CRONACAPRIMO PIANO

La relazione della DIA “assolve” Ischia

Il rapporto relativo al periodo luglio-dicembre 2022, trasmesso al Ministero dell’Interno, nella sezione riservata alla Provincia Occidentale di Napoli non evidenzia criticità né significative infiltrazioni malavitose per l’isola verde e la vicina Procida

Ancora una volta la relazione semestrale trasmessa dalla DIA al Ministero dell’Interno evidenzia come l’isola sia ancora esente da dinamiche di natura criminale e dalla presenza radicata di certi fenomeni. Poi, che ne sia assolutamente immune è ben altra cosa e personalmente da queste colonne la “spia rossa” la teniamo accesa da tempo. In ogni caso nel voluminoso documento relativo al periodo luglio dicembre 2022, relativamente all’area occidentale della Provincia di Napoli (che comprende i Comuni di Pozzuoli, Quarto, Bacoli, Monte di Procida, Ischia e Procida) si legge quanto segue: “L’Area Flegrea ricomprende i Comuni ad ovest del capoluogo campano circostanti il Golfo di Pozzuoli. Il territorio è tradizionalmente legato all’evoluzione del clan LONGOBARDI-BENEDUCE, come ricostruita nel tempo da molteplici provvedimenti giudiziari. I contrasti interni al sodalizio hanno dato vita a violenti scontri, spesso sfociati in fatti di sangue, tra compagini contrapposte  che, tuttavia, non hanno generato una vera e propria scissione. Tale assunto è ampiamente documentato nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita, il 17 dicembre 2022 dai Carabinieri, a carico di 2 sodali al citato clan accusati di tentata estorsione, con l’aggravante mafiosa, commessa in danno del titolare di un’impresa di onoranze funebri di Pozzuoli, dalla quale emergono peraltro forti attriti tra gli affiliati ai LONGOBARDI-BENDUCE in ordine alla spartizione della gestione delle attività illegali. Di fatto la compagine resta tuttora coesa, nonostante la scelta di collaborare con la giustizia intrapresa da taluni associati. I principali interessi illeciti dell’organizzazione camorristica vanno dal tradizionale racket al controllo delle locali piazze di spaccio, come documentato il 6 ottobre 2022, a Pozzuoli, con l’esecuzione da parte dei Carabinieri di un’ordinanza di custodia cautelare73 a carico di 6 persone ‘vicine’ al clan LONGOBARDI-BENEDUCE, tutte accusate di concorso in lesioni gravi, detenzione e porto abusivo di armi, con l’aggravante delle modalità e delle finalità mafiose. 

Diverso il discorso per quanto riguarda l’area flegrea, territorio ormai tradizionalmente legato alla costante evoluzione del clan Longobardi-Beneduce: I contrasti interni al sodalizio hanno dato vita a violenti scontri tra compagini contrapposte  che non hanno generato una vera scissione

La Dia nella sua porzione di relazione aggiunge ancora: “Gli arrestati avrebbero ferito con un’arma da fuoco un soggetto per non aver rispettato l’accordo sulla spartizione dei proventi delle estorsioni; il provvedimento chiarisce come gli indagati avrebbero agito ‘per assicurare al clan LONGOBARDI-BENEDUCE la riscossione in via esclusiva dei proventi derivanti dalle attività estorsive nell’area flegrea’. Un ulteriore agguato, eseguito a Pozzuoli il 5 dicembre 2022 con il ferimento a colpi d’arma da fuoco di 2 soggetti mentre erano a bordo di uno scooter, potrebbe essere riconducibile, attese le modalità esecutive e il profilo di una delle vittime, alle medesime dinamiche criminali”. Insomma un quadro legato a una cosca presente e radicata nell’area flegrea ma nessun accenno all’isola d’Ischia né tantomeno alla vicina Procida che dunque risulterebbero essere esenti da infiltrazioni quantomeno in grado di incidere sul tessuto economico e sociale di una comunità. Nell’abstract relativo al secondo semestre 2022, e ovviamente che ha una connotazione generica e non certo limitata a un singolo territorio, si legge invece: “In continuità con i precedenti, anche il secondo semestre 2022 appare caratterizzato, con esclusione di taluni episodi cruenti registrati nel territorio napoletano e pugliese, da un limitato ricorso alla violenza o ad atti eclatanti anteposti, dagli stessi sodalizi mafiosi, ad una silente e più conveniente penetrazione del tessuto economico imprenditoriale. In linea col passato quindi, assieme alle mai sopite e più visibili attività criminali quali il narcotraffico, le estorsioni, lo sfruttamento della prostituzione e del lavoro clandestino, si registrano anche sempre più diffusi ambiti illeciti che destano minore allarme e riprovazione sociale ma che generano ingenti profitti gradualmente immessi nei circuiti legali con conseguenti effetti distorsivi delle regolari dinamiche dei molteplici mercati. Trattasi di quei reati “satellite”, spesso contestati nelle ipotesi aggravate ex art. 416 bis 1 c.p., rappresentati dal traffico di rifiuti, dalle crescenti fatturazioni per operazioni inesistenti, dalle truffe, dalle false compensazioni di crediti tributari e dall’evasione dei contributi previdenziali ed assistenziali. Su tali fronti, le attività investigative – preventiva e repressiva – risultano più ardue e complesse poiché la fattispecie criminale di natura associativa e l’elemento soggettivo del reato risultano agevolmente dissimulabili. Unitamente alla scarsa visibilità di tali reati ‘economico finanziari’, l’attività repressiva risulta ancor più complessa in ragione del flebile allarme sociale sopra richiamato e dalla frequente convergenza di interessi tra le organizzazioni criminali e taluni attori sociali”.

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