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La navetta Zizì e l’ennesimo specchietto per le allodole

In altra parte del giornale riportiamo, così come già fatto sui nostri canali social e web, la nota stampa del Comune d’Ischia che annuncia testualmente quanto segue: “Si terrà sabato 7 aprile alle ore 11:00 nella sala consiliare del Municipio d’Ischia la conferenza stampa per presentare il servizio di navettaggio gratuito offerto dal comune d’Ischia. In fase sperimentale per un mese, partirà ogni quindici minuti dal parcheggio del Palazzetto dello Sport per poi percorrere Via Michele Mazzella, Piazza degli Eroi, Via Antonio Sogliuzzo e  Via Leonardo Mazzella. «La navetta si chiamerà ZìZì, un modo per riproporre il frinire delle cicale. Il senso è quello di riappropriarci dei suoni della natura, quelli di un tempo, e possiamo iniziare a farlo soltanto lasciando l’auto lontano dal centro». Così il Sindaco Enzo Ferrandino”. Insomma, il Comune annuncia quello che sulla carta dovrebbe essere un primo significativo esempio di mobilità sostenibile o alternativa, chiamatela come vi pare. E non a caso, viene specificato che si tratta di una sperimentazione, un modo come l’altro per testare anche la reazione dell’utenza.

Ora, premesso che sui social network (dove però, sperando che non si incazzi nessuno, ultimamente spesso regna la superficialità nel senso che si danno dei giudizi con dei “like” o scrivendo due parole di approvazione o disapprovazione riflettendo probabilmente meno di dieci secondi e spesso senza neanche leggere attentamente quello che si va a commentare), la notizia è stata accolta positivamente ed in alcuni casi con toni addirittura trionfalistici, è chiaro che il nostro lettore – laddove voglia prendersi la briga di riflettere qualche minutino – si renderà conto in pochi semplici passaggi che l’iniziativa adottata, al netto di un buon ritorno pubblicitario per il sindaco e la sua amministrazione (vabbè, diciamo per Enzo, visto che gli altri neppure ce l’hanno il diritto di parola…) non rappresenta affatto nulla di innovativo e soprattutto non è destinato ad apportare alcun beneficio all’ambiente, al territorio ed a tutti gli aspetti più o meno intimamente correlati. E proviamo a spiegare il perché.

C’è una navetta, è vero, che da Fondobosso ogni quindici minuti (sperando nella puntualità, che in un precedente nemmeno tanto datato non ha certo rappresentato una costante) arriverà nei pressi di alcune delle zone a traffico limitato. Facciamo una premessa: a noi non interessa che si chiami Zizì né tantomeno se il nome rappresenti o meno il frinire delle cicale. Non vogliamo vestire i panni di Piero Angela semplicemente perché bisogna sparare addosso al “Palazzo”, a prescindere. E quindi, come da nostro costume, andiamo alle cose pratiche e concrete. Il cittadino, di fatto, può lasciare la macchina a Fondobosso e scendere gratis con la navetta. Di fatto, l’unico vantaggio che ne guadagnerà, in caso di sosta prolungata, è il risparmio del grattino per le strisce blu. Però deve fermarsi nei pressi del Palazzetto, attendere la navetta, giungere a destinazione, magari fare pure qualche centinaio di metri a piedi (isclana allergia, detto in maniera scherzosa ma non troppo), insomma la vediamo un’operazione complessa e poco invogliante. Che dire, magari la utilizzeranno i dipendenti d’albergo delle zone off limits, ma di fatto solo perché costretti. Non crediamo che sul resto della popolazione possa fare particolare presa. E poi, bisogna anche tener presente che una navetta può trasportare un numero X di persone, quindi il risparmio in termini di tutela dell’ambiente e traffico – vedrete se sbagliamo o abbiamo ragione – sarà praticamente impercettibile.

L’errore sapete dove sta? Beh, è quello che si sbaglia a Ischia e sull’isola in genere ormai da tempo immemore. Ogni “idea” non rientra mai in un progetto organico ma è sempre estemporanea. L’istituzione della navetta sarebbe stata un’iniziativa da dieci e lode, addirittura degna di passare alla storia, se fosse stata accompagnata – o meglio, preceduta – da un altro strumento di cui il territorio ha assolutamente bisogno: l’istituzione di un piano traffico. Per intenderci, se su via Michele Mazzella e su via Leonardo Mazzella viene vietato il transito veicolare e c’è un bus che accompagna i cittadini 24 ore al giorno e 365 giorni l’anno (questo lo abbiamo ripetuto mille volte e lo faremo fino alla nausea) allora ecco che il disegno ha una specifica finalità. Nel senso che l’automobilista, impossibilitato a raggiungere il centro col proprio veicolo, farà buon viso a cattivo gioco e dovrà necessariamente fermarsi alla “frontiera” di Fondobosso. Ecco, questa sarebbe stata tutta un’altra storia. Purtroppo non si può sperare sul buon senso di noi ischitani, specialmente quando ci troviamo al volante. Certe cose ci vanno imposte ma poi non bisogna concederci alibi o occasioni per poterci poi lamentare. Ma nel congedarci un esercizio di ottimismo vogliamo farlo: la speranza è di poter scrivere nuovamente tra un mese – al termine del servizio di sperimentazione – e poter saltare dalla gioia per aver sbagliato. Ci sembra utopia, ma hai visto mai…

P.S. Qualcuno in municipio ci spieghi una cosa e risponda a questa domanda: che senso ha istituire una navetta se poi contestualmente si ampliano gli orari di apertura delle zone a traffico limitato? Che dire, cose da pazzi…

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gaetanoferrandino@gmail.com

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