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Istat, ecco i dati choc del turismo nel 2020

Ischia e Forio, insieme, perdono circa un milione e mezzo di presenze  

Nel 2020, ovvero nell’anno del lockdown, il turismo sull’isola di Ischia è crollato. Il dato è noto a tutti. Adesso a certificarlo è l’Istat – Istituto nazionale di Statistica – che ha fotografato il turismo in Italia nel 2020. Rispetto al 2019, infatti, non c’è nessun Comune isolano tra le mete top 50. L’anno precedente Ischia e Forio erano presenti tra i primi 50 Comuni d’Italia per il numero di presenze negli esercizi ricettivi. Nel corso dell’anno pre pandemia i dati sul turismo in Italia sono ancora buoni anche se in calo rispetto alle ottime annate del 2016/2018. Il Comune isolano che ha avuto più turisti è stato quello di Forio che si attesta come 39esimo Comune d’Italia con più turisti con oltre 1milione e 295presenze a fronte delle 1milione e 327mila presenze registrate nel 2018. A seguire, alla 41esima posizione, c’è Ischia con 1milione e 236mila turisti rispetto al milione e 278mila turisti. Numeri minori per gli altri Comuni che, messi insieme, non arrivano al milione di presenze. Nel 2020, invece, né Ischia né Forio, così come nessun altro Comune isolano, sono presenti nell’elenco delle 50 mete più visitate d’Italia.  Forio nell’anno in cui abbiamo conosciuto la pandemia da Coronavirus ha registrato un calo di 827.095 presenze. Nel 2019, infatti, il totale delle presenze è stato di 1.295.862, mentre il totale presenze esercizio 2020 è stato di 468.767 con una differenza di 827.095 turisti.

N el 2020 l’Istat rileva un’offerta ricettiva di 32.202 esercizi alberghieri (-1,6 per cento rispetto al 2019) e 194.653 esercizi extra-alberghieri (+4,9 per cento). A seguito della pandemia da Covid-19 i flussi turistici si dimezzano rispetto all’anno precedente generando una crisi del settore, che fino a quel momento aveva registrato una crescita costante, senza precedenti. Il flusso dei clienti nel 2020 è di circa 208,4 milioni di presenze, in calo del 52,3 per cento rispetto al 2019, con una permanenza media di 3,74 notti. Nello stesso anno l’indice del fatturato nel settore dell’alloggio cala del 54,2 per cento. L’area preferita resta il Nord-est per entrambe le componenti della clientela; la maggior parte dei flussi turistici si concentra prevalentemente tra luglio e settembre. Rispetto al 2019, nei mesi da giugno a settembre 2020 il calo di presenze ammonta a 113,5 milioni. Negli esercizi ricettivi dei 50 comuni italiani più turistici si registrano, nel 2020, 73,8 milioni di presenze. Roma continua ad essere la principale destinazione con circa 6,5 milioni di presenze, perdendo però, rispetto al 2019, 24,5 milioni di presenze. La domanda turistica italiana subisce nel 2020 l’impatto della pandemia da Covid-19, toccando il livello minimo registrato nella serie storica dal 1997: i viaggi di residenti dentro e fuori il territorio nazionale scendono a 37 milioni e 527 mila, valore quasi dimezzato rispetto al 2019 (-47,3 per cento). La durata media dei viaggi, invece, aumenta lievemente, attestandosi a 6,2 notti per un totale di 231 milioni e 197 mila pernottamenti (-43,5 per cento rispetto all’anno precedente). Crollano dell’80 per cento i viaggi all’estero, mentre le mete italiane sono colpite in misura minore (-37,1 per cento). Il bilancio della pandemia in termini di viaggiatori è particolarmente grave: la percentuale di residenti che in media hanno effettuato almeno un viaggio passa dal 24,2 per cento del 2019 al 13,1 per cento del 2020.

Secondo l’Annuario statistico italiano dell’Istat che offre di anno in anno una sintesi conoscitiva preziosa e autorevole della statistica ufficiale e un ricco ritratto della nostra società e della sua evoluzione, nel 2020, negli esercizi ricettivi dei cinquanta comuni italiani più turistici, si concentrano 73,8 milioni di presenze, pari al 35,4 per cento del totale. Qui, rispetto al 2019, sono mancate 105,7 milioni di presenze. Queste destinazioni, nel loro complesso, assorbono quasi un terzo delle presenze della componente residente della clientela (32,8 per cento) e il 41,0 per cento di quelle dei non residenti e sono principalmente localizzate nell’Italia settentrionale (Prospetto 19.6). Anche per l’anno 2020, nonostante la pandemia e la quasi totale assenza di turisti stranieri, Roma si conferma la principale destinazione con 6,5 milioni di presenze, che rappresentano il 3,1 per cento del totale nazionale (2,5 per cento della clientela residente e 4,4 per cento di quella non residente). Rispetto al 2019 perde 24,5 milioni di presenze con una flessione del 79,0 per cento. Rimini, quinto comune per numero di presenze nella graduatoria del 2019, diventa con 3,9 milioni di presenze secondo nel 2020, superando Venezia che si posiziona al terzo posto con 3,6 milioni. Rispetto al 2019 il comune di Venezia perde infatti 9,4 milioni di presenze (-72,5 per cento la variazione delle presenze rispetto all’anno precedente). Milano passa dalla terza alla quarta posizione con 3,4 milioni di presenze, perdendo 9,1 milioni di presenze rispetto al 2019 (-73,1 per cento). Accanto alle grandi mete turistiche continuano ad avere un numero di presenze piuttosto elevato, anche nel 2020, comuni come Cavallino-Treporti, Jesolo, San Michele al Tagliamento e Caorle, che seppur di dimensioni demografiche contenute, essendo tutti localizzati in prossimità di Venezia registrano in proporzione un numero di presenze rilevanti. Il primo comune del Sud Italia presente nella graduatoria 2020 è Vieste, che – con circa 1,5 milioni di presenze, pari allo 0,7 per cento del totale nazionale – si colloca al sedicesimo posto. Il comune di Napoli, primo comune del Sud nella graduatoria 2019, occupa nel 2020 la ventisettesima posizione, perdendo 2,8 milioni di presenze con una flessione del 74,7 per cento.

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