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Ischia, viaggio nel degrado della chiesetta di sant’Anna

L’isola d’Ischia è un luogo benedetto dalla natura, ma spesso i suoi abitanti dimenticano quanto siano fortunati a vivere in un territorio dalla bellezza edenica. Questa superficialità (o, meglio, strafottenza) ovviamente si ripercuote con conseguenze a dir poco nefaste non solo sull’ambiente, ma anche sui monumenti che hanno fatto e che fanno la storia dell’isola di Tifeo, che da secoli è scelta come meta di vacanza da persone provenienti da ogni angolo del mondo. Tra le tante opere architettoniche lasciate a marcire spicca sicuramente la chiesetta di sant’Anna, che affaccia sulla suggestiva baia di Cartaromana, a due passi dalla torre Guevara (o di sant’Anna o di Michelangelo che dir si voglia).

Il sordido degrado in cui da tempo immemore versa la chiesetta dedicata alla madre della Vergine Maria è tornato di prepotente attualità anche sui social network grazie alla pubblica denuncia di Giovanni Cricco. Il blogger e attivista isolano, curatore del sito “Ischia cosa non funziona”, nelle scorse ore ci ha fornito delle fotografie che non lasciano spazio all’immaginazione, e che testimoniano in maniera più che eloquente lo stato di vergognoso abbandono del luogo di culto.

«Nei giorni scorsi – ha esordito Giovanni – un nostro concittadino mi ha segnalato lo stato di abbandono in cui versa la chiesetta di sant’Anna. La situazione è davvero drammatica: la chiesa cade a pezzi ed è circondata da erbacce. La Curia dovrebbe prendersene cura, ma non lo fa e sicuramente mancano i fondi per ristrutturarla. Questo luogo sacro si trova in un posto magnifico con una veduta eccezionale e potrebbe attirare centinaia di visitatori, ma purtroppo giace nell’abbandono. La chiesetta è il simbolo della famosa festa di sant’Anna, caratterizzata dalla tradizionale sfilata delle barche».

«La chiesa – ha proseguito il giovane studente universitario – è un luogo ricco di storia e di grossa importanza per il Comune di Ischia, perciò chiedo interventi anche attraverso una raccolta fondi fatta dai cittadini. Ci vuole davvero poco, la chiesa è piccolina e ha bisogno di qualche lavoretto di ristrutturazione, per le erbacce basta una giornata di lavoro e tutto torna come prima. Spero che questo mio monito smuova qualcosa».

Non possiamo far altro che fare nostra la battaglia perorata da Giovanni Cricco, che chiede l’intervento di cittadini e Curia per mettere la parola fine a questa squallida vicenda, che di certo non fa onore ad un territorio, quello isolano, che merita di essere curato con maggiore attenzione da parte dei propri abitanti e dalle amministrazioni comunali, che dovrebbero sforzarsi di investire maggiori risorse economiche e umane per tutelare l’ingente patrimonio storico-artistico che abbiamo ereditato dai nostri antenati. L’auspicio è che anche la diocesi di Ischia faccia la sua parte: in tal senso, siamo certi che il vescovo Pietro Lagnese – al quale non manca di certo la sensibilità – si prodigherà affinché la chiesetta della patrona delle partorienti possa finalmente tornare ai suoi antichi fasti.

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PILLOLE DI STORIA

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La chiesetta di sant’Anna risale alla prima metà del secolo XVI e fu costruita quasi sul mare. Fino agli anni trenta del secolo scorso, il giorno della festa di sant’Anna le famiglie ischitane venivano in questo luogo a bordo delle barche per onorare la santa e poi fare un picnic. Il termine chiesetta è alquanto improprio in quanto, situata proprio di fronte al Castello Aragonese e prima della torre di Michelangelo (o di Guevara), essa è costituita semplicemente da una piccola cappella, sorta dove una volta si trovava il cimitero di Ischia e contenente un altare e la statua della santa, che nella tradizione popolare è la protettrice delle partorienti. Per raggiungerla durante tutto l’anno vi sono solo due modi: per mare, come era in uso un tempo, oppure attraverso un vicolo situato dietro alla chiesetta del Madonna del Carmine, in località Cappella. In coincidenza della festa di sant’Anna, che ricorre il 26 luglio, vi si può accedere anche attraverso la via che porta alla torre di Michelangelo, attraverso un cancello aperto appositamente per l’occasione, mentre risulta impraticabile questa via per il resto dell’anno, essendo lo stesso subordinato all’apertura della torre. (fonte: www.ischia.it)

fotoservizio di Giovanni Cricco

 

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