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«La pozzanghera»

Di Graziano Petrucci

«Io ne ho visto geyser che voi coglioni non potreste immaginarvi: tombini da combattimento lanciati dall’acqua verso i Castiglioni, laghi di pesci rossi per le vie di altri Comuni e ho visto frane e pozzanghere balenare nel buio vicino alle porte di casa. E tutti quei momenti d’indignazione andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia di questi giorni. È tempo di rimbecillire». Questo si vede andando in giro per le strade dell’isola mentre scoppia la solita bomba d’acqua. Tuttavia parliamo di numeri. Anche questa settimana mi sembra di aver trovato un argomento per cui rompere l’equilibrio (modo composto che sostituisce il più efficace «rompere il cazzo» sennò qualcuno potrebbe dirmi che sono volgare). Se fate parte della forbice compresa tra il due e il dieci per cento di quelli cui stanno a cuore i problemi sappiate che vi state inoltrando in una esperienza di cui porterete il segno. E magari vi gireranno pure le palle. Al sapere certe cose, credetemi, meglio non saperle. Mentre l’isola si spacca tra le apparizioni della Madonna di Zaro avvolta dal velo che annuncia catastrofi e le manifestazioni d’interesse sul cattivo gusto di Naike Rivelli che, senza veli, a Sant’Angelo, col candore della fatina buona dei boschi ha posato il suo corpicino sul monumento dedicato a Neruda che quasi nessuno ha mai cacato neppure di striscio. E mettendo a margine pure le voci sui capricci dei bambini che guidano i governi comunali, tipo quello di Lacco Ameno o Ischia, secondo cui per evitare che l’amministratore metta il broncio molto meglio non parlare di fatti ambigui che dovrebbero restare entro le mura dell’asilo, tento di volare basso con il rapporto di Federalberghi sull’imposta di soggiorno. Nel 2015 in 735 comuni, di cui quasi il 60% al nord, sono stati raccolti 429 milioni di euro divisi tra imposta di soggiorno e di sbarco. La quota che si riferisce al sud è di circa il 21,4%. Le città che hanno raccolto il maggior gettito dall’imposta sono Roma, Milano, Venezia e Firenze e rappresentano insieme circa il 55% del totale nazionale. La posizione di Federalberghi nazionale è chiara ma immagino che la linea seguita dal Presidente Ermando Mennella che dirige la parte isolana sia la stessa. Ossia il punto di prelievo non dovrebbe essere l’esercizio ricettivo. Questa decisione per l’associazione degli albergatori è iniqua. Sia perché non risponde all’esigenza di far pagare ai non residenti il prezzo dei servizi utilizzati (infatti, restano esenti quelli che non pernottano all’interno del territorio comunale, così come gli escursionisti giornalieri e i pendolari ovvero quelli che visitano il territorio senza fermarsi), sia perché fa gravare l’onere dell’imposta e dell’imposizione su una sola delle molte attività che traggono beneficio, direttamente o indirettamente, dall’economia turistica. Per Federalberghi la soluzione migliore sarebbe quella di sostituire l’imposta di soggiorno con quella di sbarco. A Capri, dove notoriamente gli «indiani» se arrivano dalla terraferma hanno vita difficile mentre da noi d’estate costruiscono tribù di «famiglie», sempre secondo il rapporto, il gettito è stato di circa 1,474 milioni di euro (pari al 64,6% di quello accertato per l’intera Isola) nel 2013 e di circa 1,482 milioni nel 2014 (63,2%); specularmente, al comune di Anacapri è stato attribuito il 35,4% del gettito relativo all’anno 2013 e il 36,8% nel 2014. Altri posti che hanno istituito l’imposta di sbarco sono Ponza, Ventotene, Procida assieme a Lipari o alle Tremiti. Una pioggia di soldi che scivola pure a Ischia e nei Comuni che hanno adottato l’imposta di solito usata per ripianare i bilanci comunali, alcuni in rosso, invece che destinarla a finalità di interesse turistico. Non vedo perché questa breve analisi non possa diventare il testo sacro per dare una mano al bestiame invincibile di “amministratori” e trasformarlo in una massa di buoni governanti con il fine di usare risorse per la manutenzione delle strade e delle fogne. Sarebbe il caso di cominciare a impiegare i soldi per risolvere i problemi di stitichezza amministrativa invece che continuare a buttarli in un cesso con problemi allo sciacquone per gettarsi poi in ridicoli esibizionismi solo perché qualcuno è riuscito a levare le foglie dalle grate. Perché qui l’emergenza è seria.

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