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La ricetta di Meloni: «Ambiente e sinergie, così Ischia crescerà ancora»

Il comandante traccia un bilancio del primo anno alla guida dell’Ufficio circondariale marittimo, ripercorrendo le criticità affrontate, le soluzioni apportate, la costante opera di prevenzione, e rivela: «Sono affezionato a questo luogo, quando fanno squadra gli isolani raggiungono risultati eccezionali»

La stagione estiva appena conclusasi è la prima che ha trascorso nella sua interezza sull’isola, permettendole di conoscere il territorio e le sue dinamiche in maniera più completa. In che cosa Ischia ha delle particolari peculiarità e in che cosa invece vale il motto “tutto il mondo è paese”?

«Le problematiche di Ischia a livello marittimo sono sicuramente complesse, come accade nel resto del Golfo di Napoli, perché a livello di trasporti marittimi ci troviamo in una delle aree più trafficate, non solo a livello nazionale, ma a livello mondiale. Questa è senza dubbio una peculiarità dell’isola. Se invece guardiamo alle similitudini con altre località, senza dubbio va inserita la sensibilità ambientale che accomuna Ischia a tutto il territorio nazionale: si pensi alle problematiche degli scarichi e della depurazione».

Quindi Lei Ischia se l’aspettava così, oppure un anno fa forse non immaginava che le problematiche e il carico di lavoro sarebbero stati così intensi?

«L’attività di prevenzione è incessante, e richiede una lunga attività di programmazione, pianificazione e coordinamento con le amministrazioni locali. Uno dei risultati positivi è stata la risoluzione del problema dell’assenza degli assistenti balneari, ottenuta tramite una concertazione con i gestori degli impianti»

«Ero a conoscenza di numerosi aspetti, perché sono sempre stato in contatto diretto con chi mi ha preceduto, dunque in gran parte mi aspettavo la complessità del luogo. Ma tale complessità è stato anche uno dei motivi che mi ha spinto a includere l’isola d’Ischia tra le mie aspettative d’impiego: credo che questa costituisca una scuola molto importante da un punto di vista professionale, una realtà con la quale ero deciso a misurarmi. E le sensazioni positive, così come le necessità d’impegno che mi ero prefigurato all’inizio, sono rimaste tali».

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La stagione è terminata, è il momento dei bilanci. È chiaro che, per chi non conosce dall’interno la complessa attività delle forze dell’ordine, che è prima di tutto attività di prevenzione oltre che di repressione, un dato sicuramente confortante viene dal fatto che quest’anno non si sono verificate tragedie in mare come quelle che hanno funestato alcune recenti estati. Complessivamente, come definirebbe la stagione appena trascorsa? In che cosa l’utenza, sia residente che turistica, è migliorata e in che cosa continua a “peccare”?

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«Il primo passaggio è proprio quello della prevenzione. Mentre nel 2018 sono arrivato a stagione già inoltrata, quest’anno ho avuto la possibilità di pianificare direttamente tutte quelle azioni preventive che si sono poi rivelate fondamentali, come l’operazione “Mare sicuro” che si sviluppa nel periodo estivo, ma dietro alla quale c’è una lunga attività di programmazione, pianificazione e coordinamento con le amministrazioni locali, cosa non certo secondaria. Da questo punto di vista esistono diversi esempi positivi, tra cui mi piace citare l’importante attività realizzata insieme ai gestori degli impianti balneari: una delle cose che avevo notato lo scorso anno erano le numerose sanzioni elevate agli stabilimenti del settore per l’assenza di assistenti balneari. Su questo punto abbiamo lavorato di concerto con le associazioni di categoria e con le amministrazioni comunali per promuovere quelle forme di servizio di salvataggio consorziato, che consente alle strutture di abbattere i costi e garantire un servizio fondamentale. In passato molto spesso l’assistente di salvataggio era lo stesso titolare della concessione, e sovente capitava di trovarlo più indaffarato nelle faccende di gestione che non impegnato nel servizio».

Qual è la tipologia di reato o di illecito amministrativo che Lei ha riscontrato sull’isola e che l’ha maggiormente sorpreso in negativo?

«Uno degli illeciti più frequenti è quello delle unità sotto costa, che finiscono per colpire i bagnanti. Abbiamo cercato di porre in essere azioni specifiche, e infatti gli episodi verificatisi sono stati statisticamente molto meno frequenti rispetto al passato»

«Se ci focalizziamo sul periodo estivo, uno degli illeciti più frequenti è quello delle unità sotto costa, che finivano per colpire i bagnanti. Anche in questo nell’attività di preparazione pre-estiva abbiamo cercato di porre in essere azioni specifiche. Ad esempio con il consorzio dei Maronti abbiamo posizionato in maniera migliore la linea di demarcazione e delimitazione delle acque riservate ai bagnanti. Infatti gli episodi verificatisi, anche ai Maronti, sono stati statisticamente molto meno frequenti rispetto al passato. In questo ambito un altro problema che si pone è costituito dal fatto che molti dei conduttori delle imbarcazioni controllate sono risultati privi di patente nautica. La norma infatti consente di poter condurre piccoli natanti con motorizzazione di potenza inferiore ai 40 cavalli senza tale patente, quindi spesso senza conoscere le regole basilari della navigazione. Un altro illecito sul quale ci siamo concentrati è l’attività abusiva di noleggio e locazione di imbarcazioni. Spesso dietro l’attività di locazione viene celata un’attività di noleggio, circostanza che permette di eludere una serie di norme relative alla sicurezza oltre che al formale rispetto della norma, creando casi di concorrenza sleale. L’attività di noleggio ha costi più alti, e chi la pratica deve fronteggiare chi invece si nasconde formalmente dietro la fittizia attività di locazione. Abbiamo effettuato numerosi controlli elevando circa 80mila euro di sanzioni, ma anche su questo fronte le attività continueranno».

Una delle novità è stato il nuovo dispositivo degli imbarchi al porto di Ischia. Uno dei vantaggi è che il turista che sbarca non si trova più davanti a quella che sembrava una succursale del Raccordo Anulare. Quali sono invece gli aspetti da migliorare?

«Questo è un altro aspetto su cui abbiamo cominciato a lavorare dall’autunno scorso. Innanzitutto, la gestione della viabilità portuale ed extraportuale era un problema. Inoltre, lo spazio portuale è comunque ristretto. Bisognava dunque trovare una soluzione. Le risposte sono state date non soltanto con l’ordinanza del Capo del circondario, ma soprattutto con un’attività eseguita insieme alle Compagnie di navigazione di rimodulazione del quadro orari. Rispetto alla stagione precedente, infatti, abbiamo “dilatato” alcune corse, facendo alcuni spostamenti tra Ischia e Casamicciola che hanno di per sé apportato un miglioramento. Ma di fronte a un problema complesso questa risposta da sola non sarebbe bastata: abbiamo quindi cercato con l’amministrazione comunale una soluzione ulteriore e condivisa, delocalizzando l’area di sosta in un altro punto. Se consideriamo lo spazio dell’area portuale, non c’è possibilità di far sostare più di trenta auto: aggiungiamoci le necessità di bigliettazione, e si comprende facilmente la formazione di un grosso “tappo” a bloccare l’intera area, con gravi rischi per la sicurezza. Per quanto riguarda gli aspetti da migliorare, ribadisco che bisogna lavorare a più soluzioni contemporanee: oltre al miglioramento degli orari e alla delocalizzazione delle auto in sosta, si dovrà ragionare anche in materia di orari diversi per i mezzi più grandi come gli autobus turistici o i mezzi di trasporto merci. Altro aspetto è legato alla viabilità pedonale. Quando su una unità navale devono imbarcarsi circa mille persone, anche una tale operazione diventa un problema. Importante è comunque applicare le soluzioni in maniera graduale, altrimenti più che una soluzione diverrebbe una rivoluzione».

Questo modello potrebbe essere applicabile anche per lo scalo di Casamicciola?

«Il nuovo dispositivo d’imbarco a Ischia ha dato riscontri positivi, tuttavia le soluzioni da applicare sono molteplici e vanno vagliate attentamente, anche nell’ottica di un’eventuale estensione del sistema allo scalo di Casamicciola.Il miglioramento del quadro orari con le Compagnie ha dato un notevole contributo»

«Il miglioramento del quadro orari lo abbiamo effettuato anche per Casamicciola, dove, come si ricorderà, due unità contemporaneamente sostavano nel porto intorno alle ore 12, creando grandi problemi. Tale criticità è stata superata, ma anche lo scalo casamicciolese necessita di ulteriori soluzioni. Il comandante del porto di Casamicciola sta già studiando la situazione, per far sì di concordare soluzioni alternative. Mi chiede se sia possibile replicare il sistema adottato a Ischia: forse sì, esistono delle aree adatte, ma dobbiamo ragionare sul rapporto costi-benefici, visto che impegnare un’area in presenza di un volume di traffico ridotto rispetto a Ischia è un’opzione da valutare attentamente. Anche in questo caso si tratta di qualcosa che richiede il dialogo con l’amministrazione comunale. Proprio per via delle elezioni comunale svoltesi quest’anno a Casamicciola abbiamo evitato di avviare tale dialogo all’inizio di questa stagione, ma eventuali soluzioni sono già in corso di valutazione».

Lei ha affrontato il primo inverno sull’isola pianificando l’attività avendo solo due mesi di attività sul posto. Adesso invece ha acquisito oltre un anno di esperienza: quali saranno i prossimi step, o meglio, in quale settore intende lasciare un’impronta più marcata?

«Per chi assume un incarico come il mio, la continuità è un elemento importante. Come ho detto, per fortuna ho sempre avuto un dialogo costante con i comandanti che mi hanno preceduto, Ambrosino, Muscariello e De Angelis. Anche con loro mi sono direttamente confrontato per la soluzione applicata al porto di Ischia, avvalendomi della loro esperienza. Stiamo cercando, insieme alla Regione e al Comune, di procedere a un maggior riordino delle aree portuali. A questo uniremo anche un’attività volta a produrre un maggior decoro dell’ambito portuale, e mi riferisco all’ordinanza di mia competenza relativa alla gestione dei rifiuti che provengono dalle navi. Il tema ambientale è comunque ampio e prioritario: su questo continueremo ad agire, ad esempio ieri erano in azione i nostri sub. Con loro stiamo monitorando un’altra criticità, quella degli alvei pluviali, come il Rio Corbore, ma anche i Maronti, Casamicciola, Forio».

Chiudiamo con una battuta: cosa le piace di Ischia e della sua gente, e che cosa in tutta sincerità le piace meno?

«Continueremo ad operare intensamente sul fronte della tutela ambientale, comprese le criticità relative agli alvei pluviali, che da tempo stiamo monitorando»

«Le dico la verità, penso che l’isola sia davvero uno dei gioielli più preziosi del nostro Paese. Ho trovato inoltre molta collaborazione tra gli abitanti, quindi il detto secondo cui il problema di Ischia sono gli ischitani non credo affatto sia veritiero. Credo però che Ischia abbia una grande possibilità: facendo squadra, unendo tutte le forze sul territorio, l’isola potrà diventare un modello di eccellenza unico a livello nazionale. Gli aspetti positivi di Ischia sono davvero tanti e farei fatica a elencarli, sono realmente affezionato a questo posto. Quando si svolge un incarico come questo non c’è altro modo che farlo col massimo impegno e sentendo il luogo come fosse casa propria. Questo a me è accaduto fin dal primo giorno, e non mi sono mai pentito di aver accettato questo incarico. E ribadisco: ho constatato da subito che quando gli isolani decidono di fare squadra, danno risposte e risultati che difficilmente si riscontrano altrove».

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