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La Finanza setaccia il municipio di Ischia

ISCHIA – E’ una attività di indagine lunga e complessa, quella condotta dai militari della Guardia di Finanza di Ischia e che vede sotto i riflettori, e dunque monitorato ai raggi X, il palazzo municipale di via Iasolino, la sede del Comune di Ischia, al centro di un intreccio che fin qui sembra infinito. A mettere gli uomini delle Fiamme Gialle su una pista da seguire deve essere stata probabilmente o qualche denuncia o una meticolosa investigazione, fatto sta che diverso tempo fa – come i lettori più attenti ricorderanno – nel mirino si trovarono improvvisamente a finire i funzionari esterni in servizio presso l’ente pubblico. Tutto questo, basandosi sul presupposto che gli stessi per poter esercitare la libera professione avrebbero avuto bisogno di un’autorizzazione esplicita che però non figurava agli atti. Insomma, i professionisti svolgendo prestazioni diverse da quelle esterne all’attività comunale avrebbero commesso una palese irregolarità. Un’indagine, quella dei finanzieri, che peraltro poi un risultato lo produsse in prima battuta e che vide finire “immolato” l’attuale consigliere comunale Christian Ferrandino: quest’ultimo, infatti, aveva un contratto part time al 60 per cento e non massimo al 50 come prescrivono le normative vigenti e dunque davvero in questo caso non avrebbe potuto svolgere altra mansione. E questo fu anche il motivo per il quale lo stesso Ferrandino fu sanzionato e con lui – causa l’inevitabile effetto domino – anche tutti i suoi clienti, tra cui un prestigioso gruppo alberghiero isolano.

Una prima svolta significativa in questa vicenda arriva quando i tecnici esterni, finiti nel mirino della Guardia di Finanza, per difendersi dalle accuse loro indirizzate producono un’autorizzazione. E qui scatta il primo giallo, perché questi incartamenti, all’atto di una “visita” dei militari in municipio, non erano stati trovati. Che cosa era successo? Secondo quanto si apprende da fonti di palazzo, le autorizzazioni per poter ottenere il cosiddetto nulla osta all’esercizio della professione erano di fatto archiviate nel protocollo personale del sindaco Giosi Ferrandino. Ovviamente l’attività degli uomini guidati dal ten. Paolo Aiello non si è affatto interrotta ma se possibile si è addirittura implementata. Perché ovviamente le forze dell’ordine adesso vogliono essere certi dell’autenticità della documentazione prodotta dai funzionari esterni comunali ed è chiaro che questo passaggio potrebbe avere un significato importante e rivelarsi uno snodo decisivo nell’ambito del prosieguo di questa storia.

Che nel frattempo, come al solito, non è sfuggita al consigliere di minoranza Carmine Bernardo, il quale ha indirizzato giorni fa al sindaco d’Ischia un’interrogazione avente ad oggetto “operatività di protocolli diversi da quello informatico”. L’avvocato ed acerrimo avversario dell’attuale amministrazione scrive: “Lo scrivente è venuto a conoscenza che sono operativi nel Comune di Ischia protocolli diversi da quello generale ed in particolare che è presente un protocollo del sindaco gestito personalmente dalla segreteria del sindaco, nominata ai sensi dell’art. 90 TUE, alla quale sono preclusi compiti gestionali. Come sicuramente è noto alla S.V., il protocollo deve essere unico ed obbligatoriamente informatico in virtù dell’art. 50 comma 3 del DPR 445/2000; tale obbligo è in vigore a partire dal gennaio 2000 per tutte le pubbliche amministrazioni… la normativa prescrive di eliminare i protocolli di settore e di reparto ovvero tutti i registri intermedi a favore di un unico registro generale di protocollo”. Bernardo poi aggiunge senza mezzi termini che “la presenza di un protocollo gestito direttamente dalla segreteria del sindaco rappresenta grave irregolarità, sfugge ad ogni controllo della sua persona e non dà certezza sulla effettiva datazione degli atti”.

A questo punto Bernardo, nel denunciare la grave illegittimità ai destinatari della nota (il segretario comunale Giovanni Amodio, il presidente del consiglio comunale Gianluca Trani ed il Prefetto di Napoli dott.ssa Pantalone) chiede di sapere “i motivi per i quali ha consentito la presenza di tale illegittimo registro di protocollo e i provvedimenti, anche di natura disciplinare, che intende adottare nei confronti dei responsabili e quali iniziative intende adottare in relazione a quanto sopra indicato, soprattutto affinchè si realizzi nel Comune di Ischia un idoneo sistema di protocollazione digitale come previsto dalle norme citate in premessa”. Bernardo ha inoltre denunciato quanto riportato al Prefetto di Napoli chiedendo l’intervento dello stesso “per controllare che nel Comune di Ischia venga eliminato l’illegittimo sistema di protocollazione e rispettare le norme previste nonché ogni utile iniziativa, sia preventiva che repressiva, prevista dalla legge fino alla eventuale segnalazione alla Procura della Repubblica ed alla Corte dei Conti Sezione di Controllo, competente in merito ai controlli interni”.

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