LE OPINIONI

IL COMMENTO Pedro, Adelante con Juicio!

Nel corso di questo terribile periodo,che stiamo affrontando, mi sono spesso venute alla mente le pagine memorabili sulla epidemia di peste a Milano scritte dal Manzoni nei Promessi Sposi. Un vero trattato di psicologia di massa! Impressionanti le analogie con l’epidemia in corso attualmente: i ritardi, i sospetti, i complotti, gli untori, i monatti, i morti, gli infetti, gli speculatori, la fame, i tumulti, i linciaggi, l’assalto ai forni e lui Antonio Ferrer. “Già: il gran cancelliere,” fu risposto all’uomo che lo chiedeva. “È un galantuomo, n’è vero?” “Eccome se è un galantuomo! è quello che aveva messo il pane a buon mercato; e gli altri non hanno voluto e ora viene a condurre in prigione il vicario, che non ha fatto le cose giuste.” Non fa bisogno di dire che Renzo fu subito per Ferrer”. E’Antonio Ferrer che invita Pedro, alla guida della sua carrozza in mezzo alla folla in tumulto, a procedere, ma con prudenza.

Vale la pena rileggere quelle pagine per capire come tante delle accese e futili polemiche di questi giorni siano solo un remake di film già visti dall’umanità nel corso dei secoli. Ma quell’invito di Ferrer ad andare avanti con prudenza conserva ancora tutta la sua validità, in particolare in questo momento di transizione dalla Fase 1 alla Fase 2. Nel nuovo studio, pubblicato il 4 maggio, realizzato dall’Imperial College COVID-19Response Team intitolato: Uso della mobilità per stimare l’intensità di trasmissione diCOVID-19 in Italia: analisi a livello regionale e scenari futuri, vengono analizzate in modo molto dettagliato le conseguenze di una maggiore mobilità e quindi dei maggiori contatti tra le persone nella Fase 2. Il primo dei tre scenari analizzati si riferisce al sostanziale mantenimento delle misure in corso, gli altri due invece alla situazione nella quale la mobilità ritorna al 20% dei livelli pre-quarantena, o al 40% dei livelli pre-quarantena. Nello scenario al 20% si stima che il numero totale di decessi fino alla fine di giugno in eccesso vari tra 3,000 e 5,000, e nello scenario al 40% il numero totale di decessi in eccesso sarebbe tra 10,000 e 23,000. Per capire quale potrebbe essere uno scenario di riferimento, nell’assenza di temibili e temute seconde ondate, ho provato a simulare l’andamento epidemico sempre con il modello EpidemicCalculator messo a punto dal ricercatore scientifico Gabriel Goh nell’ipotesi ottimistica quindi che, nonostante le progressive aperture,anche dopo il 4 maggio il fattore di riproduzione R si mantenga intorno allo =0,7. Al momento si aggira intorno allo 0,6 ma ancora non si vedono gli effetti delle recenti misure di cauta apertura.

In tal caso il bilancio a consuntivo a fine giugno sarebbe di circa 36.000 morti con un calo significativo a 16 morti al giorno. Il totale dei casi di contagio sarebbe di circa 1.200.000 inclusi gli asintomatici, numero frutto di un calcolo teorico del modello, ma che potrebbe avvicinarsi alla realtà più del numero dei casi ufficialmente rilevati. Ci sarebbero inoltre ancora in circolazione circa 2000 contagiati. Rispetto a tutti questi scenari lo studio prospetta però la preoccupazione che il “tasso di attacco” del contagio sia ancora troppo basso per pensare di aver raggiunto una qualche forma di immunità di gregge con una media nazionale di un 5% ma con molte regioni meridionali sotto l’1%(Tabella 1) La domanda legittima da farsi quindi è: Saremo qui al sud vulnerabili al contagio come lo furono i nativi delle Americhe all’arrivo di Colombo? Le risposte degli esperti al riguardo non sono univoche, ma il nostro patrimonio genetico dovrebbe essere più attrezzato di quello dei nativi delle Americhe che, prima di Colombo, non avevano avuto mai contatti con i popoli europei e con le loro malattie infettive. E chissà se le tante migrazioni che hanno interessato nei millenni le nostre terre non ci abbiano reso più resistenti. Questo almeno speriamo!

A parziale conforto viene anchela recente tesi del virologo Massimo Clementi(Direttore Lab. Virologia San Raffaele): “Il profilo clinico di questa malattia è mutato, adesso non arrivano più persone che hanno necessità di terapia intensiva. La malattia si sta modificando”. Anche il fattore di crescita degli attualmente positivi, ormai da qualche tempo uguale o inferiore a zero conferma questa ipotesi del Prof. Clementi. Non possiamo comunque assolutamente abbassare la guardia, compromettendo con atteggiamenti sbagliati gli enormi sacrifici sostenuti finora. Il distanziamento sociale rimane una strada obbligata ancora per molto tempo, così come il monitoraggio ed il pronto isolamento degli infetti. Le statistiche sui luoghi di origine dei contagi, che vedono purtroppo al primo posto le RSA/ Case di riposo/Comunità per disabili con circa il 50% dei casi, sia in Italia che sull’isola, e con il 22% l’ambito familiare, confermano che il virus predilige ambienti chiusi ed affollati. Il nostro sole, il mare e la vita all’aria aperta (se saremo opportunamente distanziati) giocheranno un ruolo fondamentale nel frenare questa epidemia. Se poi anche il virus tenta la via della convivenza, tanto meglio e perciò… adelante todos con juicio!

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