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Tassa di soggiorno, nel 2018 i Comuni hanno incassato 4milioni e mezzo

Il primato spetta a Forio che si attesta sotto i due milioni di euro, poi a ruota segue Ischia. Luca D’Ambra, Federalbeghi: «Le amministrazioni devono investire di più in turismo»

È di 538 milioni di euro la cifra incassata in Italia nel 2018 grazie all’imposta di soggiorno secondo i calcoli dell’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno della società di consulenza turistica Jfc. “Questo fenomeno – spiega Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc – si deve sia ai 155 Comuni che hanno introdotto l’imposta nel 2018, sia all’aumento alle tariffe apportato da diverse amministrazioni locali (circa dal 16%)”.

Secondo Ferruzzi “Si continua purtroppo a manifestare un ulteriore forte elemento di criticità che è quello relativo all’utilizzo dei proventi dell’imposta di soggiorno. Infatti, nonostante tutte le amministrazioni comunali affermino di voler utilizzare tali introiti a supporto dell’attività turistica, in realtà ciò accade in pochissimi casi, a meno che non si intenda per ‘turismo’ anche l’asfaltatura delle strade o lo sfalcio dell’erba, lo smaltimento dei contenitori di fitofarmaci o il sostegno al comparto agricolo”. E sull’isola che cosa succede? Dati chiari ed inequivocabili sugli incassi dei sei Comuni relativamente alla tassa di soggiorno non ci sono.

È possibile, però, sapere che nel 2018 sono stati incassati circa 4milioni e 500mila dai sei Comuni dell’isola per l’imposta di soggiorno. Il primato è spettato a Forio che ha incassato poco meno di 2milioni di euro, poi Ischia con un milione e mezzo, pari Casamicciola e Lacco Ameno con 400mila euro a testa, a seguire Barano con 80mila euro circa ed infine Serrara Fontana con 200mila euro. Per il presidente di Federalbeghi Ischia, Luca D’Ambra, il problema relativo a come la tassa di soggiorno viene spesa dai Comuni “È una questione nazionale”. “C’è un braccio di ferro – continua – tra le associazioni di categoria ed in particolare Federalberghi con le amministrazioni comunali affinché questi soldi siano destinati in maniera programmatica e concertata per il turismo”. Ed in alcune località turistiche ciò sta avvenendo. È il caso di Abano Montegrotto terme dove le associazioni datoriali e la cittadinanza sanno, ogni sei mesi, attraverso un’attenta rendicontazione, che cosa finanzia la tassa di soggiorno.

Ma è un caso quasi unico. “In realtà – continua Luca D’Ambra quando arrivano i soldi ai Comuni, ormai, finiscono nel calderone del bilancio comunale e non esiste un capitolo ad hoc per la promozione del turismo”. Federalberghi Ischia, però, più volte ha interloquito con le Amministrazioni comunali. “In passato – dice ancora Luca D’Ambra – qui ad Ischia abbiamo avuto rassicurazioni dai sindaci che avrebbero fatto una rendicontazione, ma ciò non è mai avvenuto. Il fatto è che purtroppo la legge non è chiara in quanto lascia tanto spazio agli amministratori di poter scegliere in quale settore poter investire i soldi che provengono dalle tasse di soggiorno. Capiamo che la coperta è corta e far quadrare i conti è cosa sempre più difficile, ma sarebbe opportuno ascoltare anche gli imprenditori alberghieri e tutti coloro che fanno realmente promozione turistica”. 

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