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LE TRE VARIABILI DELLE AMMINISTRATIVE AD ISCHIA

In logica e matematica si definisce “variabile” opposta alla “ costante”. In statistica si chiama “stocastico”; in politica si potrebbe definire “ imprevisto” dell’ultima ora. Sulle prossime elezioni amministrative del Comune d’Ischia, potrebbe subentrare il fatidico “cigno nero” a sconvolgere ogni disegno e certezza. La scorsa settimana questa rubrica tentò di analizzare le chances individuali dei candidati più accreditati alla carica di Sindaco. Ora inseriamo il “seme del dubbio”, la variabili casuali. Le tre variabili hanno un nome: M5S, Dema e De Luca. Cominciamo dai pentastellati. Fin qui non è chiaro se i grillini presenteranno, per il Comune d’Ischia, una propria lista  e un proprio candidato Sindaco. Ma se lo facessero, potrebbero conseguire un risultato imprevedibile in grado di stravolgere i giochi che qualcuno considera già fatti. Non c’entra molto la credibilità dell’eventuale candidato e della lista messa in piedi. Il M5S ha una forza trainante che prescinde dai nomi. E’ la calamita più potente nell’attrarre gli scontenti a vario titolo. Prova ne è che, se si rivotasse a Roma, dove la Raggi ha mostrato tutta la sua inadeguatezza, il M5S rivincerebbe. Il problema è che i cinquestelle non accettano alleanze con nessuno, né in maggioranza né in minoranza, per cui un eventuale conseguimento di seggi, darebbe luogo ad una “zona grigia”, un campo neutro non spendibile assieme ad altre forze. Inoltre non è ancora chiaro, al di là dei temi nazionali ( onestà, antiestablishement, democrazia di rete) quale sia un minimo di progetto per Ischia: Ricordiamo che, in passato, quando i grillini hanno elaborato autonomamente un progetto locale, puntualmente i vertici napoletani (e nazionali) hanno spento o dribblato i disegni locali (una per tutte, la posizione e la proposta per l’abusivismo edilizio),

Poi c’è l’incognita De Magistris che, ormai, ha impiantato un vero e proprio partito meridionale che, alle prossime elezioni amministrative, presenterà una propria lista e un proprio candidato Sindaco nei Comuni di Bacoli, Torre Annunziata, Sant’Antimo, Pozzuoli, Pompei. Chi può, a questo punto, escludere che si presenti ad Ischia? Ricordiamo, per inciso, che alle scorse amministrative, le liste riferentesi a Salvatore Mazzella Sindaco, si richiamarono all’esperienza napoletana “ arancione”. Voleva essere un messaggio di “rottura”, di discontinuità. Probabilmente l’evocazione arancione era prematura per Ischia. Probabilmente Salvatore Mazzella, già navigato politico democristiano della prima Repubblica, nonostante i suoi addentellati popolari e le sue competenze amministrativo fiscali, non riuscì a trasmettere il concetto di “ rottura” e discontinuità. Insomma si faceva fatica ad abbinare il riflessivo e pacato Salvatore al principio di “scassare” alla De Magistris. Ma chi può escludere che il tentativo “arancione” venga da qualcuno riproposto anche ad Ischia?

Terza variabile, che ne porta una quarta collegabile: il movimento che fa capo a De Luca, governatore della Campania. De Luca resterà fermo sulle posizioni renziane o subodorando un ribaltone congressuale, farà gruppo con altri governatori ribelli come Michele Emiliano? E se dovesse coagularsi, nel PD nazionale, l’ala bersaniana ulivista, il movimento “ Con-senso” di D’Alema, i borderline Franceschini, Orlando, Boccia più esterni sorpresa come l’attuale Ministro Calenda, chi può dire quale strada prenderà un decisionista come De Luca? Da qui alle elezioni ad Ischia (come altrove in Campania) potrebbe anche ipotizzarsi una formazione deluchiana autonoma dal PD. Nulla è scontato. Certo gli ischitani, storicamente, si sono mostrati conservatori, abitudinari, resilienti ai grandi mutamenti. Ma ciò in tempo di pace sociale e di vacche grasse. Ma ora che si è allargata la fascia della sofferenza, si può del tutto escludere un sommovimento tra il 4° e 5° grado della scala popolarpolitica?

Osservo, piuttosto annoiato, che altri “analisti” della politica ischitana continuano a dilettarsi sui movimenti di bassa lega dei “ personaggetti” (per dirla con De Luca), ponendosi interrogativi universali (sic!) sulle mosse accaparratrici di costoro ( Genesis, Biblioteca Antoniana,Torre di Michelangelo). Ma tutto questo fa ormai parte della preistoria amministrativa. Arriverà il momento (prima di quanto si possa credere) che, dal mazzo di carte, queste figure (scartine) saranno soppiantate da novelli “settebello” o dal re di danaro ( matta). Il che non equivale ad invocare l’uomo forte, il gigante contrapposto a presunti “nani”. Dissento dall’opinione scritta di una commentatrice che stimo nella sua qualità di funzionaria pubblica e di esponente politico. Non è vero, come ella sostiene, che tutti candidati Sindaci siano “nani”, contrapposti al “gigante”  Giosi Ferrandino. Non fosse altro che il termine di paragone, il benchmark politico, gigante non lo è più, se mai lo è stato!

 

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