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EVI: si assenta dal lavoro, tradito dal gps

Dipendente infedele, taroccando il software del proprio tablet, fingeva di recarsi a leggere contatori nella fascia oraria tra le 12 e le 17 ma il satellite segnalava il mezzo aziendale parcheggiato all’esterno della sua abitazione.

Il suo tablet, sul quale venivano puntigliosamente segnalati tutti gli interventi che svolgeva, lo segnalava al lavoro in una lunga ed articolata fascia oraria. Eppure il gps installato sul mezzo di servizio attraverso il quale si spostava lungo l’isola, rimaneva fermo allo stesso posto per quattro, cinque ore al giorno. Un giorno, due giorni, a un certo punto per un periodo di tempo abbastanza lungo. Impossibile non porsi qualche interrogativo sulla correttezza dell’operato di un dipendente dell’Evi, il consorzio che gestisce acquedotto e fognature sull’isola d’Ischia. Una verità clamorosa e se vogliamo sotto certi versi “imbarazzante” che sarebbe venuta alla luce di lì a poco e che onestamente fa quasi del soggetto in questione un novello pirata informatico. Per la serie, come si dice in gergo, l’occasione fa l’uomo ladro, anche se in questo caso il furto commesso consisteva in ore di lavoro che venivano pagate pur senza essere lavorate.

Tutto ha inizio quando sui mezzi di servizio dell’Evi venivano installati dei gps, strumenti satellitari che tornano utili per poter sempre identificare la posizione di un veicolo. E dunque poter controllare alla bisogna se chi li adopera ne fa un utilizzo virtuoso e per finalità esclusivamente lavorative e non certo personali. Uno di questi mezzi è affidato a un dipendente che ha il compito di registrare quotidianamente la lettura di diversi contatori. Le verifiche interne condotte in seno all’azienda, però, portano a un certo punto a far saltare agli occhi una evidente anomalia: nel software del tablet in possesso allo stesso, si leggono quotidianamente i risultati di verifiche ai contatori effettuate e caricate a terminale nella fascia oraria compresa tra le 12 e le 17. Eppure in quella fascia oraria, e facendo la comparazione in tutte quelle giornate, il mezzo aziendale risultava parcheggiato e fermo. In un luogo che poi il satellite ha rivelato essere l’esterno della propria abitazione. Insomma, nonostante quanto recitava lo strumento tecnologico, il dipendente al lavoro in quelle ore proprio non ci andava.

A un certo punto lo stesso è stato convocato presso gli uffici di via Leonardo Mazzella e – riscontri alla mano – messo davanti alle sue inequivocabili responsabilità. Il dipendente ha provato a tergiversare, ma alla fine ha dovuto arrendersi all’evidenza e confessare. In quella fascia oraria, effettivamente, era per lungo tempo rimasto tra le mura domestiche facendo però trasparire dai tabulati che in realtà trotterellava in lungo e in largo per l’isola. Ha raccontato di avere timore per la diffusione del Covid per la quale voleva limitare al minimo gli spostamenti. Per non destare sospetti, aveva anche taroccato il software. Nei suoi confronti, ovviamente, è scattata la sospensione dal servizio e dalla retribuzione per un certo periodo, prima del ritorno al lavoro ma evidentemente con mansioni diverse da quelle precedentemente svolte. Che presumibilmente potrebbero anche tornare tra i compiti abituali del lavoratore, che però visto il precedente sarà marcato molto più “stretto” di quanto non succedesse prima.

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