La benedizione alla bellezza pura del” piennolo” appeso dei nostri pomodori. L’isola contadina mostra il meglio dei suoi vari terreni coltivati e rilanciati
Dai pomodori coltivati e raccolti nei vari terreni dell’isola al piennolo bello e pronto, il passo è di qualche mese, il tempo della prima maturazione in attesa di arrivare al top. La pratica è la solita, semplice, appassionata, tradizionale, dall’autentico sapore contadino. In questi giorni incomincia ad apparire nitida, splendente la bellezza pura del piennolo dei nostri pomodori incastrati a cascata l’uno accanto all’altro con dei fermi interni solidi e resistenti dei loro stessi rametti aggrovigliati tali da formare una perpendicolare catena occulta da cui pendono attaccati i pomodorini divenuti morbidi e rossi per l’attenta conservazione.
Sotto i pergolati, negli androni a vela nella pietra verde, nelle anticamere delle cantine del Ciglio, di Piano Liguori, delle Chianole, di Noia, della Starza, di Monte Vico, di Panza, di Campagnano, del Bracconiere, del Paradisiello, della Rita, sulla Borbonica, fino a Serrara e Fontana. insomma fin dove abbonda la coltivazione di pomodori da piennolo, l’usanza antica di esporre appesi gli amati piennoli è caratteristica e manifestazione estetica delle case rurali di ogni singola località fra quelle elencate e non solo. L’esperto Gianni Ferramosca in un suo “saggio” sul pomodori da piennolo, ha scritto: “La buona abitudine di conservare i pomodori “appesi”, ha sempre fatto parte della mia vita.
E’ un piacere vederli pendere dal soffitto, danno, infatti, una idea chiara di chi abita la casa dichiarando, così, uno stile di vita sano ed in sintonia con la natura. La ‘nzerta, da sempre associata al mondo rurale, oggi si riscopre come uno dei metodi di conservazione più salutari, ma anche più versatili, adatta ad una moltitudine di preparazioni che la rendono una delle protagoniste indiscusse della cucina, soprattutto mediterranea”.La “nzerta” cui ha fatto cenno sopra Ferramosca è un termine pugliese che significa mettere insieme grappoli di pomodori attaccati coi loro i rametti ad un filo solido appeso tanto da formare il piennolo. A Ischia tale termine non si usa. Da sempre si preferisce parlare di piennolo e basta.
Del resto Il nome Piennolo significa pendolo e simboleggia la tradizionale pratica di raccogliere il pomodoro in grandi grappoli da far maturare lentamente tenendolo pendente al soffitto di un luogo fresco e ben areato. Il pomodoro del Piennoloha una forma ovale di modeste dimensioni, presenta buccia spessa e una polpa soda e compatta. La sua particolarità è proprio la polpa dal sapore particolarmente dolce e una nota finale acidula che lo rende fresco.
Grazie alla sua elevata quantità di acidi organici, il pomodoro del piennolo si può conservare a lungo. Sull’isola, gli ultimi raccolti si conservano fino al periodo natalizio, senza l’ausilio del frigo naturalmente. il periodo migliore per fare i piennoli è l’inizio dell’estate. Il motivo è facilmente intuibile: poiché il fine è avere una scorta di pomodori per l’autunno e l’inverno, bisogna provvedere subito, appena maturano le prime “sciocche”.Non farlo potrebbe esser rischioso. Un temporale, una grandinata o qualsiasi altro evento meteorologico avverso potrebbe infatti danneggiare raccolto e provviste. Ovviamente, se il tempo invece si mantiene clemente, si può continuare a intrecciare i piennoli durante tutto il periodo estivo.
Le piantine di pomodoro, come l’ uva vogliono il sole che le “riscalda” e le faccia maturare ed “addolcire” nei tempi giusti. Non tutti i terreni dell’isola elencati sopra sono assolati in continuità. Laddove il sole batte meno che negli altri posti, i pomodori da piennolo tardano il loro iniziale processo di maturazione e la loro raccolta viene posticipata, ma sempre in tempo per essere…appesi. Al Ciglio, a Pino Liguori, a campagnano a Fontana ed in tanti altri luoghi di campagna della nostra isola i piennoli di pomodori in questo periodo sistemati in bella mostra sotto i soffitti fanno tra l’altro da spettacolare ornamento alla casa rurale che li conserva. Oltre allo spago, a Ischia per fare i piennoli di pomodoro si usano anche i rami di ginestra.
Il vantaggio è duplice: con la ginestra, infatti, basta un unico avvolgimento perché i pomodori aderiscano perfettamente al ramo. Il secondo vantaggio è che attorno i rami di ginestra, i pomodori, stando più larghi, si conservano più a lungo. A patto, ovviamente, di conservarli in un ambiente adatto: appesi al muro o alla soffitta di un luogo fresco e asciutto, magari una delle tante cantine che ci sono a Ischia. Insomma, l’arte del “piennolo” è l’ennesimo capitolo della grande natura dell’isola d’Ischia. Un’isola di terra in cui i contadini hanno sempre avuto un ruolo preponderante nella vita della comunità.
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