POLITICAPRIMO PIANO

La Lacco Ameno che verrà, Carmine Monti: «Il paese è all’anno zero»

La defenestrazione di Giacomo Pascale, il ruolo dell’opposizione, la frattura insanabile nella maggioranza, la possibile discesa in campo di De Siano. Lunga intervista al consigliere uscente del Comune del Fungo

E’ l’argomento più gettonato della politica isolana negli ultimi tempi ed è ovvio che non possiamo non parlarne anche con chi come te è evidentemente parte in causa. Al di là dei confini lacchesi l’epilogo dell’ultima amministrazione comunale può avere contorni surreali o paradossali, ma magari guardandola dal di dentro o dal vostro punto di vista le cose stanno diversamente.

«In realtà quando in un’amministrazione a sfiduciare il sindaco sono la bellezza di nove consiglieri su dodici credo ci sia poco da dire e su cui discutere. Anche perché ho sentito tante cose inverosimili, ma la verità è che ormai Giacomo Pascale aveva perso ogni contatto con gran parte della sua maggioranza. Per quanto riguarda le firme apposte dai consiglieri di minoranza, è noto a tutti l’atteggiamento sempre critico che abbiamo avuto nei confronti dell’operato dell’amministrazione. Personalmente non ho mai condiviso nulla, in particolar modo per quanto riguarda problematiche importanti come il potenziamento delle strutture pubbliche, la maniera in cui si è affrontato il terremoto e tanto altro. Quando si insediò il commissario Carlo Schilardi, io davanti ad Angelo Borrelli non esitai a rimarcare come sarebbe stata necessaria un’attività più incisiva. E poi lasciami dire un’altra cosa…».

«La caduta di Pascale? La cronaca di una “morte” annunciata. Erano sei o sette mesi che l’amministrazione non produceva più nulla, spuntavano solo determine redatte dai funzionari che di fatto si sostituivano nell’indirizzo politico. Era un segnale di rottura, gli atti non rispondevano alle esigenze del paese ma di una parte della maggioranza»

Prego.

«Erano mesi che l’amministrazione Pascale era ferma, non produceva più atti deliberativi sia di giunta che di consiglio. I motivi erano chiari, eravamo davanti ad una morte annunciata».

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L’atteggiamento della minoranza è chiaro e fa parte del “protocollo”, ma c’è stato il documento dei cinque dissidenti della maggioranza nel quale non mancano accuse sull’operato di Giacomo Pascale. Non solo, si gettano anche diverse ombre sulla gestione della cosa pubblica. Che idea ne hai ricavato?

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«Guarda, quello è un documento pesante, perché manifesta davvero una situazione “nebulosa” legata all’agire di Giacomo Pascale e questo sia per quanto attiene la gestione del gruppo che dell’ufficio tecnico. Le motivazioni sono toste e chiaramente hanno portato a una perdita di fiducia da parte della maggioranza».

Personalmente quanto sei rimasto sorpreso da questo documento?

«Erano ormai sei o sette mesi che l’amministrazione non produceva più nulla, la cosa più strana è che in quel preciso momento spuntavano una serie di determine redatte dai funzionari che di fatto quasi si sostituivano nell’indirizzo politico. Questo stava a significare una rottura, non a caso venuta fuori perché gli atti non rispondevano alle reali esigenze del paese ma solo di una parte della maggioranza».

E adesso c’è il commissario…

«Sia il sottoscritto in rappresentanza dell’opposizione che Michele De Siano abbiamo incontrato in momenti diversi la dottoressa Calcaterra. Abbiamo puntato il dito su problematiche importanti per la comunità: abbiamo chiesto di tenere alta la guardia sull’erogazione del contributo di autonoma sistemazione per gli sfollati, prestare la dovuta attenzione alle scuole e anche di riportare determinate regole all’interno della nostra comunità, che in alcuni settori sembra averle perse andando letteralmente alla deriva con un “lasciar fare” che magari serve per la clientela elettorale ma al paese produce solo danni. Ma poi lasciatemi soffermare su altri aspetti: abbiamo vissuto il sisma da oltre due anni ma non mi pare sia stato fatto nulla di produttivo e significativo. Non solo, ad oggi a Lacco Ameno non c’è assolutamente traccia del PUC (Piano Urbanistico Comunale), nessuno di noi ne ha mai visto neanche una bozza. Insomma, siamo completamente ingessati, non è una cosa tollerabile. La verità è che questo paese è fermo all’anno zero e certamente il Comune di Lacco Ameno non può andare avanti così».

«Io penso che tutti abbiano la legittima aspirazione di essere primo cittadino del proprio paese. Ma io ho anche sentito da Domenico De Siano che lui vuole fare il candidato nel momento in cui ci saranno un’idea e un progetto politico serio, che possa intrigarlo. Non credo ci si trovi dinanzi ad un assunto o a qualcosa di già stabilito a tavolino»

E quindi?

«Quindi ritengo che sia arrivato il momento di mettere da parte ogni tipo di personalismo ma anche gli errori commessi in passato e farne tesoro per arrivare alla formazione di una ampia coalizione che però deve avere un’idea, un progetto di sviluppo. Bisogna buttarlo giù insieme, tutti, bisognerà riscrivere la storia di Lacco Ameno iniziando a focalizzare l’attenzione su problemi pesanti: ricostruzione in zona Fango, per esempio, io non ne ho mai sentito parlare in maniera chiara, ci si è sempre soffermati solo su sterili e insignificanti chiacchiere».

Hai parlato di idee, che però camminano sulle gambe degli uomini. Questa ampia coalizione quali scenari lascia intravedere?

«Penso che in questo momento tutte le persone di buona volontà, che abbiano esperienza amministrativa e un “pedigree” attraverso il quale abbiano dimostrato di poter gestire le sorti del nostro paese, debbano mettersi insieme per stilare un programma comune, che parta dalla gente. La storia devono scriverla i cittadini, io ho sempre ascoltato tanto, le persone sono lo specchio di un’anima della comunità. Servirà un programma con pochi punti, ma chiari ed essenziali: ricostruzione, rilancio turistico, infrastrutture, politica scolastica (il Principe di Piemonte è tuttora fermo e le incognite non mancano), occorrono poche cose, nessun libro dei sogni».

Sembra che Domenico De Siano voglia tornare a fare il candidato sindaco, e quel “sembra” è forse un generoso atto di prudenza.

«Io penso che tutti abbiano la legittima aspirazione di essere primo cittadino del proprio paese. Ma io ho anche sentito da Domenico De Siano che lui vuole fare il candidato nel momento in cui ci saranno un’idea e un progetto politico serio, che possa intrigarlo. Non credo ci si trovi dinanzi ad un assunto o a qualcosa di già stabilito a tavolino».

L’ultima consiliatura si è chiusa con delle delibere di giunta approvate in zona Cesarini e con il cambio di un assessore quando in pratica le firme dal notaio erano già state apposte. Quella storia anche ha convinto poco, o sbaglio?

«Le delibere “last second”? Hanno provato l’ultimo colpo di mano, ma poi in maniera anche stupida: togliere dei fondi per il campo sportivo solo perché all’interno ci sono figure legate alla ex maggioranza è una sciocchezza colossale»

«In realtà quello è un colpo di coda, un tentativo di continuare a fare politica anche se nel momento in cui sono state protocollate le dimissioni di fatto il consiglio comunale non esiste più e il sindaco ha solo poteri di ufficiale di governo. Ripeto, hanno provato l’ultimo colpo di mano, ma poi in maniera anche stupida: togliere dei fondi per il campo sportivo solo perché all’interno ci sono figure legate alla ex maggioranza è una sciocchezza colossale. Io ricordo mio padre, lui andava a braccetto con i consiglieri di minoranza quando per lo mezzo c’era la squadra di calcio del Lacco Ameno. Insomma, lo sport e i ragazzi non devono essere oggetto di politica, non ha senso».

E adesso, come si arriva alla prossima primavera?

«E’ importante stare vicino ai cittadini, particolarmente a coloro che hanno ricevuto danni dal terremoto. Noi lo abbiamo sempre fatto, non è bello speculare o fare politica sulla pelle di chi ha vissuto un’esperienza così drammatica e che inesorabilmente ti segna».

Ma come ha reagito Lacco Ameno alla caduta dell’amministrazione comunale?

«In realtà non è che sul territorio si sia registrato chissà quale sussulto, quello che è accaduto era nell’aria. Magari la sorpresa ci sarà stata nel resto dell’isola, ma a Lacco Ameno tutti erano al corrente che qualcosa stava per succedere. Da mesi c’erano segnali che arrivavano dall’interno della maggioranza, e che lasciavano chiaramente intendere che era finito il rapporto di fiducia col sindaco. E quando succede questo, per motivi per giunta gravi e seri, l’epilogo è scontato. Chi ha deciso di sfiduciare Pascale in maggioranza evidentemente avrà maturato la convinzione che non si poteva fare diversamente, i problemi erano irrisolvibili. Si è chiuso un andazzo che sarebbe stato pericoloso portare oltre…».

»Cosa mi consiglierebbe il commendatore Angelo Rizzoli se mi apparisse in sonno? Sicuramente di continuare la nostra battaglia per la salvaguardia dell’ospedale, è un presidio indispensabile per la nostra comunità. Il personale medico e paramedico è eccezionale e getta il cuore oltre l’ostacolo, ma purtroppo le criticità non mancano»

Hai parlato tra le altre cose di rilancio turistico. Ma se stanotte ti apparisse in sonno il commendatore Angelo Rizzoli per darti un paio di consigli, su cosa argomenterebbe?

«Secondo me la prima cosa che mi direbbe sarebbe quella di spendere ancora di più tutte le nostre energie sulla salvaguardia dell’ospedale. Io sono sempre attento a quello che succede all’interno del Rizzoli e anche quando ho fatto il sindaco mi sono sempre battuto: all’epoca di Ferraro volevano farlo diventare una sorta di pronto soccorso e portammo avanti ad una battaglia che produsse i risultati auspicati. Conservare e migliorare il Rizzoli deve essere un imperativo categorico dell’intera isola, nessuno escluso, certamente con in testa il sindaco di Lacco Ameno. E’ impensabile su un territorio del genere non avere una struttura di alto livello. Il problema è serio: io conosco il personale medico e paramedico che dà il massimo per svolgere il proprio lavoro, ma purtroppo deve fare i conti con una serie di oggettive e reiterate criticità. Insomma, sono certo che il commendatore ci direbbe questo».

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