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Kosmopolis e le nuove povertà

Di Isabella Puca

foto Francesco Di Noto Morgera

Forio – È stato scelto il centro d’accoglienza foriano dedicato alla figura di “Giovanni Paolo II” come luogo per il quarto incontro di Kosmopolis, la scuola di formazione politica, organizzata dall’ufficio di pastorale sociale della Diocesi di Ischia. La scuola, giunta quest’anno al suo quarto anno di attività, ha affrontato fin ora temi di fortissima attualità e continuerà a farlo nel corso dei prossimi incontri. Il tema della lezione di ieri è stato “le nuove povertà” e ha visto l’intervento del professor Gennaro Iorio della facoltà di sociologia di Salerno. Tra gli uditori molti giovani ischitani tra i 17 e i 35 anni che, dopo i 6 incontri frontali – i prossimi ci saranno il 12 marzo, il 23 aprile  e il 21 maggio – prenderanno parte a 6 laboratori legati a temi specifici e d’interesse locale. È stato Antonio Pisani a moderare l’incontro invitando a introdurre  uno dei giovani attivi della scuola, Gianluca Castellaro, allievo di kosmopolis anche nelle precedenti edizioni. È stato lui a presentare gli anni di lavoro di questo progetto di formazione sociopolitica che ha visto tra i tanti un progetto davvero interessante dal titolo “mare nostrum” che indaga sulla qualità del nostro mare e del rapporto che questo intercorre con gli ischitani. «Capire la politica significa essere preparati, – ha detto ai ragazzi Antonio Pisani –  capire le vicende, informarsi e partecipare;  è tutto ciò che noi facciamo con kosmopolis un po’ come se fosse un piccolo laboratorio. Incontrarci in questo luogo assume un alto valore simbolico. Durante quest’anno,  dedicato alla Misericordia,  si può sperimentare partecipando attivamente a una vita vicino agli ultimi che, molto spesso, abbiamo intorno e non ce ne accorgiamo. Fa più politica un posto così che altri». A presentare il lavoro compiuto dal centro, affidato alla Caritas dallo scorso agosto, sono state Luisa Pilato e Mariaconcetta che dopo aver portato i saluti di Don Gioacchino, responsabile della Caritas per Ischia, hanno raccontato quella che è la loro esperienza al centro dove, da un mese e mezzo, oltre ad accogliere i senza fissa dimora vengono accolti anche i richiedenti asilo; tutto questo per volere del Vescovo.

«La sfida che ogni giorno viviamo in questo centro – ha preso a raccontare Luisa ­è quella di vivere nella prossimità di chi ha bisogno, non solo dal punto di vista materiale ma anche dal punto di vista affettivo, di relazione, di rapporti. Sperimentiamo ogni giorno, che la condivisione è lo strumento che dà più a chi dà che a chi riceve. Il vescovo ci ha aiutato a essere tutti partecipi e quindi c’è questa gara di solidarietà che coinvolge dalla singola richiesta materiale, alla richiesta di professori volontari per insegnare loro la lingua italiana. Con Mariaconcetta da fine agosto ci troviamo a vivere questa esperienza». Le due volontarie del centro hanno sottolineato che, ad essere accolti nel centro, sono anche persone locali che si ritrovano improvvisamente senza casa e senza lavoro. «Purtroppo – ha precisato Mariaconcetta – possono essere ospitati in un periodo breve, ma in quei giorni tentiamo di far capire loro che non sono soli, li aiutiamo non solo materialmente, ma anche a trovar loro quel lavoretto che può reinserirli nella vita. Non è per niente facile, le istituzioni e la sanità sono carenti. Ci rattrista verificare che questo centro è l’ultima spiaggia per quelli che non ritrovano risposte istituzionali».  Ciò che sorprende positivamente le volontarie stesse è il processo di risposta alla solidarietà che arriva da chi ha meno, persone già abituate alla condivisione. I forti valori da cui è animata la rete, attiva all’interno del centro d’accoglienza foriano, sono gli stessi che reggono in piedi Kosmopolis un’esperienza importante per molti giovani ai quali viene offerta la possibilità di dare  uno sguardo più ampio alle problematiche della nostra società. La lectio magistralis sulle nuove povertà è stata affidata al professor Gennaro Iorio, professore di sociologia all’università di Salerno. «Tutte queste esperienze di partecipazione e formazione -ha detto ai ragazzi della scuola – per me sono un’occasione di arricchimento. Siamo un gruppo di persone che riflette per produrre dei cambiamenti. Il concetto chiave dell’ultima enciclica di Papa Francesco, dedicata all’ambiente, non guarda solo a quest’ultimo; c’è una visione complessiva e, per la prima volta, c’è quest’orientamento che lavorare per un ambiente più sano significa lavorare contemporaneamente a favore dei poveri. Fare qualcosa per gli ultimi non è solo un’ opzione di valore, significa fare qualcosa di vantaggioso per tutta la società. Se noi facciamo qualcosa a vantaggio dei poveri è a vantaggio di tutti, e si vede nel caso specifico dell’ambiente. Quest’ultimo con i suoi disastri ha l’impatto principale e i primi a pagare quest’ effetto sono proprio i poveri. Dall’enciclica si capisce che niente è pensabile più separato da tutto il resto, i fenomeni hanno effetto su tutti noi. Bisogna acquisire questa consapevolezza che quello che facciamo nella nostra vita ha effetti globali. Tutto è connesso. Il cambiamento climatico riduce la produzione agricola e a pagarne sono i poveri».

Il professor Iorio ha introdotto quindi il nuovo livello di coscienza, quella “bio sferica” che ci dice che i processi geologici e quelli biologici sono interconnessi; siamo, infatti, parte di un unico organismo vivente, le nostre azioni hanno effetto sulla casa comune che è l’ambiente. «L ‘abbondanza va declinata con il tema della sostenibilità del pianeta, – ha continuato il professore – dobbiamo prenderci cura dell’impronta ecologica delle nostre azioni soprattutto quella produttiva. Ci sono nazioni che hanno un reddito nazionale di 12mila euro pro capite e usano per il loro stile di vita circa 3,5 ettari a persona, in termini di terra e acqua che consumiamo. I più poveri utilizzano 1,8 ettaro a persona. Significa che molti vivono in maniera confortevole distruggendo, però, l’ambiente. Per avere una vita eco- compatibile dobbiamo stare attenti a cosa mangiamo e a quale energia usiamo. Ogni crescita in termini di reddito aumenta anche la felicità, ma le ricerche ci dicono che quest’ incremento di ricchezza, è correlato all’aumento di felicità fino a un certo punto. Oltre un certo livello c’è una disgiunzione tra felicità e ricchezza. Soddisfatti i bisogni essenziali, la felicità dipende dal livello di riconoscimento e di appartenenza».

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Il sunto di tutto il discorso del professor Iorio è che bisognerebbe adottare  uno stile di vita diverso. Da un discorso generale si è poi arrivati alla realtà della nostra isola. La scuola di Kosmopolis ha ben pensato di portare un esempio concreto di povertà facendo intervenire Nunzia Mattera, presidentessa dell’Associazione Catena Alimentare Casamicciola. Qualcuno tra gli uditori ha mostrato di conoscere già questa realtà che, nata da appena un anno, sta crescendo a dismisura. Nunzia ha raccontato la realtà di questa catena alimentare dove, ciascuna persona che aiuta, diventa una maglia della catena che si stringe sempre più, come fosse un abbraccio, intorno alle persone in difficoltà, «un anno fa, fuori la porta del mio parroco c’era una fila di persone che chiedeva aiuto. Presa coscienza di quella realtà ho lanciato tramite Facebook il mio grido d’aiuto così da riuscire a dare una mano alle persone in difficoltà; all’inizio ne erano 18, oggi ne sono 400. Ogni sabato consegniamo 52 spese, in queste famiglie ci sono 70 bambini, il più piccolo ha 7 mesi un altro arriverà  a marzo». Le persone che chiedono una mano alla Catena Alimentare continuano ad aumentare, tra questi c’è chi guadagna 12 mila euro al mese e tra bollette e affitto da pagare è costretto a rivolgersi alla Catena Alimentare per mangiare. «A Ischia, la povertà c’è. Ogni sabato, queste famiglie vengono in sede per la spesa e ti ricambiano con un abbraccio. Un’esperienza che ti cambia la vita. Ragazzi imparate a donare, sensibilizzatevi a questi problemi. Non dimenticate che Ischia non è immune. Il povero di oggi non è quello di una volta con le toppe alle ginocchia, la cosa più bella non è  ricevere, ma donare».

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