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La caccia riapre e in anticipo e scoppia la polemica

Nonostante la gravissima siccità e gli incendi devastanti, che hanno determinato uno stato di emergenza diffuso nel nostro Paese, anche quest’anno la caccia si aprirà in anticipo. Sabato 2 settembre, infatti, in tutte le Regioni, con l’eccezione di Liguria, Abruzzo e Trentino Alto Adige, si sono effettuate le preaperture, un regalo che le Regioni consegnano ai cacciatori e che permettono di allungare di ben tre settimane la stagione venatoria. Una solerzia, nel consentire di uccidere ancora più animali selvatici, che le Regioni non hanno mai dimostrato nel caso opposto, quando viene richiesto un intervento di tutela e quindi di riduzione della stagione venatoria. Pochi giorni fa l’Ispra, il massimo ente nazionale per lo studio sulla fauna selvatica, ha emesso una serie di misure di limitazione alla caccia, che le Regioni avrebbero dovuto adottare allo scopo di contenere l’impatto negativo sugli animali, già stremati da una stagione estiva drammatica. Tuttavia dalle Regioni non c’è stato alcun provvedimento nel senso indicato dall’Istituto. Solo Toscana e Lazio hanno deciso di anticipare la chiusura della giornata di caccia, nelle sole giornate di preapertura, rispettivamente alle ore 14 e alle ore 15.

“Provvedimenti, quelli di Toscana e Lazio, che suonano come una vera e propria beffa all’autorità statale – commenta Massimo Vitturi, responsabile LAV area Animali Selvatici – a quell’ora, infatti, i cacciatori, che cominciano la loro giornata di caccia prima delle 6 del mattino, hanno riempito i carnieri già da un bel pezzo!”. Provvedimenti esclusivamente di facciata, che non avranno alcun reale effetto di tutela sugli animali selvatici. Nonostante le richieste istituzionali, e gli appelli di Associazioni e società civile, le Regioni, quindi, danno il “via libera” al piombo dei cacciatori e al conseguente massacro degli animali che sono riusciti a sopravvivere al fuoco, alla sete e alla mancanza di risorse alimentari. Anche in Veneto, dove gli allevatori lamentano la mancanza di erba sui pascoli di montagna, ma dove la Regione non ha preso un solo provvedimento a tutela degli animali selvatici.

Il vergognoso asservimento della classe politica italiana nei confronti dei cacciatori, anche in una situazione così grave dal punto di vista ambientale, è esemplare: non è possibile attendersi nulla di positivo in favore degli animali selvatici, neppure nei casi dove le leggi sono molto chiare in proposito. “Non è più tempo di elemosinare il rispetto delle norme a un Governo sordo a ogni richiesta di tutela – conclude Vitturi – nelle prossime settimane la LAV lancerà una grande mobilitazione nazionale per chiedere l’abolizione definitiva della caccia. Finalmente i cittadini avranno l’occasione per far sentire la loro voce e, assieme alla LAV, richiedere un provvedimento che metta definitivamente fuori legge un assurdo passatempo sanguinario, che provoca la morte di milioni di animali, e che lo Stato non è neppure in grado di gestire”.

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