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LA PESCA NEL MARE DI ISCHIA CON L’ INCUBO DEL SEQUESTRO DEL PESCE PESCATO SANZIONI PESANTI DELLA GURDIA COSTIERA PER I PESCATORI FUORI DALLE REGOLE

DI ANTONIO LUBRANO

Foto di Giovan Giuseppe Lubrano

Il duro quanto affascinante lavoro dei nostri pescatori nel mare intorno ed al largo dell’isola d’Ischia, non sempre si svolge  con certezze e tranquillità. Tanti imprevisti, quando mai te lo aspetti, insorgono a turbare il regolare andamento  dell’attività marinaresca con reti e nasse per la pesca dagli svariati tipi. A parte le condizione metereologi che stanno al primo posto delle preoccupazioni che ogni pescatore isolano e non solo sa di avvertire tutte le volte che scende in mare con la propria imbarcazione bene attrezzata per la pesca, il primo pensiero che lo assale  è rivolto alle regole del proprio mestiere ed alla gestione del mare in sicurezza. In pratica, verifica se sta a posto con i documenti e se è in regole con le leggi vigenti che regolano i tipi di pesca ed i tempi stabiliti entro cui è permesso effettuare la specifica pesca per la quale si è attrezzati. In agguato vi sono le motovedette della guardia costiera a vigilare nei tratti di mare ove è conveniente pescare. Nei giorni scorsi hanno dato avvio ad una imponente operazione di controllo sulla pesca che si effettua intorno all’isola ed al largo di essa sequestrando oltre mille kg di prodotti ittici infliggendo sanzioni per 60mila Euro. Ischia ha subito il sequestro per 270 kg di pesce mal conservato con documentazione carente per verificarne la provenienza. In sostanza, per intervento dei militari della Guardia Costiera, 7 sono sati i sequestri amministrativi eseguiti, 9 le sanzioni comminate per un totale di 13.500 euro. Tali sanzioni hanno colpito anche nostri pescherecci sorprei con documentazione insufficiente. Insomma è incubo per i nostri pescatori e per quelli dell’intero golfo. Inoltre, parlavamo di imprevisti, come quello che si presentò nel novembre dello scorso anno, quando la pesca al largo di Ischia fu sospesa per trenta giorni per  disposizioni drastiche previste dal Piano di Gestione Locale dell’unità gestionale della Piccola pesca delle Isole di Ischia e Procida, che aveva  ed ha come obiettivo generale quello di recuperare gli stock delle principali risorse alieutiche attraverso il contenimento dello sforzo di pesca e l’introduzione di specifiche misure tecniche di gestione.  In parole povere, furono bloccati i pescatori con le loro barche sufficientemente attrezzate ed anche con qualche accorgimento in più, del golfo di Napoli e non solo, per evitare che si continuasse a fare razzia della pesca minuta e distruggere le specie soprattutto dei pesci pregiasti allo stato, per così dire, embrionale.  Al riguardo, la pesca più “distruttiva” è quella a strascico, la cui rete a maglie strette,  una volta calata in acqua  trascina per il tratto di mare ove nel mezzo fondale si presume ci siano pesci di ogni tipo e di piccola e media dimensione, catturando tutto ciò trova nella sua scia. Infatti per rimanere  al riparo da questo tipo di pesca piglia tutto, il Piano di Gestione Locale che determinò la temporanea sospensione di ogni tipo di piccola pesca,  tendeva  al conseguimento dei seguenti obiettivi specifici di natura biologica, sociale ed economica, e cioè: conservazione della capacità di rinnovo degli stock commerciali; riduzione dello sforzo di pesca al fine di salvaguardare le risorse ittiche; miglioramento delle condizioni economiche degli addetti del settore; massimizzazione delle opportunità occupazionali nelle aree dipendenti dalla pesca. Quella misura fu attivata per intervenire su reti da posta, nasse e palangari. Senza dubbio la sospensione imposta, se da un lato ha generato un salutare momento di tregua nella pesca considerata indiscriminata ai danni dei pesci piccoli e medi, dall’altro lato ha provocato un vuoto di mercato del buon pescato tra i pescatori stessi ed i compratori rimasti all’asciutto, per modo dire, per un intero mese, dovendosi accontentare di pesce del mercato di Pozzuoli di più grandi  e dal gusto non proprio soddisfacente. Anche i prezzi inevitabilmente modificati hanno avuto il loro ruolo e peso nella vicenda della sospensione del  novembre dello scorso anno. Infatti essi sono oscillati  verso l’alto, come ad esempio il pesce azzurro, che è  passato da 5 a 8-9 euro al chilo, il merluzzo,  da 10 a 18 euro, gli scampi da 10 a 30 euro, gli scampetti da 10 a 15 e poi la sogliola, da 20 a 30 euro al chilo e vi a dicendo. Intanto il pontile e la banchina aragonese ad Ischia Ponte  come le banchine  di  Lacco Ameno, Forio e S.Angelo in queste mattinate di luglio si presentano col fascino e l’aspetto accattivante come sempre, del mercato del pesce all’aperto tra cielo, mare e terra  a cui gli ischitani  ed i turisti sono abitati.  I pochi pescatori ischitani doc rimasti a svolgere  questo duro mestiere si contano purtroppo sulle dita di una mano, e godono della simpatia  e riconoscenza della propria clientela, e naturalmente sono preferiti ad altri pescatori che vengono da Procida, da Bacoli e della zona flegrea. Costoro, bisogna dire, non tornano indietro a tasche vuote, perché lo stesso riescono a vendere alla grande il proprio pescato. Ciò vuol dire che ad Ischia Ponte il mercato del pesce praticato direttamente sulle barche tira, e quindi ce ne è per tutti.

                                                                                                  antoniolubrano1641@gmail.com

 

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