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IschiAmbiente e il furto di benzina, non solo processo ma anche caso politico

Un caso giudiziario che rischia di assumere anche riflessi di carattere politico. Il Comune  di Ischia si è infatti costituito parte civile nel procedimento penale relativo al furto di benzina ai danni di IschiAmbiente, la società partecipata al 100% dell’ente di via Iasolino deputata alla gestione della nettezza urbana. Sarà l’avvocato Michele Calise a rappresentare il Comune a partire dal prossimo 9 novembre, giorno in cui si svolgerà l’udienza preliminare relativa alla richiesta di rinvio a giudizio, depositata l’estate scorsa dal pubblico ministero Stefania Buda nei confronti di Salvatore Mazzella, Andrea Sorice, Emiddio Ungaro e Ciro Cenatiempo. Quest’ultimo com’è noto è attualmente consigliere comunale di minoranza nel civico consesso ischitano, del quale ricopre anche la carica di vicepresidente vicario. Il Comune dunque per tutelare i propri interessi si ritrova contro un proprio rappresentante politico: una circostanza le cui conseguenze sono ancora da valutare.

I quattro indagati sono accusati di furto, abuso d’ufficio, ricettazione e incauto acquisto. I fatti contestati risalgono a circa quattro anni fa. Il furto di benzina secondo l’accusa si sarebbe concretato con l’accordo tra Ciro Cenatiempo, che all’epoca rivestiva il ruolo di direttore di Ischia Ambiente, e Salvatore Mazzella, magazziniere della stessa società. Come si legge nella richiesta di rinvio a giudizio, Mazzella è accusato di furto perché «con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, al fine di trarne profitto, con abuso di prestazione d’opera derivante dal suo incarico di magazziniere presso “Ischia Ambiente Spa” (e del conseguente possesso delle chiavi di accesso dell’autoparco sito in località Piedimonte presso Barano d’Ischia, presso il quale avveniva il rifornimento di carburante degli automezzi della società) s’impossessava del carburante destinato al rifornimento dei mezzi della società predetta, incaricata del servizio di trasporto rifiuti per poi rivenderla a terzi, cagionando, per il solo periodo effettivamente accertabile (da agosto a dicembre 2013) attraverso comparazione con gli stessi mesi dell’anno successivo, un danno patrimoniale di rilevante gravità pari a Euro 21.640,76».

Mazzella e Cenatiempo sono inoltre accusati, in concorso, del reato di abuso d’ufficio «perché in esecuzione del medesimo disegno criminoso, il primo nella qualità di Direttore di Ischia Ambiente (incaricato di pubblico servizio), il secondo quale istigatore e beneficiario, in violazione di norme di legge o di regolamenti, il Cenatiempo non adottando alcun provvedimento in merito alla vigilanza del deposito di carburante né avviando alcuna indagine interna e conseguente procedimento disciplinare, nonostante le ripetute segnalazioni di furto del carburante, provenienti dai dipendenti (in particolare Annunziata Dario) e dalle autorità comunali (in particolare il Sindaco Ferrandino Giuseppe), desumibile in conseguenza di anomali ammanchi di carburante, intenzionalmente procurava al Mazzella Salvatore l’ingiusto vantaggio patrimoniale di cui al reato di furto, nonché a sé il vantaggio patrimoniale consistente nel rimessaggio gratuito e nelle riparazioni della imbarcazione da diporto, dallo stesso utilizzata, che veniva regolarmente effettuato (a partire dal 2009) presso il Cantiere navale del padre di Mazzella Salvatore». Quando ad Andrea Sorice, l’accusa è di ricettazione perché «al fine di assicurare a sé ed altri un profitto, in occasione della propria attività di titolare di falegnameria, con la consapevolezza della illecita provenienza del carburante lo riceveva dal Mazzella Salvatore per rivenderlo a terzi ed effettivamente lo rivendeva a terzi», mentre a Emiddio Ungaro viene contestato l’incauto acquisto di cose di sospetta provenienza «perché, senza averne prima accertata la legittima provenienza, acquistava dal Mazzella Salvatore e dal Sorice Andrea il carburante provento del furto». Sarà il Giudice per le indagini preliminare, dottoressa Roberta Attena, a decidere sulla richiesta del pubblico ministero, nell’udienza fissata per le ore 9.30 del 9 novembre.

Francesco Ferrandino

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