CULTURA & SOCIETA'

La fotografia come punto di unione tra l’uomo e la natura

Presso Villa Gingerò, nel polo museale di Villa Arbusto a Lacco Ameno, si è tenuto il vernissage della personale “Anima mundi” di Veronica Acunto, giovane e talentuosa fotografa isolana

La fotografia, fin dal suo esordio, è un potente mezzo di comunicazione artistico, capace di catturare e trasmettere emozioni uniche. Oltre alla sua funzione documentaria, la fotografia permette all’artista di esprimere una visione personale del mondo, rendendo visibili dettagli e prospettive che spesso sfuggono a un occhio comune. Attraverso luce, composizione e soggetto, ogni scatto può evocare riflessioni, suscitare empatia o stimolare il pensiero critico. In un’epoca dominata dalle immagini come la nostra, la fotografia assume un ruolo cruciale nel linguaggio contemporaneo, diventando una forma d’arte accessibile e immediata, capace di parlare a tutti, al di là delle barriere linguistiche e culturali. La mostra di Veronica Acunto, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Lacco Ameno e curata da Massimo Ielasi con Salvatore Basile e il Circolo Georges Sadoul Ischia, vuole sottolineare il rapporto inscindibile tra uomo e natura. Un legame che purtroppo si è logorato negli anni poiché la natura oggi è vista come un insieme di risorse da sfruttare piuttosto che da tutelare. Cambiamento climatico, perdita di biodiversità e inquinamento globale sono i risultati di una visione antropocentrica. Veronica Acunto, come si legge dalle sue note biografiche, è nata ad Ischia nel 1996. Durante l’adolescenza si avvicina da autodidatta al mondo della fotografia, scattando fotografie di stampo paesaggistico. Sebbene abbia intrapreso un percorso prevalentemente da autodidatta, ha perfezionato le sue competenze frequentando corsi online tenuti da celebri fotografi dell’agenzia Magnum, tra cui Cristina De Middle, Matt Black e Bieke Depoorter, e ha inoltre approfondito l’arte dell’editing fotografico. Con il passare del tempo, Veronica Acunto si orienta verso la fotografia ritrattistica, adottando un approccio sperimentale e concettuale. Questo percorso le consente di elaborare un linguaggio visivo riconoscibile, descritto da molti come “onirico”, capace di generare un legame emotivo tra fotografa, soggetto e spettatore. Le sue immagini trasportano chi le osserva in un universo sospeso, dove sogno e realtà si fondono in un’unica visione poetica. Siamo stati al vernissage della mostra “Anima Mundi” e abbiamo avuto il piacere di intervistarla:

Come è iniziata la tua carriera e quali sono stati i tuoi primi soggetti?

«Ho cominciato quasi per gioco quando ero adolescente. Mi piaceva l’idea di fotografare gli attimi più significativi delle mie vacanze e di catturare con la macchina fotografica i dettagli della realtà attorno a me. I primi soggetti, da che ne ho memoria, sono stati di carattere paesaggistico e l’isola d’Ischia in questo ha giocato un ruolo fondamentale. Successivamente sono approdata alla ritrattistica con un approccio concettuale e sperimentale con l’obiettivo di scavare nell’animo umano, dando una mia personale visione del mondo».

Parliamo della mostra Anima Mundi. Cosa proponi al pubblico e qual è stata la genesi di questa esposizione?

«Questa mostra è composta da 28 fotografie interamente in bianco e nero. Ci sono anche ‘Oblivio’ e ‘Vtopia Insvlae’, due scatti che l’anno scorso sono stati proiettati su uno dei Billboard più grandi del mondo a Times Square a New York. Nel settembre 2024, infatti, venni selezionata dall’Art Innovation Gallery come unica fotografa italiana tra 100 artisti internazionali per prender parte alla Light Vision Exhibition. Fu un’emozione indescrivibile. Tornando ad ‘Anima Mundi’ posso dire che è un progetto molto importante per la mia carriera da fotografa perché racchiude scatti inediti e ha come tema l’esplorazione del rapporto tra uomo e natura. Viviamo in una società in cui l’essere umano ha perso ogni riferimento a causa di un profondo stato di alienazione. Attraverso le mie fotografie voglio ricucire quel rapporto che un tempo univa l’uomo alla Madre Terra perché abbiamo bisogno di tornare alle nostre origini. Se vogliamo sperare in un mondo migliore dobbiamo ricominciare ad amare la natura, fonte di vita e di connessione con noi stessi».

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Oggi tutti noi possiamo scattare foto grazie a uno smartphone e non serve quasi più avere una macchina fotografica. L’intelligenza artificiale, poi, consente di creare immagini che sembrano quasi reali. In un contesto così particolare, in cosa si distingue il fotografo professionista dal semplice appassionato?

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«Io credo che l’occhio e la sensibilità facciano sempre la differenza. Lo studio, le tematiche affrontate e l’esperienza pregressa sono altri aspetti fondamentali che ci consentono di capire se siamo di fronte a un fotografo o a chi legittimamente scatta fotografie per passione. Per quanto concerne l’intelligenza artificiale credo che si tratti di uno strumento molto valido il cui utilizzo è molto dibattuto. Io, onestamente, non penso che possa sostituire la figura del fotografo perché, come ho detto pocanzi, l’occhio di un fotografo è unico e non potrà mai essere rimpiazzato da un algoritmo».

Cosa ti spinge a prendere la macchina fotografica e avviare un progetto? In parole povere, cosa attira la tua attenzione?

«Ogni mio progetto parte da una riflessione interiore e posso dire che la fotografia è il mio modo di esprimermi e di connettermi con me stessa, con gli altri e con ciò che mi circonda. Mi piace guardare il mondo nella sua interezza e osservarlo da tutti i punti di vista. Solitamente, prima di scattare, mi pongo delle domande e mi immedesimo nei soggetti che ho davanti. Credo che l’interconnessione sia fondamentale per un lavoro riuscito e soddisfacente. I miei interrogativi, poi, cerco di trasporli nei miei scatti che non danno certezze o punti di riferimento. Anzi, mi piace giocare con la mente dell’osservatore che ha il compito di interrogarsi e di fare una propria introspezione».

Infine, progetti per il futuro?

«Sicuramente intendo andare avanti nella mia ricerca perché mi piace mettermi in gioco e avviare nuovi progetti. Al momento mi sto dedicando allo studio di nuovi soggetti e sto approfondendo alcune tematiche che intendo proporre in futuro».

La mostra “Anima Mundi” è a ingresso gratuito ed è visitabile fino al 31 maggio 2025 tutti i giorni negli orari di apertura del Museo Archeologico Pithecusae a Villa Arbusto.

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