CRONACAPRIMO PIANO

Ischia si mobilita per la Palestina

In tanti ieri mattina hanno partecipato alla manifestazione indetta per esternare la crescente indignazione per le tragedie umanitarie che colpiscono il popolo palestinese. Condannato con parole forti il massacro in corso

Si è aperta con un forte segnale di partecipazione civile la mattinata di ieri, domenica 25 maggio, sull’isola d’Ischia. In un clima di crescente indignazione per le tragedie umanitarie che colpiscono il popolo palestinese, la cittadinanza ha risposto con forza all’appello del Comitato “Ischia per la Palestina Libera”, scendendo in piazza per chiedere giustizia e verità. La manifestazione si è svolta nell’area del Piazzale Anna De Felice a Casamicciola, a partire dalle ore 10, e ha visto la partecipazione e l’intervento tra gli altri dell’avvocato Mauro Buono, cassazionista, insieme a numerosi esponenti di realtà associative e sociali attive sull’isola. Tra questi Gianni Vuoso, Nancy Carcaterra, Odette Del Dotto, Lina D’Onofrio, la studentessa universitaria Giulia Perna. Tra i rappresentanti istituzionali “avvistati” Davide Laezza, Marianna Lamonica, Luigi Di Vaia, Carla Tufano e Antonello Sorrentino. L’iniziativa ha rappresentato un momento di riflessione collettiva e un chiaro segnale di solidarietà verso la popolazione palestinese.

Nel documento letto pubblicamente dal Comitato si è denunciato con parole forti il massacro in corso: “Il massacro del popolo palestinese impone a tutti, senza alcuna distinzione, di esprimere un forte, profondo grido di dolore e di sdegno. Non si può tacere. Non possono tacere i governi, né quello italiano, né i comuni dell’isola d’Ischia”. A suggellare il senso profondo della manifestazione, la bandiera palestinese è stata simbolicamente esposta sulla cima del Monte Epomeo, in un gesto carico di significato: un richiamo alla pace, alla libertà e alla dignità umana. Chiare e radicali le richieste avanzate dal Comitato: cessazione dell’invio di armamenti a Israele, fine delle relazioni istituzionali con lo Stato ebraico, sostegno concreto – politico e materiale – al popolo palestinese e promozione di ogni iniziativa utile a costruire una Palestina libera. Ampia la partecipazione e le adesioni, tra cui: ISKRA, PMLI Cellula d’Ischia, Italia Nostra, ANPI, VAS Isola d’Ischia, La Mensa del Sorriso, CEIC, CESP Palestina, Fronte Unito dell’Ambientalismo, oltre a molti cittadini, studenti e attivisti. Il messaggio emerso è stato netto, chiaro e inequivocabile: “La pace non è un’ideologia, ma il risultato di giustizia e rispetto reciproco. Quando muore un bambino, ha perso l’intera umanità. Partecipare significa rifiutare la complicità dell’indifferenza.”

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11 Commenti

  1. GRANDE ISCHIA!

    Hahahhaha anche sotto questo post ci sono i commenti di individui che non hanno mai sfiorato un libro sul tema, e si fanno portare a spasso da Mentana, Molinari, Parenzo e la feccia della “informazione”(oddio) telecomandata. “Eh ma il 7 ottobre!”, “Eh ma se liberano i prigionieri”. Manco vi vergognate a farle ste esternazioni. Come si vede che non sapete un’emerita minchia sull’argomento.
    Stanno compiendo un genocidio ma non dal 7 ottobre, ma dal 1947 (esatto due anni dopo la liberazione dei campi)

    Onore a chi ha partecipato.

    Cretinetti (per essere gentili) chi è ignorante e si crede dalla parte giusta.

    PS. Lo fate ancora quel giochetto da fanciulli di fare gli screenshot al file “note” con fatti scritti coi piedi da voi sui quali avete il barbaro coraggio di dire che state “discutendo” sui fatti? Oppure “giocare” a cosa sia razzismo e cosa no come fosse una partita di calcio? E dicono agli altri “cretinetti”

    1. Antonio Costa tutti studiosi del medioriente, vedo. Tanto esperti da dare del “cretinetti” a chi la pensa diversamente. Complimenti per l’erudizione

      1. Elle Di Meglio Premesso, e penso sia chiaro, che non tutti i palestinesi appoggino Hamas, Abu Zuhri ha aperto sull’emittente libico accusando Israele di colpire deliberatamente civili palestinesi, definendo tali azioni crimini di guerra.(Tuttavia, le sue affermazioni non sono sempre state verificate da fonti indipendenti, ma da un’emittente radiofonica riportato poi da Ansa e New York Post.)

        In certi discorsi chiaro che poi Hamas può anche:
        * Usare la sofferenza delle vittime civili per rafforzare la dimensione religiosa della lotta.
        * Presentare i civili uccisi come martiri, rafforzando la coesione e il senso di sacrificio collettivo.

        La Striscia di Gaza è dagli anni ‘60 un “campo di concentramento a cielo aperto” per via del blocco, delle restrizioni alla libertà di movimento e della grave crisi umanitaria.
        Rinchiusi oltre 2 milioni di persone palestinesi in una striscia di terra senza pari diritti, chiusi da ogni lato, con la fame agli occhi, cresciuti purtroppo praticamente in cattività a causa degli stessi israeliani: PREMESSO CHE NON SI GIUSTIFICA UNA REAZIONE SIMILE, E SI CONDANNI SEMPRE QUELLO CHE HA FATTO HAMAS IL 7 OTTOBRE, ma esattamente che reazione si sarebbero aspettati gli israeliani se fanno un rave proprio fuori al confine tra il 6 e il 7 ottobre 2023 sapendo come costringono a vivere la gente all’interno della striscia?

        Lei come si sentirebbe se da un giorno all’altro entrano nei suoi appezzamenti di terreno, la cacciano con la forza, e dicono “da oggi questo è mio e tu non tornare che ti ammazziamo”(ammesso che non lo facciano deliberatamente prima)?

        Ma adesso mi spieghi cosa devono cercare più a Gaza se tutte le strutture sono distrutte? Se é rasa al suolo? Se stanno “combattendo contro la croce rossa”? Una guerra di chi solo uno ha le armi. I tunnel? Davvero? Hamas? Bombardando gli ospedali, sparando ai diplomatici (anche italiani tra l’altro), sparando ai dottori ed agli aiuti umanitari?

        E si SUPPONGA ERRONEAMENTE pure che stiano cercando Hamas a Gaza, perché bombardano deliberatamente la Cisgiordania? Perché su ogni piattaforma trova video quotidiani di coloni sionisti pazzi con fucili (anche ragazzi e ragazze ah tra l’altro una ha cantato all’Eurovision, l’avrebbe mai detto?) che a branchi se la prendono con donne e bambini in Cisgiordania deridendoli, cacciandoli dalle loro case, sparandoli? Se cerca solo sui social ne trova a trilioni.

        Se per lei questo non é un genocidio per fare terra pulita e prendersi tutta la Palestina penso, con tutto il rispetto, debba cambiare prospettiva.

  2. Pino Di Meglio non merita una risposta politica perché nutrirebbe i suoi misteriosi perversi meccanismi mentali di individuo asociale. Un ingegnere che non é capace di calcolare il ferro nella soletta in cemento armato costruita a sbalzo sul portone di casa e che si é piegata proprio per errore di calcolo, cosa vuoi che comprenda del mondo fatto di persone vere dimostrando persino meno abilitá tecnica di un normale mastro muratore?

  3. Non è colpa vostra se non mi comprendete, siete vittime degli ALLIEVI DI GOEBBELS

    Tom Fletcher lavora all’ONU ed è un allievo di Joseph Goebbels. Sono molti gli allievi di Goebbels in circolazione oggi.

    Secondo Fletcher, nel giro di 48 ore a Gaza sarebbero morti di fame 14,000 bambini, una cifra totalmente inventata. Ma questa cifra fa il paio con le altre, i 53 mila morti a Gaza, di cui 20 mila sarebbero bambini.

    Goebbels, uomo di intelligenza glaciale, è colui che ha codificato le regole della propaganda moderna.

    Nel capitolo V del Mein Kampf, Adolf Hitler ne enunciava l’assunto base.

    “La propaganda deve sempre affrontare lo stesso argomento per le grandi masse del popolo. (…) Tutta la propaganda deve essere presentata in una forma popolare e deve correggere il suo livello intellettuale in modo da non essere al di sopra delle teste dei meno intellettuali di coloro ai quali è diretta”.

  4. Antonio Di Meglio quindi se a Ischia c’è un assassino o un terrorista bisogna ammazzare tutti gli ischitani?

    1. Antonietta Monti se io nascondersi un assassino in casa mia per te io cosa sarei? E se questo avesse ucciso un tuo familiare?

  5. Pino Di Meglio se c’è un cretinetto quello sei tu e sei pure un povero straccione . Lo testimoniano le tue parole. Nasconditi! Tu staje bbuon,si? Jàmuirí.

  6. Forse questa testimonianza di un medico greco a Gaza potrà far intendere cosa significa genocidio. Ovviamente il deficiente di turno, pur di difendere l’indifendibile dirà “si ma Hamas!”, “é tutto falso!”:

    “Hai visto un piccolissimo buco nel loro collo, ma facendo la TAC si poteva capire che il laringgo, l’inguine, la spina dorsale erano stati sciolti… »
    Christos Georgalas, un celebre chirurgo della testa e del collo, è uno dei pochi medici greci che si sono offerti volontari a Gaza negli ultimi mesi.
    È stato trovato all’ospedale Nasser di Khan Younis nel sud di Gaza, per un mese, nell’ambito di una missione dell’organizzazione britannica Medical Aid for Palestinians, dal 21 aprile 2025 al 21 maggio, insieme a un chirurgo vascolare e un chirurgo plastico.
    Estratti della sua scioccante intervista che torna su Kostas Zafeiropoulos sul Giornale Editore, una testimonianza che ti commuove:
    “Dei pazienti che ho curato, la percentuale di bambini rispetto agli adulti è stata enormemente più alta. Parliamo di bambini di 9 anni, 8, 11, 6 anni… I ragazzi che stavo guardando avevano ferite al collo. Ferite di pochi millimetri da frammenti, che avevano una velocità di ingresso altissima. Si vedeva un cavo molto piccolo nel collo, ma facendo la scansione si vedeva che il laringgo, l’inguine, la spina dorsale erano stati sciolti. Sono piccoli sassolini. Recentemente abbiamo avuto una mostra di attrezzature in Grecia. Così questi ragazzi potrebbero “usare” per mostrare quanto… efficaci sono queste bombe che, quando esplodono, inviano molti piccoli frammenti che coprono una superficie enorme. E qualsiasi cosa ci sia li passa attraverso.
    Queste briciole stanno letteralmente maledicendo i bambini. Naturalmente ci sono bambini morti che vedevamo all’obitorio… 200 persone con 300 ferite arrivavano all’ospedale ogni giorno. Si può calcolare approssimativamente che il rapporto tra morti e feriti è di 1 a 3. »

    “Questa è una guerra soprattutto contro i bambini, che non si può spiegare con il noto argomento “c’è una grande percentuale di bambini a Gaza, quindi statisticamente ci saranno molte vittime di bambini. ” Penso che sia praticamente un attacco mirato, un parlamentare israeliano ha anche detto che “i bambini sono il loro futuro, quindi è due volte più importante colpirli rispetto agli adulti. ” Tuttavia, non immaginavo di poter vedere così forte questa politica. »

    “Non posso dire di essere andato in guerra. La guerra è una cosa molto diversa. Non c’è stata guerra a Treblinka, non c’è stata guerra ad Auschwitz. La guerra ha due eserciti. Qui c’è un popolo soprattutto di civili e donne, che non ha possibilità di fuga. E sta sistematicamente piovendo bombe dal cielo. Picchiano gli ospedali, picchiano i giornalisti. Le condizioni dei miei colleghi erano tragiche. Ma c’è ancora una parte ottimista, figuriamoci anche i compiti! Avevano un esame per gli specializzandi. Durante il periodo in cui sono stato lì, abbiamo sostenuto gli esami a scelta multipla per il lotto di tirocinio, per avanzare la laurea e ricevere la laurea… »

    “Nasser Hospital è stato colpito due volte durante il periodo in cui ero lì. Una delle preoccupazioni che avevamo prima di andare con la mia squadra era che fosse stata colpita di nuovo a marzo. Quando avevano preso di mira, presumibilmente, un leader di Hamas, il piano operativo era stato colpito.

    Le mie prime tre settimane sono passate senza che l’ospedale fosse un obiettivo. Ho colpito il doppio del goal nell’ultima settimana prima di partire. Mercoledì scorso [14/5]. Abbiamo dormito dentro, tutto il giorno in ospedale. Per la nostra sicurezza. Non potevamo semplicemente andarcene. Potevamo a malapena uscire in cortile.

    Eravamo al quarto piano dove c’erano gli interventi chirurgici, il reparto di terapia intensiva e i dormitori dei medici stranieri. Il terzo piano è stato colpito, proprio sotto. Tre e mezzo del mattino, al reparto ustionati. L’obiettivo era un giornalista. Ucciso il giornalista, feriti il letto vicino e le infermiere. Cinque giorni dopo il cortile con la farmacia dell’ospedale è stato colpito ancora. Il primo colpo è stato con due droni, il secondo con un razzo… »

    “Un compagno spagnolo mi ha detto che quando gli israeliani erano arrivati all’ospedale dove c’era una risonanza magnetica, stavano cercando di distruggere tutto. Ma il magnetico è una macchina enorme. È proprio come una macchina. Anche se spari si può aggiustare. Così hanno portato un ingegnere per distruggerlo definitivamente. Perché anche se una bomba fosse stata sganciata accanto a lui, avrebbe potuto essere riparata. Uno specialista che conosce il cuore della macchina doveva entrare per renderla non funzionale. E lo ha fatto proprio lo scorso febbraio »

    “Nel nostro ospedale, gli israeliani hanno attraversato le stanze dove si trovavano le incubatrici e le hanno sistematicamente rotte una ad una. Le incubatrici con il sub-cavatore!
    Questi sono stati registrati dai miei colleghi.
    L’ospedale, dove lavoravo, era occupato dagli israeliani da due mesi, a febbraio e marzo 2024. Torturati i medici rimasti in ospedale. Li stavano allineando uno per uno e li picchiavano. Sono stati rapiti in totale circa 80. Di loro 40 non sappiamo dove sono o se vivono. Molti sono stati uccisi sul colpo. »

    “Se uno sta cercando di scoprire perché alcuni medici sono stati presi di mira rispetto ad altri, c’è una logica. Questo non è stato un incidente. Di solito erano i migliori della loro specie. Ad esempio, c’era un medico che faceva impianti a conchiglia. È diventato un goal fin dal primo momento. Proprio perché era lui che sapeva ricreare, era fondamentale per fornire le cure. Secondo le università chi è stato preso di mira fin dal primo momento è stato chi ha il più grande lavoro accademico. La logica è che “vogliamo riscrivere il futuro di Gaza”, chi potrebbe ricostruirlo. Che sia accademicamente, clinicamente o anche artisticamente… »

    “Le cose sono peggiorate molto con il blocco totale. È il periodo peggiore di tutto il periodo del genocidio. Eravamo relativamente “favoriti” – come occidentali e medici -, avevamo assicurato il congiunto. Riso, cioè, per un mese. Il nostro pranzo era riso. In esclusiva. Non c’era altro. A volte i fagioli venivano aggiunti con il riso. Non c’erano verdure. Non c’erano proteine, pesce, frutta, carne ovviamente no. Ve lo dico e basta: i miei colleghi avevano perso 26 libbre dall’inizio del genocidio. Io in un mese ho perso circa 8 kg.. »
    Christos Georgalas

    Grazie a Rima Alazar

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