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#Ischia zero barriere, una bracciata per la vita per promuovere la donazione di sangue

La tre giorni di sport organizzata insieme da HSA Italia, Area Marina Protetta Regno di Nettuno, ANS Diving e Fidas, ha visto anche l’inclusione dei disabili

Erano in quaranta i nuotatori, tra amatori e professionisti, che domenica scorsa hanno preso parte all’ultima tappa della tre giorni dedicata a sport e accessibilità #zerobarriere: una bracciata per la vita. Il raduno a Ischia Ponte dove, indossata la maglietta con il logo disegnato da Martina Mazzella – 14 anni – un uomo che, nuotando, abbraccia il Castello, si sono registrati a questa bellissima gara solidale. Il premio? L’aver contribuito a lanciare un messaggio, chiaro e forte, per la cittadinanza circa l’importanza di donare il sangue, anche e soprattutto d’estate. Ad accogliere le tante iscrizioni il presidente della Fidas Ischia Luigi Trani, il vice presidente nazionale Fidas Pierfrancesco Cogliandro e il presidente nazionale Aldo Ozino Caligaris. Con loro anche Michele Vacca direttore del centro U.O.C. Medicina Trasfusionale. Un parterre importante per questa che è stata la prima edizione ischitana e che ha raccolto un notevole entusiasmo. Scongiurato il pericolo meduse che, per la giornata di domenica, hanno lasciato campo libero tutt’intorno al Castello Aragonese, i nuotatori, numero al braccio, si sono tuffati in acqua nell’attesa del fischio d’inizio. Tra questi anche tre rappresentati delle Fiamme Oro, il gruppo sportivo della Polizia di Stato: Manzi Andrea, Lamberti Roberta e Guidi Marcello. Dopo circa trenta minuti, e innumerevoli bracciate, i primi arrivi nella zona prospiciente la città sommersa di Aenaria. «E’ stata una manifestazione complicata e difficile, ma ricchissima di soddisfazioni, perché in tanti ci hanno dimostrato il loro bene nei nostri confronti ed credono in noi, a prescindere dalle nostre reali capacità. Speriamo di essere riusciti tutti insieme a far capire l’importanza di un gesto semplice e meraviglioso. I prossimi mesi ci diranno se saremo riusciti nell’intento, ma al di là di tutto ci abbiamo provato. Grazie ancora a chi ha avuto il coraggio ed un pizzico di sana follia». Ha parlato così Luigi Trani presidente della Fidas Ischia tributando un ringraziamento speciale alla Guardia Costiera e al gruppo sportivo delle Fiamme Oro per la presenza e l’assistenza in mare, alla Lega Navale per il supporto, all’Aqualung per l’attrezzatura fornita e agli sponsor (bar Monzù, ristorante Il Pontile e panificio Boccia). L’evento è stato patrocinato dai comuni di Ischia, Forio e Barano.Prima della gara, che ha visto arrivare tra i primi Barile Vincenzo e Barile Mariafrancesca entrambi classe 2006, Di Leva Giovangiuseppe e Gargiulo Alessandro Maria classe 2003, un gommone speciale è partito alla volta della baia di Cartaromana trasportando i ragazzi dell’Associazione Genitori autismo Ischia che, grazie a questo bellissimo evento, hanno potuto fare dello snorkeling in totale sicurezza  e serenità.«Domenica 23 luglio – ha concluso il presidente Luigi Trani – ci sarà la prima donazione estiva e sarà la prima prova degli effetti di questa nuotata solidale. Per la realtà ischitana è stato un segnale importante la presenza dei rappresentati della Fidas Nazionale. Stiamo già pensando di organizzare un’alta edizione di questa che è stata una manifestazione davvero significativa». Il messaggio lanciato dalla manifestazione, organizzata insiemeda HSA Italia, Area Marina Protetta Regno di Nettuno, ANS Diving e Fidas, è stato anche di sensibilizzazione per l’inclusione dei disabili nelle attività ricreative e culturali legate al mare dell’isola verde e, come sintetizzato dal direttore dell’area marina, Antonino Miccio, “perché tutti possano godere appieno di storia, biodiversità e fascino di questo straordinario territorio”.Alle attività, partite il 14 giugno e conclusesi domenica 16, hanno preso parte due paraplegici, sette tra ipovedenti e non vedenti (provenienti dall’istituto ColosimoNaples) e nove ragazzi dell’associazione Genitori autismo Ischia.  Venerdì 14  è stato sviluppato un corso di formazione per assistenti alle attività in mare per disabili, cui hanno preso parte sette fra istruttori ed accompagnatori, che hanno approfondito le varie tecniche di approccio in acqua con persone con disabilità di diverso grado e tipologia. Introdotta da una prima giornata di corso e prove nella piscina comunale, la tre giorni si è poi articolata in due sessioni nell’azzurro del mare del Regno di Nettuno: sedute di snorkeling presso gli scogli di Sant’Anna e il Ninfeo sommerso, dove i non vedenti hanno potuto esplorare in piena sicurezza le meraviglia dell’antica Aenaria; immersione presso la secca della Formiche di Vivara, uno dei luoghi più straordinari dell’intera area marina protetta, con i paraplegici; snorkeling con i ragazzi autistici. Si chiude, dunque, un evento importante, la speranza è che sia arrivato il messaggio: donare sangue è donare vita.«L’evento – ha dichiarato al Golfo il presidente Nazionale FidasCaligaris – ha avuto ampia partecipazione. Per essere una prima edizione di questa gara di solidarietà, a mio giudizio, è stato un grandesuccesso perché ha saputo coniugare il concetto solidarietà con quello legato alla promozione della donazione ed è molto importante. Inoltre, è stato fatto a ridosso della giornata mondiale del donatore, che ricorreva il 14 giugno, e ha avuto una partecipazione di donatori provenienti da altre parti d’Italia, dal Veneto alla Sicilia fino a Pescara sull’Adriatico, un coinvolgimento importante che segna l’attenzione dei donatori verso questo tipo di d’iniziative fondamentali per fare momenti di informazione, promozione. É stato molto bello – ha concluso Caligaris – che tra le persone che hannoavuto i tempi migliori sulla nuotata intorno al Castello Aragonese, ci siano stati dei giovani atleti; sono loro le nuove generazioni che dovranno fare gare di solidarietà, oltre che sportive, per dare una disponibilità della donazione del sangue. Mi auguro che si possa ripetere presto anche per dare visibilità a una nostra federata che ha ripreso a donare dopo un periodo di stop, in un territorio disponibile e partecipato ottenendo così  una risonanza nazionale».

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