POLITICAPRIMO PIANO

La profezia di Giosi: «Enzo terrà la barra dritta»

L’europarlamentare del Pd a Il Golfo si sofferma sulle anomale elezioni ischitane (ma anche su quelle di Barano) e sostiene che il sindaco uscente non avrà problemi a governare una maggioranza plebiscitaria per il prossimo quinquennio. Riflettori anche sul 2023 a Forio, su Lacco Ameno e – naturalmente – sulla “sua” Casamicciola

Questa volta non possiamo non partire da una panoramica a livello locale. Dall’alto del tuo percorso politico, cosa significa per Ischia una campagna elettorale come quella che stiamo vivendo priva di contrapposizione e sfida vera?

«È un fatto insolito, ma poi bisogna analizzare le regioni che hanno prodotto questo scenario. Da un lato c’è una amministrazione che ha ben governato, ha catalizzato consenso, ha allargato il suo perimetro. Dall’altro c’è stata l’incapacità di formulare una proposta alternativa che fosse quantomeno in grado di produrre una coalizione da contrapporre all’amministrazione uscente».

Con gli ultimi ingressi in amministrazione il sindaco Enzo Ferrandino ha voluto fare “all in”: una scelta condivisibile o che gli si potrebbe ritorcere contro come un boomerang quando dovrà gestire una maggioranza praticamente plebiscitaria?

«Come dicevo, l’amministrazione ha allargato il suo perimetro politico, e le va dato atto di averlo fatto mantenendo la sua identità, costruendo una interlocuzione con quei pezzi di società civile che già in precedenza erano stati parte integranti dell’amministrazione. Quanto alla gestione della maggioranza, il sindaco ha già dimostrato di avere esperienza e polso, sono certo che riuscirà a tenere la barra diritta anche per i prossimi cinque anni a continuare il percorso amministrativo».

«L’amministrazione ha allargato il suo perimetro politico mantenendo la sua identità, costruendo una interlocuzione con quei pezzi di società civile che già in precedenza erano stati parte integranti dell’amministrazione. Quanto alla gestione della maggioranza, il sindaco ha già dimostrato di avere esperienza e polso, non avrà problemi a continuare il percorso amministrativo»

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Perché tra Adesso Ischia, i vecchi volponi della politica, Ottorino Mattera e chi più ne ha più ne metta non è stato possibile costituire un polo forte e rappresentativo che si contrapponesse all’amministrazione uscente?

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«Non posso giudicare esperienze che non ho vissuto direttamente. La sensazione è che sia mancata quella comunione di intenti necessaria a mettere insieme una coalizione. Ma ad Ottorino come ad altri non mancheranno i modi per continuare a fare politica anche dall’esterno. Per alcuni altri invece, come al solito, sono prevalsi i personalismi che non hanno prodotto nulla di soddisfacente».

Come giudichi l’operato in questi cinque anni di Enzo Ferrandino sia dal punto di vista politico che amministrativo?

«Molto buono. La partenza è stata difficile, anche perché andavano definiti nuovi equilibri interni. Nel momento in cui si è trovata la quadra, l’amministrazione ha ripreso a lavorare con puntualità e dedizione, dando continuità al percorso che avevamo iniziato insieme».

A Barano sarà di nuovo Gaudioso contro Di Scala, siamo davanti a uno scontro generazionale che sembra interminabile. Ma perché il Comune collinare non esce mai da questo duopolio?

«Dal mio punto di vista non la leggo come una diminutio. Mi spiego. Sarà pur vero che a Barano ci sono due gruppi contrapposti, ma se usciamo per un attimo dalla dinamica locale, non è forse quel che accade normalmente in politica, semplificando, tra centrodestra e centrosinistra? Ebbene, a Barano esistono due schieramenti distinti e contrapposti. Poi però si ha la capacità di far emergere figure nuove e quindi di rigenerarsi. Basta dare un’occhiata alle liste. Significa che, al di là delle letture un po’ massimaliste, a Barano c’è una società civile viva».

A proposito di Gaudioso, cosa significa per l’isola avere un consigliere metropolitano?

«È un passaggio molto importante. I riferimenti sovracomunali sono fondamentali perché facilitano il lavoro delle amministrazioni. Dionigi va lodato per l’impegno che dedica ogni giorno a Barano, i risultati sono concreti e visibili. Sono convinto che metterà la stessa dedizione anche alla città metropolitana».

A Lacco Ameno Giacomo Pascale ha perso qualche pezzo per strada, quanto è difficile governare con sette consiglieri di maggioranza da una parte e sei di minoranza dall’altra?

«È meno semplice ma non impossibile. Gli equilibri in politica vanno gestiti, è una parte cruciale del lavoro. Giacomo è esperto, saprà trovare soluzioni alle necessità dei lacchesi anche con questi numeri in consiglio comunale. E potrebbe tentare anche di recuperare con chi oggi ha deciso di distinguersi e con vecchi amici politici».

«Nessuna alternativa? Difficile spiegare il perché, la a sensazione è che sia mancata la comunione di intenti necessaria. Ma ad Ottorino Mattera come ad altri non mancheranno i modi per continuare a fare politica anche dall’esterno. Per alcuni altri sono prevalsi i soliti personalismi»

L’anno prossimo va al voto anche Forio, si chiuderà l’era Del Deo. C’è qualche nome che ti intriga come candidato dell’amministrazione uscente?

«In una maggioranza che ha governato per dieci anni è giusto che il nome del prossimo candidato sindaco esca dal confronto interno. A Forio ci sono diversi esponenti che a mio avviso hanno i requisiti richiesti al leader di una coalizione. Ed il Sindaco con la sua esperienza e l’equilibrio da sempre dimostrato, saprà dare un contributo fondamentale per la scelta del Suo successore. Nomi però non ne faccio, non voglio tirare nessuno per la giacca».

Da europarlamentare, cosa rispondi a chi sostiene che, comunque vada a finire, l’Europa è la grande sconfitta del conflitto tra Russia e Ucraina?

«Che sbaglia e di grosso. Così come per il Covid, l’Europa può trarre insegnamento dal conflitto tra Russia e Ucraina ed uscirne più forte. Nell’ultimo ventennio, con un po’ di presunzione, abbiamo dimenticato che i padri fondatori avevano immaginato una Europa federale. Ci siamo adagiati sulla libera circolazione delle merci e delle persone, dimenticando che la strada per completare il progetto europeo è ancora lunga e richiede sacrifici. Il Covid ha dato il via libera al debito comune, il conflitto ha fatto mettere in discussione, finalmente, la formulazione dei Trattati. Abbiamo compreso che vanno rivisti ed adeguati alle necessità correnti. È un processo che è iniziato ed è irreversibile. Nei prossimi anni vedremo l’Europa trasformarsi. Ne usciremo vincitori».

L’isola, il turismo e le sfide di un futuro che è già presente: in che cosa Ischia deve voltare pagina?

«Le problematiche le conosciamo. Gestione del traffico, sfide ambientali, cura del territorio. Non servono formule magiche, ma concretezza. Ischia è un luogo bellissimo, con potenzialità enormi. Ma deve recuperare la sua identità, ritornare ad essere quella splendida isola del Mediterraneo che è».

Hai sempre detto che il primo amore non si scorda mai, ti stuzzica sempre l’idea di tornare a indossare la fascia tricolore in quel di Casamicciola?

«Quello del Sindaco è il ruolo più bello ed entusiasmante che in politica si possa ricoprire!»

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Corry54

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