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Consiglio a Casamicciola, così parlò il commissario

Il Consiglio del Commissario. Non è il titolo di un romanzo poliziesco, ma il leit motiv del civico consesso tenutosi ieri pomeriggio nei locali dell’ex Capricho de Calise in Piazza Marina di Casamicciola. L’architetto Giuseppe Grimaldi, commissario per l’emergenza, è stato l’ospite d’onore del Consiglio comunale che, pur avendo due soli punti all’ordine del giorno, ha finito per occupare gran parte del pomeriggio, nella migliore (?) tradizione casamicciolese. Insieme alla presenza di Grimaldi, preso d’assalto dalle rimostranze e dalle rivendicazioni dei cittadini stremati dall’emergenza, la seduta è stata caratterizzata dalla figura evanescente di un altro commissario, quella alla ricostruzione, la cui nomina è notoriamente tuttora  di là da venire. In pratica l’assemblea è ruotata intorno a loro, uno presente, l’altro ancora inesistente, “convitato di pietra” sui banchi del Capricho.

L’assemblea ha preso il via verso le ore 15, con il presidente del Consiglio dottor D’Ambrosio che ha ringraziato Grimaldi di essere intervenuto, oltre a salutare il neo segretario dottor Ianniello definitivamente inseritosi nel ruolo di segretario comunale. Assente l’architetto Luigi Mennella, è stato Arnaldo Ferrandino a porre subito tre quesiti fondamentali all’attenzione del Commissario all’emergenza. Il primo riguarda le scelte dell’amministrazione in tema d’interventi di somma urgenza nelle zone terremotate, poi bloccati. Secondo l’ex sindaco, è difficile da parte dei cittadini sfollati comprendere la mossa dell’amministrazione, abortita per vari motivi. Grimaldi ha subito chiarito di non voler discutere le scelte politiche, che sono di competenza delle amministrazioni, assicurando nel contempo che le domande di ristoro dei danni che risulteranno legittime saranno ristorate ai sensi dell’ordinanza che lo ha nominato Commissario.

L’architetto ha comunque lodato le misure prese dal Consiglio dei ministri e il relativo stanziamento di risorse. «Le opzioni non erano poi tante – ha spiegato Grimaldi – e a me venne chiesto di dare la priorità alla riapertura della strada tra Lacco e Casamicciola, viste le somme urgenze. Sì, è vero, a Lacco sono stati impiegati i Vigili del Fuoco, ma è impossibile comparare la situazione di Lacco con quella di Casamicciola, che è nettamente più grave. Fra l’altro, a Lacco l’intervento dei Vigili del Fuoco ha preso concretezza solo a dicembre, vista la difficoltà di reperimento dei materiali, coi fornitori riottosi  a causa del non immediato pagamento».

A livello generale, Grimaldi ha difeso l’operato “contabile” dell’esecutivo guidato da Castagna «Se non esiste la possibilità di fare debiti fuori bilancio, c’è poco da recriminare. Inizialmente, è vero, io rispondevo dicendo di non poter coprire le somme urgenze. Adesso che i fondi coprono l’emergenza, i lavori potrebbero riprendere: manca solo il trasferimento formale dei fondi sulla contabilità speciale».  Il Commissario, di fronte alle ricorrenti domande del numerosissimo pubblico in sala, ha più volte ribadito di rappresentare essenzialmente il ruolo di “notaio” che vigila sulla corretta applicazione delle ordinanze: «I 26 milioni di euro non sono mica una donazione a fondo perduto per i comuni dell’isola». Rivolgendosi ad Arnaldo Ferrandino, Grimaldi ha spiegato che i primi sette milioni di stanziamento furono frutto di una certa iniziale “sottostima” dei danni prodotti dal sisma. Nello scambio di battute si è inserito il sindaco Castagna, che ha rivendicato la correttezza ma soprattutto l’onestà dell’agire dell’amministrazione, soprattutto rispetto alle accuse di aver voluto in qualche modo manovrare in modo opaco le risorse post-sisma.

Il dottor D’Ambrosio ha chiesto al Commissario se la struttura commissariale, con le sue competenze, possa supportare l’amministrazione nello studio della sismicità del territorio, ma Grimaldi ha risposto negativamente: «Ho solo 14 persone, non posso aiutare il Comune che, tra l’altro, mi pare che abbia avuto l’assenso per nuove assunzioni. Al momento attendiamo gli studi preliminari del Cern e dell’Ingv, di quasi imminente pubblicazione, per capire meglio cos’è accaduto. L’isola si è vista dedicare ben cinque commi dalla legge di bilancio, ma per la ricostruzione servono innanzitutto le regole». Il pubblico ha chiesto un parere più “concreto” sulla prospettiva di ricostruzione, al quale Grimaldi ha risposto in modo articolato: «Ischia potrebbe rappresentare un progetto-pilota. Ma io mi domando a quale prezzo si possa scegliere di ricostruire su un’area già da tempo nota come sismica e dove già era necessario dotarsi di adeguamenti sismici. Dall’altro lato, tuttavia, mi domando: se non si ricostruisce sul posto, allora dove farlo? Non mi pare che sull’isola vi siano praterie sterminate. Se anche si dovessero demolire non 800 ma “solo” 200 edifici, dove alloggeremmo le macerie? Dovete battervi con il legislatore per esigere la maggior sicurezza possibile, consapevoli del fatto che ricostruendo con le attuali norme, le strutture dovrebbero essere più ampie e mai più con l’aspetto originario: qui però vi sono ancora barriere architettoniche, strade e vicoli stretti». La folla ha rumoreggiato i propri malumori, ma il commissario è stato inesorabile, rispondendo a una  cittadina: «Signora, in Italia, in breve tempo, non si realizza niente».

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CONDONO. A una precisa domanda del consigliere Ignazio Barbieri, il Commissario ha spiegato che per “regole” si intende un insieme di indicazioni, tra i quali, inutile nasconderselo, è compreso anche l’atteggiamento che si dovrà adottare nei confronti delle case con istanza di condono edilizio: «Chiariamoci, questo è un problema serio, comune a tutta l’Italia: se non c’è istanza di condono, la casa per me non esiste. Se invece c’è, allora la questione è quella di far rientrare tali immobili tra quelli che godranno del ristoro dei danni». A molte altre domande sul futuro a medio e lungo termine il commissario non ha potuto dare risposta: «Non sono un’enciclopedia della materia urbanistica».

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CAS. La seconda questione che Arnaldo aveva posto sul tavolo del consiglio è quella dei Contributi di autonoma sistemazione (Cas). Grimaldi è stato chiaro: «Se il Comune mi rendiconta rapidamente la prima tranche di fondi, allora io poi procedo con la successiva. Faccio un passo alla volta. Le risorse che amministro sono in grado di ristorare il Cas fino ad agosto 2018». Pur assente, Luigi Mennella ha inviato in consiglio un paio di domande: la prima riguarda la possibilità per i privati di “far da sé”, nel senso di attivarsi per ricostruire la propria abitazione senza aspettare gli anni delle lungaggini burocratiche. «I privati possono ricostruire, ma solo fuori dalla zona rossa». Arnaldo Ferrandino ha nuovamente richiamato la differenza di “trattamento” legislativo con l’emergenza dell’Italia centrale, oltre ad accusare di lassismo l’amministrazione comunale rea di non essere andata ogni giorno a Roma a pretendere la nomina del commissario, ma Grimaldi ha risposto che nel suo ruolo non rientra quello di dare regole o di cambiare le procedure nazionali. Stani Senese dal canto suo era convinto di una cosa: «A Roma conoscono le reali dimensioni del sisma, quindi potrebbero redigere le regole, ma fin quando non lo fanno è inutile nominare il commissario alla ricostruzione». Di fronte ai contrasti politici che riemergevano, con alcuni cittadini sempre più ansiosi di inserirsi nel dibattito, Grimaldi è stato nuovamente categorico: «Delle vostre questioni politiche, non mi interessa un accidente».

ZONA ROSSA. Susy Capuano, del Comitato “Risorgeremo nuovamente”, ha adombrato la possibilità che, a fronte  dei tanti cittadini che pur con abitazioni dotate di titoli abilitativi legittimi sono costretti a starne lontani perché esse sono gravemente lesionate, ci sono altri che in piena zona rossa stanno pian piano ricostruendo e riparando le proprie. «Siete nel posto sbagliato – ha risposto Grimaldi – dovete denunciarli». Dal pubblico si è palesato il signor Peppe Di Costanzo, che ha dichiarato: «Eccomi, sono io quello che ricostruisce. Siamo stanchi di dover provvedere da soli alla messa in sicurezza delle nostre abitazioni e vogliamo sapere quando potremo tornare liberamente ad avvicinarci alle nostre proprietà, anche solo per piantare qualche seme nell’orto. Vi dico che a noi basta una semplice autorizzazione e in un mese siamo capaci di rimettere a posto tutto!». All’impossibilità del Commissario di indicare date e termini precisi, si è inserita anche un’altra esponente del Comitato, Annalisa Iaccarino, che ha accusato l’amministrazione e lo Stato di istigare i cittadini a “far da sé”, cioè a rientrare nelle case, oltre a porre sul tavolo la questione dei dieci milioni di fondi di aiuto alle attività produttive, che secondo gli sfollati potrebbero rimanere bloccati fino alla fine dell’emergenza.  Anche la Iaccarino ha dichiarato che alcuni stanno costruendo in zona rossa, ma Parisio Iacono ha recisamente negato: «Non è vero niente, nessuno sta costruendo».

RICOSTRUZIONE. Tantissimi cittadini sono poi intervenuti, e il Commissario ha rassicurato chi metteva in dubbio la stessa ricostruzione: «Sono pronto a mettere la mano sul fuoco pur di garantirvi che la fase di ricostruzione ci sarà. Tra un anno si vedranno i primi segni tangibili di questo percorso. Serviranno interventi strutturali, ma non posso creare aspettative con date e termini precisi».

FABBISOGNO. Un’altra domanda inviata “per procura” da Luigi Mennella è stata quella relativa alle schede per il fabbisogno, che erano state sospese fino al 31 dicembre. «Il capo dipartimento – ha spiegato Grimaldi – sta valutando la questione. Inizialmente si voleva demandarla al Commissario per la Ricostruzione. Le cose non sono andate così, ora si sta valutando la ripartenza della procedura, cercando di far sì che le schede siano più “realistiche” e aderenti al danno riportato. Il Commissario si è poi rivolto al sindaco circa la messa in sicurezza di via Serrato, dicendo: «È stato allestito il piano B, applicatelo».

COMMISSIONE. Infine, il civico consesso ha approvato all’unanimità una proposta di Arnaldo Ferrandino circa la richiesta di nomina immediata del Commissario per la ricostruzione, prima di passare al secondo e ultimo punto all’ordine del giorno, cioè la nomina dei componenti della neonata Commissione per l’assetto e l’utilizzo del territorio. Sono stati eletti Arnaldo Ferrandino (con 3 voti), insieme a Vincenzo D’Ambrosio, Nunzia Piro, Angela Di Iorio e Loredana Cimmino (tutti con 2 voti a testa). Quando ormai mancavano pochi minuti alle 18, la seduta è stata dichiarata conclusa.

Francesco Ferrandino

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