CRONACAPRIMO PIANO

La Bianco ha già le idee chiare: «Potenziare l’organico del Rizzoli è la priorità»

La neo direttrice sanitaria dell’ospedale di Lacco Ameno parla del nuovo incarico con ambizioni, obiettivi e propositi in una lunga e interessante intervista rilasciata a Il Golfo

Durante la conferenza stampa di sabato scorso all’Ospedale Rizzoli, il dottor Antonio D’Amore, direttore generale dell’Asl Napoli 2 Nord, ha dato il suo benvenuto alla dottoressa Elvira Bianco, chiamata a dirigere il nosocomio di Lacco Ameno, dopo i due anni e mezzo circa della direzione Capuano. Durante il weekend abbiamo posto qualche domanda alla neo-direttrice sanitaria, “importunandola” durante la sua ricerca di un appartamento da prendere in affitto sulla nostra isola, dove vuole trasferirsi stabilmente per concentrarsi al meglio sul suo nuovo incarico.

Dottoressa Bianco, congratulazioni per la sua nomina, e benvenuta sull’isola d’Ischia. Ci racconti un po’ delle sue esperienze pregresse.

«Sin dal 2012 sono stata nello staff della Direzione generale dell’Asl di Avellino, dove ho maturato un’esperienza quotidiana che reputo preziosa, soprattutto in prospettiva di questo nuovo incarico».

Quali sono state le sue prime impressioni in questa presa di contatto con la realtà della sanità isolana?

«L’ospedale Rizzoli possiede una tecnologia avanzatissima. È dotato di bellissime sale operatorie, credo che sia uno dei pochissimi presidi ospedalieri che di fronte alla sala parto ha l’area di chirurgia ginecologica, si tratta di una circostanza rarissima. Inoltre, come ha annunciato il direttore D’Amore, sono arrivati i macchinari per le dialisi. Dunque, dal mio punto di vista, si tratta di un ospedale con ottime basi e grandi margini di miglioramento, e tale miglioramento costituisce la mia missione».

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«Il Rizzoli dispone di tecnologie avanzatissime e di direttori di struttura complessa molto competenti. Di contro la carenza di personale resta la principale criticità»

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Questi i pregi.  Dove invece ha notato le carenze più vistose (forse diventa troppo facile rispondere “in termini di organico”)?

«È proprio così: il punto debole dell’ospedale Rizzoli è proprio la carenza di personale. Tuttavia va tenuto ben presente che tale carenza è un fenomeno che si registra in tutta la sanità campana così come a livello nazionale: purtroppo è una tendenza generalizzata, e Ischia non fa eccezione. Tuttavia c’è un’altra cosa positiva che ho riscontrato, ed è quella di poter contare su direttori di struttura complessa tutti molto bravi. L’ospedale funziona bene se ci sono ottimi primari, oltre al resto degli operatori. Il mio primo compito è fare squadra con loro, condividendo tutti insieme gli obiettivi d’innovazione».

Dunque ha già avuto modo di conoscere il personale del Rizzoli.

«Sì, lo scorso lunedì mattina, appena arrivata sull’isola, ho fatto il giro di tutti i reparti dell’ospedale e ho voluto conoscere tutti i primari e naturalmente tutti gli operatori che in quel momento stavano prestando servizio. Gli altri sono poi venuti a salutarmi di persona, e la cosa mi ha davvero fatto molto piacere. Giovedì invece mi sono recata al presidio San Giovan Giuseppe dove sono dislocati i reparti di oncologia e di dialisi».

Quali sono le priorità da affrontare?

«In questo momento la priorità è prepararsi ad affrontare “l’ondata” estiva di utenti. Di conseguenza punterò moltissimo sull’organizzazione interna del Pronto Soccorso, di Medicina, dei posti letto, della chirurgia d’urgenza, per garantire l’assistenza necessaria per la popolazione isolana che d’estate arriva perfino a quadruplicarsi. D’inverno ci sarà invece modo di pensare con più calma a valutare ulteriori interventi e pianificazioni a medio termine. Naturalmente continueremo a fare pressioni per ottenere il personale che ci serve: questa è una “priorità permanente”».

Il personale medico e paramedico  continua a “snobbare” l’isola in termini di esperienza professionale. L’insularità, e nello specifico Ischia, fanno davvero così paura?

«La priorità immediata è affrontare al meglio la stagione estiva, con la popolazione isolana che arriva addirittura a quadruplicarsi»

«Secondo me non si tratta di paura, ma soprattutto dei  disagi che l’insularità comporta. Io vengo dall’entroterra campano, e anche in quelle zone esistono difficoltà analoghe. La maggior parte della popolazione è concentrata nelle città metropolitane, quindi  medici e altri operatori sanitari vincono concorsi per queste zone più disagiate potendo tornare vicino casa. Facendo una battuta, Ischia dovrebbe “produrre” più medici e più personale sanitario locale. I miei collaboratori sono tutti in possesso di elevatissime professionalità, ma naturalmente chi è ischitano ha tutto un altro “sentimento” se vive e lavora qui. Penso sia una cosa normale».

Quindi l’obiettivo perseguito dalle amministrazioni locali di ottenere il riconoscimento formale di Ischia come zona disagiata, con gli annessi incentivi, quanto potrebbe contribuire a una svolta positiva?

«Non so se tale riconoscimento potrebbe cambiare sostanzialmente le cose. Di sicuro noi faremo tutto quello che è necessario per assicurare il miglior servizio possibile nel garantire l’assistenza sul territorio. Se poi il riconoscimento legislativo di zona disagiata consentirà alla Regione di fornirci ulteriori risorse, ben venga».

Si parla di un possibile ricorso contro la sua nomina a direttrice sanitaria.

«Va riconosciuto che l’insularità scoraggia il personale, anche se tali fenomeni si verificano anche nelle aree montane. Non so se il riconoscimento di zona disagiata cambierà sostanzialmente le cose»

«Vista l’esperienza maturata all’Asl di Avellino, credo che i presunti timori circa la mia adeguatezza siano infondati. Se il mio predecessore ha intenzione di fare ricorso, la cosa si deciderà nelle sedi opportune, e ora non voglio entrare nel merito di queste eventuali contestazioni. In ogni caso esiste una Commissione, gli atti di concorso sono pubblici, compresa una delibera di oltre cinquanta pagine, che include tutte le votazioni relative al curriculum e alle precedenti esperienze. Sono convinta che ci sia tutta la documentazione necessaria a ritenere pienamente legittima la mia nomina».

Probabilmente avrà saputo della travagliata situazione di Villa Mercede, con la minaccia dei licenziamenti che grava sui dipendenti e sulla dismissione del Centro diurno. Si è fatta un’idea della vicenda?

«Guardi, ho sentito parlare della vicenda, ma non sono in grado di risponderle. Sono sincera: è solo da una settimana che sono in servizio all’ospedale e non ho approfondito i vari aspetti della complicata questione. Quindi davvero non sono in grado di esprimere una valutazione fondata, perché non conosco a fondo i fatti. D’altronde, come è immaginabile, sono concentrata sul mio nuovo compito e sul mio ospedale».

Un giorno si dirà soddisfatta del suo operato se avrà raggiunto quali risultati?

«Sarò soddisfatta se i miei operatori sono contenti di venire a lavorare e di garantire tutto ciò che c’è necessità di fare. In particolare, di garantire un’assistenza di ottima qualità. Questo è il mio primo obiettivo. E poi, proprio perché abbiamo un problema di carenza di personale, il personale stesso deve poter vivere e lavorare in un ambiente favorevole, in questo modo viene incentivato il raggiungimento della qualità. È tutto collegato, altrimenti finiremo col perdere anche i validi professionisti che abbiamo».

Una promessa che si sente di fare alla comunità isolana.

«La promessa è che profonderò tutto il mio impegno in questo nuovo incarico. Ho intenzione di venire a vivere stabilmente sull’isola, sto cercando casa per questo. Quindi darò la massima dedizione all’Ospedale Rizzoli e alla comunità. Sono sinceramente molto contenta di essere qui».

È un bel segnale da parte sua, oltre che lo spirito giusto per cominciare.

«Sì, ho partecipato al concorso per la Direzione sanitaria di Ischia con cognizione di causa. Parallelamente avevo partecipato anche ad altre selezioni, raggiungendo buone posizioni per diverse destinazioni, quindi le posso dire che il venire qui è stata una mia decisione».

Al di fuori della sanità, quale idea si è fatta della nostra isola?  

«Guardi, io sono calabrese, ma da quando vivo in Campania, a partire dal 2006, vengo regolarmente in vacanza a Ischia, ogni anno. È la mia meta abituale di vacanza, e la trovo meravigliosa, un’isola da sogno, piena di località incantevoli. Gli isolani invece non li conosco molto, ma tramite il mio lavoro avrò occasione di imparare a conoscerli, e sono convinto che mi troverò bene come finora mi è sempre capitato durante i miei frequenti soggiorni sull’isola».

Dottoressa Bianco, la ringraziamo del tempo che ci ha dedicato e le auguriamo buon lavoro insieme ai suoi collaboratori.

«Grazie a Lei».

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