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La denuncia di un cittadino: «L’Asl sperpera denaro per medicinali super-costosi»

di Francesco Castaldi

CASAMICCIOLA TERME – I media nazionali, a ritmo quasi giornaliero, ci raccontano storie di malasanità che avvengono in Italia, e che spesso e volentieri conducono alla morte degli sfortunati pazienti che si affidano alle cure di persone impreparate e prive del senso dell’etica professionale. Quella che però ci accingiamo a riferirvi oggi è una vicenda un po’ diversa dalle altre, ma ciò non vuol dire che sia da prendere sottogamba, anzi. Protagonisti dell’episodio in questione sono il signor Sebastiano e la sua consorte, alla quale i medici tempo fa hanno diagnosticato il morbo di Alzheimer, una malattia neurodegenerativa che prende il proprio nome dallo psichiatra e neuropatologo tedesco Alois Alzheimer, che per la prima volta (siamo nel 1906) ne descrisse la sintomatologia.

Il signor Sebastiano, che ogni anno si reca a Casamicciola per trascorrere le vacanze estive nell’abitazione di sua moglie, ha voluto denunciarci una circostanza avvenuta proprio in una farmacia della cittadina termale, e che lo ha lasciato alquanto perplesso. «Abitualmente – esordisce il signor Sebastiano – ho sempre preso l’Ebixa per curare la patologia dalla quale è affetta mia moglie. Sono dunque andato in farmacia ma mi hanno detto che l’Ebixa non contiene lattosio, per cui era necessaria un’autorizzazione del medico curante che certificasse l’intolleranza della paziente, e senza la quale mi potevano dare soltanto un medicinale generico, ovvero il  Marixino. Dal momento che mi hanno sempre insegnato che il generico è uguale all’originale, l’ho preso senza far troppe questioni».

«Il generico che conoscevo (la Memantina, ndr) – ci rivela il turista nolano – lo acquistai tanto tempo fa a mie spese e, come può appurare con i suoi occhi, esso costa 19 euro, vale a dire grossomodo lo stesso prezzo dell’Ebixa. L’ultima volta che sono andato in una farmacia mi hanno dato sempre il Marixino, ma lì per lì le confesso che non feci assolutamente caso al prezzo. Stavolta invece non ho potuto fare a meno di notarlo, e inizialmente pensavo si trattasse di un errore. Tuttavia, con mio sommo stupore, il prezzo indicato sulla confezione era proprio 140 euro! Capisco perfettamente che senza il certificato non posso avere l’Ebixa, ma mi sia dato un generico che abbia lo stesso prezzo dell’originale, e non uno che costi 140 euro, dal momento che non trovo nessuna differenza tra il generico di 19 euro e quello di 140».

«A me non esce nulla dalla tasca – specifica il signor Sebastiano – perché mi basta esibire la ricetta e il foglio del neurochirurgo (che ci mostra, ndr) e mi danno il medicinale, e questo senza che io debba sborsare neppure un euro. Mi chiedo tuttavia per quale assurdo motivo il servizio sanitario nazionale debba spendere 140 euro invece di 19. E poi, se ciò non bastasse, l’Asl ci tartassa, dicendo che una determinata visita non si può eseguire ogni sei mesi, che quest’altra cosa non la puoi fare, che devi pagare cinque euro per una ricetta, che ci vuole l’autorizzazione e tante altre belle storie».

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A questo punto chiediamo al signor Sebastiano se questa sia la prima volta che si ritrova ad essere testimone di una simile situazione. «Sì, è la prima volta in assoluto che mi capita un episodio di questo tipo. Come le ho detto poc’anzi, l’altra volta sarà accaduta la stessa cosa ma, avendo fretta di acquistare il medicinale per mia moglie, non mi sono proprio accorto del prezzo. Invece oggi (giovedì per chi legge, ndr) non appena sono tornato nella nostra casa di villeggiatura qui a Casamicciola ho aperto la busta contenente il medicinale e mi sono reso conto che esso costava ben 140 euro».

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«L’equivalente dovrebbe avere un prezzo ragionevole – afferma il signor Sebastiano – e non 140 euro, abbiate pazienza. Mi domando: ma la sanità dove li prende tutti questi soldi? Sono tutte risorse che a mio avviso vengono sottratte a coloro che ne hanno davvero bisogno. Quando mi occorre un medicinale, invece di andare dal medico e fare la fila, mi reco in farmacia, mi faccio emettere lo scontrino fiscale e poi successivamente recupero il denaro. Per noi che siamo esentati, quindi, l’acquisto dei medicinali non rappresenta affatto un ostacolo. Il vero problema è l’evidente spreco che si verifica all’interno del sistema sanitario italiano. Vorrei avere una risposta da quello pseudo ministro della Sanità e dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che dice che metterà le cose a posto, ma che secondo me non risolverà un bel niente, perché sono tutti degli autentici ladri».

«Fino a qualche anno fa – ci racconta il signor Sebastiano – quando venivo qui sull’isola andavo alla guardia turistica munito di ricette e libretto sanitario, e lì mi segnavano tutto. Un ottimo servizio, che hanno deciso di tagliare di netto per risparmiare soldi. Facendo un attimo due conti, costa di più un presidio turistico o un medicinale che ha un prezzo sproporzionato? Il ministero preferisce togliere un servizio essenziale e speculare fornendo farmaci dai prezzi vertiginosi. Un cittadino si affida al sistema sanitario nazionale nella speranza di avere un servizio qualitativamente migliore al prezzo più vantaggioso. E invece lo Stato, come al solito, offre una schifezza (sic!) di servizio, i cui costi gravano sulle tasche dei contribuenti, perché non dimentichiamoci che siamo noi a pagare la tasse da cui attinge il Governo».

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