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“La musica cura”, all’esperienza seminariale anche una classe del liceo di scienze umane

di Rosaria Scotti*

Lacco Ameno – Dal 23 al 25 settembre scorso si è svolto nella cornice di Villa Arbusto un seminario interdisciplinare volto ad indagare, anche attraverso laboratori esperenziali, le connessioni tra musica e cura. Il seminario, che ha visto succedersi in veste di relatori antropologi, psicoanalisti e musicisti, è stato seguito soprattutto da insegnanti, in particolare dell’infanzia e primaria, da psicologi ma anche da studenti: è stata infatti presente una classe del Liceo di Scienze Umane. I laboratori hanno permesso alle allieve di fare esperienze irripetibili, come i “bagni di suono”, ed accostarsi ad un modo di studiare la psicologia non solamente teorico. Si potrebbe parlare di “psicologia fuori le mura dell’aula scolastica” cioè un modo di avvicinarsi ai grandi temi della psicologia confrontandosi con chi si occupa del disagio in contesti clinici ma anche  esperendo direttamente su se stessi delle pratiche di promozione del benessere.  Di particolare interesse, anche ai fini delle future scelte lavorative delle allieve, è stato il seminario della psicoanalista Chiara Mangiarotti che ha indagato il rapporto tra musica e autismo. La  dott.ssa Chiara Mangiarotti si occupa di bambini autistici presso la Fondazione Martin Egge a Venezia. Utilizza nel suo lavoro anche laboratori musicali, dove il suono, attraverso vari strumenti, diventa un modo per il soggetto autistico di mettersi in comunicazione con l’altro. Il suo è un lavoro a plusieurs cioè con diversi operatori con diverse professionalità, si viene in tal modo a creare un gioco di rimandi intorno al soggetto autistico che permette di creare un’atmosfera desiderante. Lavorare con la musica con i bambini autistici è molto importante, ci ha spiegato la dott.ssa Mangiarotti, perché il soggetto autistico è terrorizzato dall’altro, la voce dell’altro è per lui un comando che induce angoscia. L’angoscia che prova è così forte che il soggetto autistico può parlare solo a condizione di parlare per non dire niente, parlare per non essere compreso, senza indirizzarsi all’interlocutore, dire solo cose senza importanza. Di qui l’importanza della musica che sollecita il soggetto autistico a emettere suoni vocali, cantare finanche senza esserne terrorizzato. L’oggetto voce comincia a essere incorporato dal soggetto autistico. La musica dunque come offerta non invasiva di comunicazione per il soggetto autistico. I tre giorni seminariali hanno visto anche interventi di carattere storico-sociali. Di rilevante importanza è stata la presenza  di Franco Castelli, direttore dell’ISRAL (Istituto Storico della Resistenza di Alessandria), che si è dedicato ad un’opera di recupero di memorie e forme dell’espressività popolare, in particolare dei canti ispirati al primo conflitto mondiale. Le sue ricerche hanno permesso di portare alla luce una tradizione orale sommersa, misconosciuta e spesso negata. Al fronte e nelle retrovie il soldato massa trovava nel canto una valvola di sfogo. Senza i toni trionfalistici e pratiottardi imposti dall’alto, questi canti germogliati al fronte, in condizioni spesso disumane, mescolano rassegnazione e protesta, lamento e invettiva. Si viene così formando in quegli anni di guerra un corpus di espressioni canore che durerà nel tempo. Questi canti appartengono alla cultura orale della tradizione e non hanno alle spalle gli apparati dello Stato Maggiore dell’esercito, Uffici di Propaganda. Eppure vincono lo scontro, sopravvivono in barba a censure e divieti, si radicano nella memoria popolare, resistono a una dittatura e ad un’altra atroce guerra, riemergendo dall’oscurità e dal rischio di naufragio nell’insignificanza mediante il recupero appassionato e partecipe di ricercatori militanti come il nostro relatore. Un’esperienza seminariale dunque ricca sotto il profilo formativo, da ripetere e sviluppare in un progetto di più ampio respiro, come è stato chiesto dai partecipanti nel corso del momento di condivisione finale.

*insegnante di Scienze Umane presso il Liceo delle Scienze Umane di Ischia

 

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