di cui non conosceva l’identità), che consentiva tramite telecomando l’apertura del cancello elettrico e l’accesso al depuratore della collina dell’ex Hotel San Pietro dopo le 5 del mattino con l’apertura del varco ZTI per andare a scaricare. Non è tutto perché sempre E.M. nella sua deposizione racconta agli inquirenti “di essere venuto a conoscenza di tali modalità di sversamento solo dopo un paio di mesi da quando lavorava per l’azienda e che dopo aver rappresentato all’IMPAGLIAZZO la sua contrarietà a questo genere di azioni, veniva dapprima rassicurato dallo stesso che tali episodi non si sarebbero più ripetuti e successivamente minacciato visto il perdurare di tali comportamenti illeciti. Tale situazione portava il dichiarante alle dimissioni dalla società e ad una richiesta all’IMPAGLIAZZO di circa € 6.000 quali spettanze arretrate. Quanto richiesto, avrebbe portato i due in data 23.10.2018 ad avere una discussione prima verbale e poi terminata con una aggressione, con l’intervento di pattuglie sia della Polizia di Stato che dei Carabinieri ed il conseguente trasporto del MAZZELLA in ospedale (Rizzoli di Lacco Ameno)”.

L’indagine in questione è stata caratterizzata anche da una serie di intercettazioni telefoniche che sono tornate utili agli investigatori per accertare l’illecita condotta perpetrata a più riprese dagli indagati. Non solo, anche una serie di perquisizioni eseguite presso abitazioni e sede legali delle ditte avevano chiaramente evidenziato una condotta palesemente criminosa messa in atto dai titolari delle due ditte. In particolare, nel provvedimento firmato dalla dott.ssa Volpe si legge ancora che si evidenzia come “almeno a partire dal 2017 e per tutto il 2020, data in cui sono cessate le indagini, Impagliazzo Fabio coadiuvato dagli autisti Di Spigno Luigi e Buono Antonio abbia posto in essere un traffico organizzato di rifiuti liquidi con relativo smaltimento illecito”. E poi ancora relativamente alla ditta “L’isolana ecologia” di Giuseppe Impagliazzo si legge: “Al fine di verificare la correttezza dell’operato della predetta ditta veniva effettuata dalla p.g. operante, nel periodo Maggio – Agosto 2020, una intensa attività di osservazione, controllo e pedinamento e veniva disposta da questa AG in data 17.07.2020, la videosorveglianza dell’esterno del capannone sito in Casamicciola Terme (NA) alla via Montetabor 25/27. In merito a queste ultime operazioni, nonostante le immagini non fossero cosi nitide, in quanto parte del piazzale era coperto dalla fitta vegetazione presente in loco, gli operanti osservavano che venivano effettuate numerose operazioni con gli automezzi a disposizione della Società. Nello specifico si riscontravano frequenti movimentazioni di veicoli (ingresso/uscita) che sono risultati utili ai fini delle indagini per comprendere i volumi di affari dell’azienda e per facilitare i controlli dei predetti mezzi su strada. In particolare, emergeva che la Ditta effettuava una media di 3/4 operazioni giornaliere (espurghi o disostruzioni), lasciando presupporre un totale mensile di circa 70/80 operazioni, di cui solo la minima parte veniva rendicontato attraverso la redazione del Formulario di identificazione del rifiuto e l’emissione di fattura. Attraverso le immagini di video sorveglianza, veniva accertato che il modo di agire della ditta era quello di effettuare attività di espurgo con i mezzi più piccoli per poi travasare il rifiuto nella cisterna dell’automezzo targato (omissis…) utilizzato di solito dalla società per conferire il rifiuto in terra ferma. Tutte queste operazioni di travaso avvenivano nell’area di deposito sita in via Monte Tabor Casamicciola (NA), dove l’IMPAGLIAZZO risiede. Dalle immagini, inoltre, emergevano elementi che attestavano lo smaltimento illecito del rifiuto direttamente al suolo, attraverso un sistema di pozzi assorbenti presenti nell’area di deposito”.

I FRATELLI IMPAGLIAZZO SI ACCORSERO DI ESSERE INTERCETTATI

A carico di Fabio E Giuseppe Impagliazzo – assistiti dagli avvocati Michelangelo Morgera e Filomena Giglio – era stata chiesta anche l’applicazione della misura del divieto di dimora sul territorio dell’isola d’Ischia, che però è stata respinta dal giudice per le indagini preliminari. Ma c’è un’altra peculiarità di questa vicenda che ha reso ancor più complessa l’attività di indagine e riguarda il fatto che il dipendente di Fabio Impagliazzo, Luigi Di Spigno, si accorse di essere probabilmente “intercettato” (erano state posizionate infatti piccole telecamere e cimici nei camion utilizzati per le attività di espurgo). Da una intercettazione ambientale risalente al 23 giugno 2020, si evinceva infatti che “gli operanti intercettavano una conversazione ritenuta di rilevante interesse investigativo avvenuta tra Impagliazzo Fabio e Di Spigno Luigi. Il dialogo riguardava il ritrovamento da parte di Di Spigno Luigi di alcuni fili elettrici e di alcune scatole (ambientali veicolati) all’interno dei cruscotti delle due autocisterne che a suo parere non avevano motivo di essere lì. Il repentino ritrovamento degli apparati (a quattro giorni dalla loro installazione) unitamente all’avvicinamento dell’Impagliazzo al maresciallo Durante il 20 giugno 2020 (data di installazione delle ambientali) lasciava presupporre l’esistenza di una fuga di notizie. Tale evento portava i vari soggetti coinvolti, in particolare l’Impagliazzo Fabio ad assumere un comportamento più attento nello svolgimento del loro lavoro”. Ma i due fratelli non sapevano di poter rimanere tranquilli perché come si legge nel provvedimento “diversamente dalle ambientali veicolari, che dal ritrovamento non consentivano più l’ascolto delle conversazioni dei soggetti presenti a bordo delle autocisterne i GPS continuavano a tracciare le posizioni delle stesse, consentendo il prosieguo delle attività”. Fino all’epilogo di ieri, ormai noto a tutti. Per la cronaca, gli agenti del commissariato di polizia hanno effettuato anche un’accurata perquisizione domiciliare presso uno studio commercialistico ubicato a Ischia in località Cartaromana, allo scopo di reperire eventuale materiale utile alle indagini. Secondo le scarne indiscrezioni trapelate, però, non sarebbe stato ritrovato ulteriore materiale. Complessivamente sono stati posti sotto sequestro dieci automezzi, una somma di denaro contante pari a circa 8.000 euro e una serie di assegni postdatati riconducibili anche ad almeno un paio di noti imprenditori isolani, che in ogni caso non risultano affatto coinvolti nell’indagine.

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