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ISCHIA TURISTICA HA BISOGNO DI PIU’ EUROPA NON DEL CONTRARIO

Il nuovo governo M5S-Lega non favorirà una maggiore coesione europea. Ma Giosi Ferrandino, neo deputato europeo, che pure ha responsabilità nell’attuale impasse del Comune d’Ischia, può riguadagnare credibilità, lavorando per avvicinare Ischia all’Europa, migliorando il tasso di internazionalizzazione del nostro turismo e lavorando per un rilancio del PD sull’isola e fuori di essa.

 

Ad un vecchio socialista liberale, come il sottoscritto, fa male prendere atto che nasce un governo M5S-Lega (questa è la situazione ad oggi,salvo intoppi dell’ultima ora) .Fa male per ciò che rappresenta e fa doppiamente male avere la convinzione che in quegli 11 milioni di voti di cui si vanta Di Maio, almeno 2 milioni sono voti in libera uscita dalla sinistra e dal PD in particolare. Anche ad Ischia abbiamo molti esempi del genere. Gravi colpe del PD, ma gli elettori critici che hanno imprudentemente dirottato i loro voti sui 5 Stelle, dovrebbero – quantomeno – sentirsi corresponsabili di un esito esiziale per l’Italia, di cui a breve avremo, purtroppo, pessimi esempi. Molti dovrebbero recitare un mea culpa, come hanno già incominciato a fare intellettuali, come Domenico De Masi, Tomaso Montanari, Ivano Marescotti, Roberta De Monticelli. Fa specie constatare che la piazza Ferdinando II di Borbone, antistante il palazzo comunale d’Ischia, sia stata , nei giorni scorsi, movimentata e gremita da adepti e simpatizzanti della Lega. E’ bastato eliminare la parola “ nord” dal simbolo per dimenticare la storia antimeridionalista di questo partito? Davvero, in Italia, più della Lega, è odiosa la Juventus che rappresenterebbe – ad un tempo – l’invasore sabaudo e l’arroganza del capitale della Fiat? Cosa ha Ischia da spartire con Salvini e con la sua idea di un’Italia rinserrata nei suoi confini fisici e culturali, sospettosa del diverso, che privilegia l’uomo italiano ( per meglio dire settentrionale) a qualsiasi altro uomo? Come può coniugarsi la nostra legittima speranza di allargare gli orizzonti del nostro turismo, aprendolo ai Paesi del mondo che adesso si affacciano ai viaggi all’estero, con l’idea malsana di non essere “ inquinati” da culture lontane dalla nostra tradizione? Qualcuno dirà: forse che paesi come l’Ungheria e la Polonia si comportano in maniera diversa? Forse che non sono contrari all’immigrazione e non si rifiutano di accogliere le quote che l’Europa gli assegna? Certo. Ma c’è una differenza, loro sono storicamente e ideologicamente condizionati da  tragiche esperienze comuniste e gelosi di un recente e insperato progresso economico, ottenuto anche ( o soprattutto) grazie agli aiuti dell’Europa. L’Italia ha un’altra storia, il cui progresso economico, dal dopoguerra, è nato sotto l’ombrello atlantico e poi quello europeo, di cui fu paese cofondatore. Città stupende come Budapest e Cracovia, nonostante le chiusure politiche dei loro governi, godranno ancora dei flussi turistici internazionali, ma probabilmente il circondario ungherese e polacco no. La maggior parte delle persone che viaggiano vogliono che i paesi da visitare siano accoglienti in tutti i sensi, non gradisce il cinico e ipocrita sfruttamento turistico commerciale sul sottosuolo di una diffidenza etnica e nazionalistica. Necessita un’Europa “ E pluribus unam”, un’Europa molto più coesa politicamente, ma articolata e diversa culturalmente, con un’identità multipla, un unico corpo, con diverse sfaccettature. In questo momento c’è, in Europa, un dissidio Francia- Germania, che ambiscono entrambi alla leadership e non nascondo che mi sentirei molto più tranquillo al fianco della Merkel ( decisa a gestire a livello europeo l’immigrazione) che al fianco di un Macron, corso incontro a Trump e a Putin e con in testa la solita “ grandeur” francese. Per quanto riguarda Ischia, essa ha una storia di “ Grand Tour” come la parte migliore d’Italia. Ha storicamente visto arrivare visitatori da varie parti del mondo, in particolare dal centro nord dell’Europa: letterati, artisti, scienziati, gente di ogni ceto e di culture diverse. Ischia è stata centro di accoglienza di perseguitati politici, di confinati, di intellettuali in cerca di genuinità e bellezza incontaminata. Non è l’ombelico del mondo come qualcuno pretenderebbe, ma è sicuramente una delle perle mondiali del turismo. E’ veramente quel complesso di natura, storia, geologia, che ha spinto il Circolo Sadoul e il Comune d’Ischia ad istruire il procedimento per il riconoscimento dell’isola come Patrimonio Unesco dell’Umanità. Non è Salvini, non è la Lega che possono giovare ad un potenziamento dell’immagine di Ischia nel mondo. Potrebbe invece dare una mano concreta l’ex Sindaco d’Ischia, neo deputato europeo , Giosi Ferrandino. L’interessato sa che, dopo una buona stima nella fase iniziale del primo mandato, l’ho criticato più e più volte. Non certamente per difetto d’intelligenza politica, né per incompetenza, ma per il semplice motivo che ha anteposto la sua ambizione personale all’interesse del Comune d’Ischia e dell’isola intera. Però adesso gli si presenta un’occasione unica: raggiunto l’obiettivo personale, può finalmente dedicare impegno ed attenzione all’isola ma, in questo grave momento per la democrazia italiana, anche al PD isolano e fuori dell’isola. Sarebbe una jattura se sull’isola, come in Italia, sparisse la sinistra democratica, a vantaggio della peggiore destra politica. Giosi ha già fatto un piccolo ma importante passo in Europa, sollecitando il riconoscimento del disagio delle isole, in particolare del Mezzogiorno. Deve continuare così e deve liberare il Consiglio Comunale d’Ischia e il Circolo, anzi i Circoli isolani del PD, dalla sua tutela paralizzante. Faccia crescere in autonomia una classe dirigente isolana democratica all’altezza. Abbandoni i tatticismi e le beghe locali, che suonano decisamente “ stonati” rispetto all’alto livello istituzionale che ha raggiunto. Non commetta l’errore che, a livello nazionale, ha commesso Renzi. E cioè quello di continuare a ritenere che la gente credesse veramente di potersi ritrovare nel Paese di Bengodi, grazie ad illuminate riforme. Ha detto bene Veltroni: l’errore del PD non è stato tanto nella qualità delle riforme ( qualcuna buona, soprattutto sul piano dei diritti civili, qualcuna sbagliata, ma comunque non era da buttare via il bambino con l’acqua sporca). L’errore grave è stato quello di raccontare agli italiani una favola paradisiaca, mentre fuori la realtà incombeva con i suoi drammi, con la disoccupazione, l’occupazione precaria, la chiusura di fabbriche e negozi..L’errore è stato nell’aver promosso un Referendum che avrebbe meritato risposte articolate e diverse, non un unico pacchetto da prendere o lasciare. E la gente, all’arroganza ha risposto “no”! Rifletta Giosi e non commetta lo stesso errore. Lavori con umiltà e con le dovute collaborazioni. Si crei intorno uno staff giovane, un gruppo pensante, capace di “ includere” e non “ escludere”. E se vuole riprendere un dialogo costruttivo con Domenico De Siano, lo faccia ma lasciando perdere improbabili ed innaturali accordi di partiti. Coltivi piuttosto l’idea di difendere insieme l’idea liberale e quella socialista da avversari comuni che delle istituzioni liberaldemocratiche sono evidenti nemici.

Franco Borgogna

 

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