Ischia tra arte e ospitalità, giù il velo alla mostra “Xenia Concept”
Il progetto, realizzato in collaborazione con la Scuola di Decorazione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, si pone l’obiettivo di coinvolgere gli studenti in un dialogo con la comunità ischitana
Si è svolta ieri sera, presso il Marina 10 boutique&design hotel di Casamicciola Terme, l’inaugurazione della mostra “Xenia Concept”. Il progetto è frutto della sinergia tra l’Hotel Marina 10 boutique&design e la Scuola di Decorazione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Strutturata come un campus d’arte, la manifestazione si pone un ambizioso obiettivo, ossia quello di coinvolgere gli studenti in un dialogo con la comunità isolana, e questo mediante appuntamenti organizzati nel segno dell’ospitalità, che rappresenta un valore cardine della cultura mediterranea.
La mostra inaugurata nella serata di ieri è stata curata dalle docenti Adriana de Manes, Lorenza Di Fiore, Paola Redaelli e Maria Cristina Urso. Le opere che saranno visibili sono state realizzate dagli allievi Alessia Brancaccio, Eliana Conte, Enrica Rosi Crispo, Carmen De Filippis, Antonella D’Alterio, Carmen Fidato, Francesca Lucugnano, Kang Yijie, Antonio Marino, Leonardo Marzano, Cira Oliviero, Anastasia Pascarella, Gilda Telese, Elena Velf, WangLuyao, YuYue e Zhang Rui.
La kermesse non si esaurisce qui. Nella giornata di oggi (sulla falsariga dello stesso format adottato già lunedì 20 giugno) presso il Marina 10 boutique&design hotel gli artisti avranno modo di incontrare il campione paralimpico Gianni Sasso, ospite del format xenia dialoghi. Prima della cerimonia di inaugurazione, presso la struttura ricettiva del patron Ottorino Mattera si è svolta una conferenza stampa, moderata dal giornalista de “Il Mattino” Ciro Cenatiempo.
Il primo a prendere parola è stato proprio Ottorino Mattera: «Il progetto è iniziato con una chiacchierata con la professoressa Carla Ciccarelli, che fa parte del cda dell’Accademia e del Conservatorio San Pietro a Majella. Ho trovato una persona dotata di grande entusiasmo, che ha saputo coinvolgere docenti e studenti. Circa due mesi fa sono andato a vedere le opere, e ho trovato una situazione di contagioso entusiasmo da parte di tutti, allievi e docenti. La professoressa de Manes, vicedirettrice dell’Accademia, è stato l’anello di congiunzione tra i ragazzi e l’isola, è riuscita a farli entusiasmare. Al tempo stesso, ringrazio i coordinatori del progetto. Ai ragazzi dico di agire e di portare a termine con grande entusiasmo tutti i progetti, perché da parte dei ragazzi c’è un’effervescente creatività che oggi è difficile trovare. Il nostro mondo sta cambiando tanto, soprattutto a livello di comunicazione e socializzazione. In loro, invece, ho visto un cambiamento nel migliorare tutto ciò che i social, la comunicazione e i rapporti umani fanno. Questo risultato è merito anche dei docenti e dell’Accademia, che quotidianamente gli forniscono stimoli. La cosa che più mi ha entusiasmato è constatare che la vostra è più una famiglia che una scuola, dove c’è il classico rapporto docente-discente. La cultura e l’arte devono unire, coinvolgere il territorio, le autorità, il cittadino, gli uomini di cultura».
Tra gli interventi c’è stato anche quello della professoressa Carla Ciccarelli: «Questo straordinario progetto è nato una sera d’estate. La nostra Regione ha delle grandissime potenzialità. Penso che cultura e arte dovrebbero essere volano per la nostra economia. L’entusiasmo è stato forte. Ho sottoposto all’Accademia il progetto, e il cda ha immediatamente considerato questa possibilità, ed è partito il tutto. Il progetto è stato possibile non solo grazie al decisivo impegno dell’Accademia, ma soprattutto grazie al gran cuore dei nostri docenti e dei nostri studenti».
È stata poi la volta della professoressa Adriana De Manes: «Abbiamo iniziato a lavorare in dad, non siamo arrivati subito sull’isola a fare i sopralluoghi. Grazie alle mie colleghe e ai ragazzi, abbiamo poi dato una forte spinta al progetto. È stato un primo passo nel vuoto. I ragazzi hanno studiato l’isola da lontano, non tutti la conoscevano. La mitologia, l’artigianalità, la coppa di Nestore eccetera sono state tutte sollecitazioni che ci hanno guidato nel nostro percorso “al buio”. Adesso siamo finalmente qui, vogliamo entrare in contatto con l’isola per ampliare il nostro bagaglio di pensieri visivi».
Ha preso in seguito la parola la professoressa Maria Cristina Urso, docente di Tecniche plastiche contemporanee: «I lavori sono stati realizzati nel mio laboratorio, in collaborazione con le altre colleghe che hanno coordinato il progetto. È stato un momento veramente importante, i ragazzi si sono molto legati al progetto. Li abbiamo coordinati, ma il lavoro vero l’hanno fatto loro».
Al termine del telegrafico intervento della Urso è intervenuta la studentessa Eliana Conte, che con malcelata emozione ha affermato: «È stata bellissima la collaborazione con i docenti. Non ci hanno aiutati soltanto nella realizzazione delle opere, è stato un lavoro di ricerca personale, che a mio avviso ci ha resi delle persone più consapevoli. È stato bello. Ringrazio tutti, ringrazio Ottorino che ci ha dato la possibilità di poterci esprimere. Ci siamo sentiti parte della vostra comunità, non dei semplici ospiti».
Subito dopo la conferenza stampa si è passati all’esposizione, che è stata inaugurata dalla performance Bootes- Stivali e Stelle a cura del docente Mauro Maurizio Palumbo, il cui titolo fa riferimento alla grande costellazione del Mandriano. L’azione performativa si è svolta lungo il centralissimo corso Luigi Manzi, e non ha mancato di destare l’interesse e il vivo apprezzamento del folto pubblico presente.
FOTOSERVIZIO DI FRANCO TRANI