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Addio a Franco Ascione, il ricordo di Lello Montuori

DI LELLO MONTUORI

Franco Ascione non è più.
Fra i primi consulenti del lavoro dell’isola in pieno decollo turistico, ischitano d’adozione, non aveva mai avuto dubbi su quale parte fare. Da quale parte stare.
Nella vita, a fianco ad Anna, bella e laboriosa da cui dipendeva -con orgoglio- come solo un marito sa dipendere.
A lavoro, perché si sentiva sempre più vicino al debole di turno.
A teatro, quando con le prime compagnie teatrali dell’isola, per passione e per diletto, si era cimentato in qualche ruolo con tanti amici di Via Leonardo Mazzella, dove ha a lungo vissuto e dov’è stato per tanti anni lo studio.
Gentile ma non lezioso, rigoroso prima con se stesso, ironico, acuto osservatore della realtà ischitana che non ha mai guardato con distanza.
Eppure avrebbe potuto.
Era diverso. Rimasto cittadino per il garbo, per l’assenza delle chiacchiere, per il modo di guardare a quest’isola che amava ma di cui vedeva contraddizioni e limiti.
Di lui mi resteranno i tanti passaggi in auto da e per casa di Marina, quando ancora non guidavo, i confronti serratissimi sulla politica sognata, lo scambio di punti di vista, quasi sempre cercato da lui per il piacere di discutere, le attenzioni piccole e grandi di quegli anni felici. Tessere di ricordi di un adolescente per qualche tempo divenuto, in quanto amico di Marina, un aggregato di casa che si è sentito accolto.
Che lui sia accolto adesso. Dove c’è Luce.
A Marina, Anna, Mino, Ale e Gigi l’abbraccio più forte.

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