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Elezioni a Lacco Ameno, la “partita” si chiude il 6 luglio

Il Consiglio di Stato ha fissato la data dell’udienza in cui potrebbe finalmente decidersi la controversia sul primo turno elettorale dello scorso settembre

C’è finalmente una data, nel lungo e accidentato cammino che dovrebbe portare al verdetto per le elezioni di Lacco Ameno. Il Consiglio di Stato ha fissato al 6 luglio la nuova udienza per sbrogliare la matassa dei ricorsi contro l’esito del primo turno elettorale nel paese del Fungo, svoltosi nel settembre scorso e finito in clamorosa parità tra le liste dei due candidati sindaci, Giacomo Pascale, uscito poi vittorioso dal successivo ballottaggio, e Domenico De Siano. È slittata dunque di un altro mese – era originariamente fissata all’8 giugno – la data dell’udienza in cui il collegio dei magistrati amministrativi dovrà valutare gli elementi raccolti dalla Prefettura nell’attività di verificazione delle schede contestate dalle parti. Un’attività che ha richiesto ben quattro accessi, a causa di alcuni errori materiali contenuti nell’ordinanza dello stesso Consiglio di Stato, che hanno provocato l’inevitabile rinvio, lasciando ancora una volta nell’incertezza il paese.

Come scrivono i magistrati nella nuova ordinanza, al momento la Prefettura ha inviato soltanto il verbale redatto lo scorso 28 maggio in occasione della conclusione delle operazioni di verifica. Manca ancora la relazione finale e la documentazione a corredo. Circostanza che, teoricamente, potrebbe provocare un ulteriore slittamento, cosa che ovviamente ben pochi auspicano.

«Al fine pertanto – continua il collegio giudicante – di non procrastinare oltre la definizione della vicenda, preso atto che la Prefettura non ha inteso chiedere alcun differimento dei termini originariamente assegnatile, nel reiterare la richiesta degli incombenti istruttori già disposti, si ritiene opportuno richiamarne il contenuto, precisandolo ulteriormente e meglio. Ciò per consentire al verificatore di chiarire riassuntivamente quanto rischia di non evincersi dai singoli verbali, coordinandone e sintetizzandone le risultanze, sì da eliminare possibili lacune o aporie rivenienti da una disamina parcellizzata.

A mero titolo di esempio, essendo stato chiarito che con riferimento al gruppo di 12 schede oggetto dell’ordinanza collegiale n. 3984/2021, undici andavano ricercate nella sez. 3 e una nella sez. 4, la lettura coordinata del verbale del 27 aprile 2021 per come richiamato in quello del 28 maggio 2021 non consente di comprendere se e dove sia stata cercata la sola scheda allocata nella sez. 4. A ciò deve aggiungersi che, in violazione della limitazione di oggetto doverosamente apposta, il verificatore ha trasmesso al Collegio, in allegato al verbale del 28 maggio 2021, schede che non corrispondono alla descrizione contenuta nell’ordinanza, “ritenendo di non disattendere” la richiesta avanzata in tal senso della difesa». I giudici si riferiscono al fatto che la difesa del senatore De Siano aveva chiesto di trasmettere al Consiglio di Stato altre sette schede, che non erano mai state oggetto di contestazione né di censura nei ricorsi delle parti, su cui imbastire ulteriori motivi di ricorso. I verificatori della Prefettura, pur accettando la richiesta dell’avvocato Gino Di Meglio, rilevarono comunque che nessuna delle schede di cui è stata richiesta la trasmissione al Consiglio di Stato corrisponde a quelle che hanno formato oggetto di contestazione nel ricorso del senatore De Siano, alle quali è limitata la verifica, stando al dettato dell’ordinanza.

In conclusione, il Collegio sollecita il deposito della relazione richiesta, specificandone nuovamente i «contenuti minimali riassuntivi ed esplicativi dell’attività svolta e delle valutazioni richieste al verificatore, distinti in tre gruppi corrispondenti rispettivamente agli 8 voti rivendicati dagli appellanti principali De Siano e Balestrieri alla Lista n. 1 (primo gruppo); ai 12 voti contestati dall’appellante principale De Siano in quanto asseritamente indebitamente attribuiti alla Lista n. 2 (secondo gruppo); ai 18 voti contestati dagli appellanti incidentali in quanto illegittimamente attribuiti alla Lista n. 1 (terzo gruppo). In particolare, per ciascuno dei tre gruppi il verificatore deve: a) indicare quante schede siano state effettivamente rinvenute, specificandone la sezione; b) limitatamente alle sole schede rinvenute, corrispondenti alla descrizione in atti, specificare i «vizi indicati dagli appellanti principali e incidentali […], effettuandone riproduzione fotografica» (v. lett. c) dell’ordinanza n. 2061/2021); c) limitatamente alle sole schede rinvenute, indicare le osservazioni delle parti, per come riportate anche nei verbali delle singole operazioni».

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I magistrati attendono di ricevere la documentazione e la relazione riassuntiva da parte della Prefettura circa le operazioni di verificazione svolte sulle schede contestate, in modo tale da evitare nuovi rinvii e di stabilire finalmente e definitivamente quale fu l’esito dello scrutinio alla Fundera

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Il Consiglio inoltre ribadisce che «resta fermo il divieto di estendere la verificazione a qualsivoglia altra scheda diversa da quelle descritte, salvo il verificatore ne ipotizzi, rappresentandone le ragioni, la riconducibilità a ridetto schema descrittivo, seppure non corrispondente alla lettera. Il Collegio ricorda infine come un paragrafo a parte della relazione debba essere dedicato all’esito del riconteggio che risulta essere stato effettuato a fronte delle rilevate discrasie tra i dati riportati nella Tabella di scrutinio e il numero degli elettori, avuto riguardo ai risultati delle sezioni 3 e 4 riferibili ai voti attribuiti alla Lista n. 2, esplicitandone la corrispondenza ai risultati ufficiali del voto». Come è noto, sono infatti emersi due voti a favore della lista di Pascale, finora mai conteggiati nemmeno nei computi totali. Fissata dunque l’udienza al 6 luglio, ci si augura che l’intera documentazione richiesta arrivi entro breve tempo, per evitare l’ennesimo defatigante rinvio, col paese ancora alle prese con l’esito di un’elezione svoltasi quasi un anno fa, che a sua volta fece seguito a un anno di commissariamento dopo la caduta della prima amministrazione Pascale, sfiduciata da una parte della stessa maggioranza.

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