CULTURA & SOCIETA'

LA CURIOSITA’ Il nome Barano compie 721 anni, la scoperta di Ivano Di Meglio

Le lancette del tempo indietro di 721 anni. Il nome Barano fa il compleanno e le ultime tracce del suo nome fanno la loro comparsa nel 1300 in un atto notarile. E’ la scoperta di Ivano Di Meglio durante la sua laboriosa marcia nel passato, scavando in documenti storici, divincolandosi tra virgole e punti di manoscritti di epoche assai lontane. Questa l’emozione della sua sensazionale scoperta: «Ragazzi, mi batte forte il cuore per la notizia. È un qualcosa di molto importante. Se ricordate, l’attestazione più vecchia che avevamo del toponimo “Barano” si riscontrava la prima volta nel 1374, nel marmo del vescovo Bartolomeo Bussolaro, conservato a Casamicciola nella ex villa Mennella, marmo in cui è ricordato l’ospicium fondato a Barano.

Sono orgoglioso di poter spostare di 74 anni le lancette all’indietro.

Barano esisteva già nell’anno 1300 (al momento). Ho ritrovato un atto nelle Corporazione Religiose Soppresse dell’Archivio di Napoli, ex Convento di Santa Maria Della Scala del 28 d’agosto 1300. Ve lo trascrivo e poi vado a modificare wikipedia ahahhah (felicissimo). Madama Maria sorrentina consenso d’Adamo Ronto suo tutore, fa vendita Borrello Amalfitano, per mezz’onza de hoc modo.

Nell’anno 1300 a 28 del mese di agosto per istrumento rogato per mano di Notare Gregorio Salvacossa di Barano, appare come a detto giorno detta Maria sorrentinafiglia del quondam liguoro sorrentino di Barano con consenso di Adamo Ronto tutore di essa Maria non per forza, ma per sua libera volontà, vende aliena et assegna a Borrello Malfitano, figlio del quondam Palumbo Malfitano, uno poco di terra, libera et inculta posta al Monte di Barano, da una parte è terra ora libera, dall’altra parte e la terra di mercatante Salvacossa, e del quondam Comado Salvacossa fratelli et Gio: Bonomano e per finto prezzo di mezz’onza d’oro, con la promessa della defensione gente e particolare, et esibirli da ogni amaritudine da qualsivoglia persona, come questo et altro appare da detto istrumento quale in carta pergamena si conserva in nostro archivio numero 207; foglio 296 La perseveranza paga sempre, ragazzi. Il viaggio continua».

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