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Ischia, lavori ai pontili: finalmente fumata bianca

di Marco Gaudini

 

ISCHIA – Ci siamo quasi, i tanto attesi lavori ai pontili del porto di Ischia, stanno, anche se il condizionale in questo caso è d’obbligo, per tagliare le cime. Tra qualche settimana, infatti, dovrebbe terminare l’iter di acquisizione dei numerosi pareri e delle autorizzazioni al progetto, previste dalla vigente normativa. Superato lo scoglio procedurale, si provvederà, come affermano fonti della Regione Campania, alla firma del contratto con la ditta che dovrà materialmente effettuare i lavori. A breve quindi si procederà con la demolizione del pontile n. 1,  quello del Redentore. La Giunta Regionale della Campania ha approvato nell’ottobre del 2014 il piano di riprogrammazione delle risorse, assicurando la copertura finanziaria dei lavori  di ripavimentazione della banchina olimpica al porto di Ischia e per la demolizione dei due pontili degli aliscafi esistenti, con la ricostruzione del nuovo terminal per aliscafi che dovrà essere realizzato su via Iasolino, dove oggi è sistemato il cosiddetto “pontile 2”.  Mail tutto parte da molto lontano, siamo infatti nel 2009 quando il primo progetto preliminare viene approvato, e trasmesso a tutti gli enti per i relativi pareri. Si mette in moto tutta la procedura e si giunge all’aggiudicazione della gara nel 2013. Il vecchio progetto finanziato con fondi POR (Comunità Europea) prevedeva la demolizione dei pontili 1 e 2 e la ricostruzione di un nuovo pontile sul Redentore. In fase però di aggiudicazione della gara, come spiegato prima, il Comune di Ischia, tra gli Enti che avevano espresso parere favorevole al progetto, comunicò che l’allocazione del nuovo pontile non era idonea. Così si avviarono le procedure per ridisegnare il progetto e ciò comportò la perdita dei fondi POR. Si è quindi dovuto attendere un nuovo finanziamento per l’opera, risorse che sono state stanziate solo poco prima della scorsa estate. Dopo questo passaggio si è messa nuovamente in moto la macchina burocratica, con le verifiche di rito da parte dell’impresa, e degli Enti preposti a rilasciare i pareri. In quanto modificando il progetto, è stato necessario rimettere in atto la complessa procedura burocratica che sta per concludersi in queste settimane. Adesso quindi dovrebbe mancare davvero poco, ma in questi casi, anche perché manca ancora il parere maggiormente vincolante, quello della Soprintendenza, è bene essere prudenti. Il nuovo progetto, quindi vedrà la costruzione un nuovo pontile al posto di quello attualmente posizionato al Tondo di Marco Aurelio, e la demolizione del pontile 1, con il conseguente spostamento delle biglietterie. La nuova struttura sarà però di cemento armato, e ciò potrebbe creare qualche problema proprio per il rilascio del parere da parte della Soprintendenza. Ma su questo versante sono a lavoro gli uffici del Demanio Marittimo Regionale, che stanno vagliando tutte le fasi della procedura. Un’altra criticità potrebbe altresì derivare dalla tempistica dei lavori. Infatti qualora il tutto fosse messo in atto nelle prossime settimane, prima dell’inizio effettivo dei lavori passerebbero almeno altri 60 giorni. Pertanto il clou delle attività partirebbe a ridosso della stagione estiva. Non proprio il momento migliore per mettere mano ad uno se non il primo scalo portuale dell’isola d’Ischia. Un impegno gravoso che comporterebbe notevoli sforzi anche organizzativi per cercare di limitare i disagi agli utenti del trasporto marittimo, già pesantemente provati da numerosi disservizi. D’altronde però da più parti emerge la necessità di metter mano al porto del Comune isolano, e quindi prima o poi si dovrà cominciare. Certo forse sarebbe stato meglio farlo prima, ma si sa in Italia “il meglio è il nemico del bene”. Su questo argomento abbiamo raccolto il parere del Vicesindaco di Ischia, Enzo Ferrandino:«Ci fa piacere finalmente che la Regione si sia convinta nel predisporre il progetto venendo in contro alle indicazioni del comune di Ischia e quini dei cittadini ischitani. Noi adottammo infatti una Delibera, con la quale chiedevamo alla Regione Campania di rivedere il progetto spostando il posizionamento del pontile».

Proprio su questo aspetto, a causa dell’iniziativa del Comune di Ischia, che si era già espresso favorevolmente, e poi ha cambiato idea, si sono persi i fondi POR e tutto l’iter è ripartito da zero. Forse non era meglio lasciare tutto come nel primo progetto quello risalente al 2009?

«Se avessimo realizzato il pontile là dove previsto ossia presso il Redentore, non avremmo reso un buon servizio ai cittadini ischitani, soprattutto il relazione agli aspetti legati alla circolazione veicolare ed alla mobilità. Riscontrammo solo successivamente in maniera concreta le criticità che si potevano sviluppare concentrando tutta la movimentazione marittima sul pontile 1».

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Adesso quali saranno i prossimi passi?

«Per il momento siamo in attesa che maturino tutti gli iter procedurali che sottostanno alla materiale realizzazione di questo nuovo pontile. Il tutto però dovrà partire dallo smontaggio o demolizione del pontile, questa è una cosa importante, perché sarà eliminato quello scempio che c’è oggi nell’area portuale. Ci siamo incontrati almeno tre volte con l’Ufficio del Demanio marittimo, ed abbiamo valutato con loro i passi da seguire a partire dall’ottenimento dei necessari pareri, che sono ormai in stato d’avanzamento».

 

Stante come stanno le procedure, è probabile un inizio delle attività a ridosso dell’estate. Sono stati valutati tutti gli aspetti relativi ai possibili disagi che si potrebbero generare da una così imponente opera nello scalo portuale ischitano?

«Nell’area portuale non siamo noi direttamente competenti. Su questo però insieme alle autorità competenti e con la Regione Campania, dobbiamo concordare tempi e modalità, al fine di ridurre al minimo l’impatto e le criticità che possono derivare da questi lavori, su quella che è la capacità di traffico veloce nel porto di Ischia. Il nuovo pontile sarà sicuramente molto più funzionale è risolverà anche numerosi problemi che oggi vivono i passeggeri del trasporto marittimo» – ha concluso Enzo Ferrandino.

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