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La cisterna diventa un abuso, disposta una demolizione a Barano

Lo ha disposto la responsabile di settore Agnese Cianciarelli che ha firmato un’ordinanza ad hoc nei confronti di Luisa Mattera: le opere, senza titoli abilitativi, sono state realizzate in via Bosco Martino

DI GIOSUE’ ROSACROCE

Doveva essere una cisterna, alla fine pare essersi trasformato in un manufatto. Ovviamente abusivo. Da qui la decisione del responsabile di settore del Comune di Barano, Agnese Cianciarelli, di intimare la demolizione e il ripristino dello stato dei luoghi a carico di Luisa Mattera che dovrà rimuovere a sue spese una serie di opere. La vicenda in questione ha origine il 7 giugno 2021 quando da una relazione emerge che in via Bosco Martino presso una proprietà erano state realizzate una serie di opere “fuorilegge” in quanto sprovviste dei titoli abilitativi. Nel corso del sopralluogo eseguito in loco furono effettuate verifiche dello stato dei luoghi rispetto alla documentazione presente agli atti e veniva rilevato quanto segue: “Risulta realizzato il locale cisterna ed il locale tecnico, per la realizzazione di quest’ultimo non risulta acquisita autorizzazione sismica in variante, pertanto allo stato attuale è stato realizzato in assenza dell’autorizzazione sismica. Verificate le dimensioni della copertura dei locali si è riscontrato che la stessa rispetta la superficie presente in progetto ma anche allo stato attuale detti locali presentano un’altezza di circa 3 metri rispetto ai 2.50 presenti in progetto. Inoltre la copertura di detti locali emerge per circa 40 cm rispetto al piano di campagna del terrazzamento superiore quando da progetto la stessa doveva essere completamente interrata”.

La vicenda ha avuto origine da un sopralluogo del 7 agosto 2021, poi a “rimorchio” è arrivata anche una sentenza del Tar Campania che ha indotto il Comune collinare ad adottare il provvedimento. La destinataria potrà ricorrere al TAR entro sessanta giorni

Nella relazione vengono indicati anche altri abusi inerenti pali in ferro installati a mo’ di copertura e un muro posto a contenimento che presenta un andamento differente e dimensioni minori rispetto a quanto rappresentato in progetto. Ovviamente nel tempo la proprietaria dell’immobile non ha potuto fornire i necessari titoli abilitativi e nel frattempo è giunta a rimorchio anche una sentenza del Tar Campania pubblicata lo scorso 12 ottobre che recita tra l’altro: “Il provvedimento di sospensione non soddisfa pienamente l’interesse della ricorrente in quanto non realizza l’effetto perseguito dalla parte di ottenere la conclusione del procedimento con adozione di un provvedimento espresso che si esprima sulla legittimità del titolo edilizio in virtù del quale la controinteressata ha realizzato gli interventi sul suo immobile… Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania (Sezione Sesta) definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo accoglie e per l’effetto ordina al Comune di Barano d’Ischia di concludere il procedimento entro trenta giorni dalla comunicazione della presente sentenza mediante l’adozione di un provvedimento espresso”. Da qui la decisione pratica e giuridica di emettere ordinanza di demolizione delle opere in questione. La destinataria dell’ordinanza ha adesso 60 giorni di tempo per ricorrere al Tar o 120 al presidente della Repubblica.

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