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La caccia al voto, la giunta, il futuro: Paolo e l’analisi del voto ischitano

Nuovamente rieletto in consiglio, l’assessore uscente commenta l’inedita campagna caratterizzata dalla competizione interna e i risultati elettorali

Come si riassume in un minuto la campagna elettorale rappresentata esclusivamente dalla sfida interna? Qual è l’analisi di Paolo Ferrandino?

«È stata una grandissima bagarre, una tenzone scatenatasi tra le liste della stessa coalizione per arraffare consensi fino all’ultimo voto. Il risultato finale a livello di coalizioni era ovviamente scontato, ma la campagna avrebbe potuto essere un po’ più tranquilla, invece comunque non sono mancati gli “spintoni” e sgomitate che a volte sono anche state fuori luogo».

«A dispetto del risultato finale scontato, durante la campagna non sono mancati gli “spintoni” e le sgomitate che a volte sono anche state fuori luogo»

La sua lista è stata l’unica a raccogliere un solo seggio. Lei e Giovanni Sorrentino avete fatto il massimo, ma davvero era impossibile fare meglio?

«Non era impossibile fare meglio. Il punto è che ho anche tentato un innesto di persone giovani, in maniera tale di far nascere un po’ di passione in una fascia d’età che è molto lontana dalla vita amministrativa e dai problemi del paese. Qualche giovane sono riuscito a tirarlo a bordo, dunque alcuni semi di partecipazione credo che siamo riusciti a seminarli. Ho puntato sul rinnovamento e non tanto sulla quantità. Mi auguro che di questa esperienza qualcosa rimanga, almeno nei giovani che mi hanno affiancato e in chi li ha conosciuti e in alcuni casi anche votati, con la speranza che possano affacciarsi anche sulla scena amministrativa. È da loro che ci si aspetta una partecipazione per il domani. Credo che questa generazione, parlo della mia, abbia fatto il suo tempo, continuerà a farlo per questi altri cinque anni, ma poi sarà necessario un ricambio».

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Si aspettava l’exploit di Gianluca Trani e come lo giudica?

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«Da un certo punto di vista era prevedibile, visti i suoi trascorsi in fatto di consensi ottenuti in passato, senza dimenticare la sua candidatura a sindaco cinque anni fa. Forse non mi aspettavo un numero così elevato di preferenze: comunque l’exploit c’è stato, buon per lui. Mi auguro che non abbia fatto troppi “debiti” in giro, se poi non si sa che in che modo saldare. Penso che il paese non sia disposto a pagare i debiti di qualcuno, ma sia in attesa di soluzioni ai problemi della collettività».

«L’exploit di Gianluca Trani era prevedibile, ma forse non con queste dimensioni: buon per lui. Mi auguro che non abbia fatto troppi “debiti” in giro, perché il paese è in attesa di soluzioni ai problemi della collettività»

Guardando i singoli, c’è qualche performance che ti ha particolarmente sorpreso e da chi magari si aspettava di più?

«Tutti coloro che hanno fatto coppia con candidate, dove entrambi erano grandi portatori di voti, hanno avuto grandi affermazioni, anche se credo che non sia questo il reale spessore dei candidati. Sicuramente alcuni hanno realizzato performance incredibili, ma ripeto, molto è dipeso dal tipo di accoppiata: dove entrambi erano mediamente “competitivi”, il risultato è venuto per tutti e due. Per il resto, non ho la fortuna di conoscere tutti i candidati, ma credo che alla fine si siano realizzate le giuste proporzioni in funzione dei candidati schierati. Adesso l’importante è amalgamare gli eletti per cercare di formare un’amministrazione numericamente forte e incisiva sul campo, nella prospettiva della risoluzione dei problemi».

«Penso che col tempo emergerà qualche differenza tra le anime della maggioranza, perché nell’affrontare i problemi ciascuno porterà la propria valutazione, quindi ci saranno momenti di confronto che mi auguro siano sempre democraticamente corretti e costruttivi»

La presidenza del consiglio comunale e cinque assessori ma sette pedine da piazzare: come si fa ad accontentare tutti?

«Non credo che si faranno le ripartizioni secondi i criteri di rappresentanza di lista. Penso che considerare il presidente del consiglio sullo stesso piano di un assessore sia inadeguato, perché il presidente non si dimette da consigliere, quindi ha il doppio vantaggio di avere una carica importante e di non doversi dimettere da consigliere, dunque penso che tale carica valga qualcosa in più. E credo che anche la carica di vicesindaco valga un po’ di più di quella di assessore. Infine penso che il sindaco saprà tener conto dell’impegno e del sacrificio di tutti: non parlo di me, ma degli equilibri generali. Sarà il primo cittadino a dover scegliere la migliore squadra per fronteggiare le sfide attuali e quelle dei prossimi cinque anni».

Un consiglio comunale senza minoranza, per un vecchio lupo di mare della politica come Lei, non è un qualcosa di “drammatico”?

«Potrebbe essere così, però penso che col tempo lungo il percorso qualche distinguo tra le anime della maggioranza ci sarà. Non tanto per voglia di emergere tra gli altri, ma soprattutto perché nell’affrontare i problemi ciascuno porterà la propria valutazione e i momenti di confronto comunque verranno: io mi auguro e spero che ci siano, e che siano sempre confronti democraticamente corretti e costruttivi».

«Io di nuovo assessore? L’importante è che Enzo, al quale mi lega un rapporto di grande fiducia, sappia comporre una giunta incisiva. Se poi dovesse chiedermi di far parte della squadra, sarò pronto a dare il mio apporto»

Resterà in consiglio o vestirà di nuovo i panni di assessore?

«Questa è una bella domanda. Io mi auguro, e lo dico con grande onestà, che il sindaco pensi a una giunta che non sia concepita in funzione dell’ “accontentare”, ma che sia una giunta di proposizione, di incisività e di esperienza. Personalmente ho un rapporto di grande fiducia con Enzo Ferrandino, anche al di là dell’aspetto amministrativo: sarei pronto a dare il mio apporto se egli dovesse chiedermi di far parte in qualche modo della squadra, e non mi preoccuperei che qualcun altro un domani possa mettere il veto sulla mia persona influenzando il sindaco. Non credo che qualcosa del genere possa succedere, per nessuno di noi. Enzo saprà comporre la squadra più giusta».

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Corry54

nel dopo elezioni, tutti a leccare la goccia di brodo che trasuda dalla pentola, elezioni Democratiche, dove c’è stato una unica lista ed ha vinto l’unico candidato a sindaco. Cose che possono succedere solo a Ischia, lasciando ai carnivori amministratori di riempire le proprie tasche per altri cinque anni, e continuando a rovinare l’Isola. A Ischia-Ponte illuminazione pessima,vorreri sapere chi pensa simili sconcerie.Oggi sono buono e mi fermo qua

Luigi Boccanfuso

Parole calibrate per elemosinare l’assessorato,ma la vedo dura perché i topi di Willard sono diventati troppi…

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