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Ciccio Buono e Luigi Patalano, gli “angeli” isolani tornano nelle zone del sisma

Sono tornati laddove erano già stati, ma di fronte ad emergenze del genere davvero non potevano dire di no. Parliamo dei due professionisti isolani, Ciccio Buono e Luigi Patalano, che sono tornati nelle zone del centro Italia colpite dal sisma per portare il loro aiuto alle popolazioni colpite dai terribili eventi. I due tecnici, rispettivamente di Barano e Forio, sono scesi dunque nuovamente in campo (in quelle aree flagellate il 24 agosto, il 26 ottobre ed il 30 ottobre) in qualità di tecnici volontari della Protezione Civile Nazionale.

I due tecnici professionisti dopo le missioni del 13 settembre 2016 ad Arquata del Tronto e del 18 ottobre 2016 in quel di Amatrice, sono stati richiamati dalla DICOMAC di Rieti (Direzione di Comando della Protezione Civile Nazionale) a dare supporto tecnico alla protezione civile per continuare le verifiche di agibilità post sisma degli edifici pubblici e privati e quindi accertare l’entità dei danni e certificare se i cittadini possono o meno tornare in campo dopo l’ultimo violento evento sismico dello scorso 30 ottobre e delle altre scosse di assestamento che purtroppo si sono susseguite fino ad oggi. I nostri due concittadini sono partiti da Ischia mercoledì 15 febbraio per dirigersi presso la DICOMAC reatina per essere poi successivamente assegnati al CRM (Centro Regione Marche) di Marcerata. Da lì hanno avuto come prima destinazione Ascoli Piceno, facendo base a Roccafluvione. Per quanto riguarda la situazione generale attualmente in essere nelle zone del sisma di Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio, le notizie che ci sono pervenute dai due tecnici telefonicamente sono di quelle che in generale non fa affatto piacere sentire.

Ancora oggi, infatti, la Protezione Civile Nazionale sta affrontando il delicato problema relativo agli sfollati e assistiti e non è roba da poco laddove si consideri che parliamo di oltre 50.000 persone. La zona del sisma, peraltro, ha colpito un’area decisamente estesa e che è pari a circa 1.100 chilometri quadrati partendo da L’Aquila e dintorni a sud ed arrivano fino a Tolentino, Camerino e Macerata sul versante nord. Non solo, per rendere l’idea dei numeri e del lavoro che c’è da affrontare, basti pensare, come hanno ricordato a Il Golfo Buono e Patalano, che «gli edifici pubblici e privati che devono ancora essere ispezionati dai tecnici specializzati sono circa centomila». Ciccio Buono e Luigi Patalano hanno iniziato le ispezioni di pertinenza già nella mattinata di giovedì 16 febbraio arrivano al COC di Ascoli Piceno dove hanno ricevuto un dettagliato elenco di sopralluoghi da effettuare all’interno del centro storico tra i quali la verifica dello storico edificio attualmente sede della Camera di Commercio di Ascoli. Tra i vari sopralluoghi che sono stati svolti, molti di essi riguardano la verifica ispettiva più approfondita delle schede Fast che altri tecnici non abilitati alle procedure AEDES hanno presentato precedentemente. Come previsto dal decreto emanato dalla presidenza del consiglio dfei ministri, le verifiche che i nostri due concittadini stanno effettuando sono e restano vincolanti e imprescindibili affinchè le persone che hanno subito danni alle loro abitazioni possano accedere ai fondi per la ricostruzione che il governo metterà a breve a disposizione per le popolazioni delle zone colpite dal sisma.

«Tra il 18 e il 20 abbiamo eseguito circa venti sopralluoghi – spiegano Ciccio Buono e Luigi Patalano – dei quali oltre la metà ha dato come esito quello dell’inagibilità.  Si tratta di fabbricati abitati e sui quali per quelli dichiarati non agibili, il sindaco emetterà ordine di sgombero immediato. Queste famiglie ci attendevano con ansia, senza rendersi conto che la nostra decisione avrebbe cambiato il corso della loro quotidianità. Uscire da queste case  guardando in faccia genitori e bambini che giocano ed essere consapevoli che la nostra decisione sottoscritta farà uscire di casa tutta la famiglia non ti fa stare bene con la mente. E tutti i giorni pensi sempre a loro e a dove andranno e come vivranno nei prossimi mesi. Non e affatto bello, ma e quanto ci chiedono di fare». Anche perché la sicurezza, mai come in questi casi, è davvero una priorità assoluta.

Corrado Roveda

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