CRONACA

La ricetta per “salvare” il porto di Casamicciola

Il capitano Teresa Matarese ha redatto una lunga e minuziosa relazione trasmessa a tutte le autorità competenti e interessate alla vicenda. In allegato una altrettanto corposa ed esplicativa nota di accompagnamento nella quale indica i problemi e suggerisce le soluzioni per uscire dall’impasse

Una lunga e minuziosa relazione affidata alle autorità competenti e preposte e firmata da chi il mare lo conosce bene, anzi benissimo. Parliamo del cap. Teresa Matarese, isolana doc, che ha deciso di mettere la sua professionalità al servizio della comunità casamicciolese a titolo assolutamente gratuito. Nel mirino lo stop che sta vivendo il porto del Comune termale e soprattutto le soluzioni per poterlo fare ripartire considerando che un’eventuale impraticabilità nel corso della stagione turistica produrrebbe effetti devastanti per quanto riguarda l’economia e la logistica di un intero paese. Una relazione alla quale nessuno dei destinatari ha inteso fin qui porre risposta, anche se mercoledì scorso, in località Celario, parlando proprio del porto il commissario all’Emergenza Giovanni Legnini per la prima volta ha usato terminologie e linee di indirizzo stilate nel documento firmato dal capitano Matarese. Oggi vi affidiamo la lettera di accompagnamento, invero decisamente esplicativa, che è stata allegata alla predetta relazione, che pubblicheremo integralmente nelle prossime edizioni del nostro giornale.

*******************

On.li Signori/re, Vogliate considerare la relazione in allegato, risultato di studi e professionalità nonché 26 anni di esperienza a mare di cui 15 da pilota, premetto che sono originaria di (Casamicciola Terme), nonostante la mia professione mi tiene distante dalla mia isola che amo e rispetto, al di la del sentimentalismo opinabile, nel rispetto di tutti i ruoli e soprattutto delle cariche con il solo scopo di preservare quello che rimane della nostra isola, vorrei poter fare le mie considerazioni tecniche del tutto incondizionate, nella speranza che lo stato emergenza abbia dato insegnamenti concreti su come intervenire nei vari settori per la ripresa e la messa in sicurezza completa del nostro piccolo paese e territorio, purtroppo non credo più dall’ esperienza personale vissuta per il terremoto 2017 su chi doveva fare e non ha fatto.

LA GRAVITA’ DI UN PORTO CHE RESTA INOPEROSO

La parte logistica trascurata soprattutto nella prima fase dell’emergenza ha già sottovalutato l’importanza fondamentale del porto di Casamicciola interdetto ad oggi a mezzo “stampa” (ufficialità mancante ordinanza) dagli approdi dei traghetti di linea, (interruzione di pubblica utilità). La priorità assoluta l’importanza dell’operatività dei porti dell’isola abbondantemente sottovalutati negli ultimi 50 anni hanno determinato le mie umili considerazioni. Un porto inoperoso oggi per un’isola significa a mio avviso mancata messa in sicurezza della montagna, nonché l’unica via di sfuggita da un paese ad alto rischio sismico, direte c’è il porto d’ ischia, non è messo meglio anzi e ricordo la viabilità è unica, quindi al di là delle risorse di chi fa cosa e come, è un intervento necessario indiscutibile inderogabile e soprattutto risolutivo dal punto di vista tecnico/operativo e di sicurezza dell’isola. I suggerimenti urgenti dei vari attori coinvolti al tavolo per il dragaggio che ho appreso negli ultimi giorni sono carenti della parte tecnica/operativa, i suggerimenti al vaglio vorrebbero trascurare la parte del porto turistico, oltre ad essere l’evidente prova che nulla si farà è anche un dispendio di risorse economiche pubbliche (poco importa), per non portare a nulla di risolutivo, l’intervento urgente ed i pescaggi che dovrà avere il porto non possono essere determinati ad intuito da una commissione che non tiene conto degli aspetti operativi di una nave le osservazioni superficiali riportate negli incontri sono carenti di elementi tecnici fondamentali per la determinazione del pescaggio, ad oggi senza un ordinanza di interdizione e/o pericoloso di conseguenza non vedo come si possa giustificare l’intervento della regione per i rilievi, (mi manca un passaggio) responsabile dell’aggiornamento e la comunicazione dei fondale all’IIM e dell’ente cartografico dello stato incaricato dell’aggiornamento delle carte nautiche, un esempio pratico ad oggi pianificare un viaggio per una qualsiasi imbarcazione con destinazione Casamicciola Terme raccoglie informazioni errate che potrebbero compromettere la sicurezza della navigazione.

Ads

COSI’ SI COMPROMETTE LA SICUREZZA DEGLI ORMEGGI

Ads

Nonostante la lacuna informativa ufficiale, continuano lo scalo l’aliscafo Snav e le “zattere” (traghetti)per il trasporto rifiuti, l’ingresso e l’uscita creano lo spostano di una massa di acqua ‘risacca’ sollecitando in maniera violenta ed anomala tutte le imbarcazioni compromettendo la sicurezza degli ormeggi, ovviamente imbarcazioni intese sempre come persone (ormeggiatori, proprietari di imbarcazioni, passanti che passeggiano lungo banchina)e non cose, esiste il buon senso l’arte marinaresca ma in questo caso non basta, fare un ordinanza ad hoc per l’ingresso in deroga con parametri precisi tenendo conto del basso fondale e dei danni che si possano arrecare, pur usando un approccio pragmatico comprensibile in parte, l’esigenza di non chiudere del tutto ma limitare, ordinare e prevenire sarebbe opportuno. Detto ciò la decisione di dragare solo l’area interessata al porto commerciale va esclusa, se ad oggi i fenomeni sono questi, con il dragaggio della sola parte commerciale nel momento di ingresso di un traghetto dislocante farebbe registrare danni enormi alle imbarcazioni e persone presenti nel porto turistico con contenziosi per la P.A. infiniti sia da parte dei concessionari del porto che dai proprietari delle imbarcazioni basta consultare le sentenze sull’argomento. La definizione di SICUREZZA DELLA NAVIGAZIONE E SALVAGUARDIA DELLA VITA UMANA IN MARE, va applicata non trascurando i principi fondamentali solo perché siamo su un’isola si è sempre fatto così e va bene, creare una struttura portuale FUNZIONALE deve essere vista come priorità/opportunità assoluta, l’arte di arrangiarsi per chi va per mare non può essere accettata, si parla di navi autonome e poi manca l’infrastruttura si parla di inquinamento ambientale poi ancora abbiamo porti inadeguati non in grado di rispettare tutte le normative vigenti.

IL DECALOGO DI CIO’ CHE OCCORRE PER DRAGARE

Tecnicamente sul sistema (dragaggi) sulla fattibilità dell’intervento nei tempi dichiarati a ”chiacchiere” ”purtroppo mi tocca dirlo non siamo in Cina ”: (esperienze pregresse vissute in prima persona nella parte operativa) Porto grande di Siracusa, porto turistico Xifonio Augusta insabbiamento porto di Pozzallo), vi elenco solo alcuni dei punti affinché si possa dragare:

organizzazione logistica ricollocamento delle imbarcazioni in altri porti e/o marine, Urgente coinvolgendo gli altri comuni (risorse economiche) mesi 1(sono fiduciosa) misurazione fondali con reticolato e sondaggio strumentale e mediante scandaglio manuale in contraddittorio mesi 1, Smontaggio di tutta la parte delle catenarie, pontili corpi morti e tutta l’attrezzatura impegnerebbe almeno due mesi con una squadra di sommozzatori specializzati; smontaggio corpo morto traghetto intervento già effettuato precedentemente. Ricerca immediata di una ditta che abbia tutte le attrezzature e la disponibilità per un sopralluogo tecnico in porto mesi 1 se disponibile attualmente in Italia ci sono diverse operazioni di dragaggio non credo sia facile immediato contenimento della sabbia fuori porto mediante uso di palancole per limitare ulteriormente di insabbiare l’imboccatura del porto fenomeno visibile senza alcuna attrezzatura sofisticata 1 settimana.

Il dragaggio a mezzo pontone e/o aspirazione si può fare e va fatto in tutto il porto le norme per la tutela ambientale ci sono il problema se dove portare il materiale dragato le opzioni sono 3 non si può sbagliare basta essere in grado di sfruttare al meglio tutto come previsto dalle normative vigenti. Per quanto riguarda inizio e fine dei lavori lavorando giorno e notte si può risolvere in due mesi senza nessun problema tecnico operativo da preventivare. La profondità prevista è meglio descritta nella relazione, di certo non è la media delle richieste dei vari attori (ovviamente maggiore è il pescaggio maggiore la sicurezza e la competitiva) deve essere tecnicamente studiato in base alla struttura preesistente se non si vuole far cadere del tutto la diga di sopraflutto, da tenere in considerazione che ad oggi il pescaggio non prevede l’ingresso di un rimorchiatore portuale mediamente con pescaggi di 4,5 mt, in caso di avaria/falla/incendio di qualche traghetto non si potrebbe intervenire per il rimorchio salvataggio etc.

Materiale dragato: riempimento in appositi casse di colmata come si fa ovunque, predisposti a levante sotto il pio monte della misericordia tratto di costa inutilizzato ed inutilizzabile per altri scopi a protezione e rinforzo della statale crollata perchè vuota, l’erosione delle pregresse mareggiate il passaggio di mezzi pesanti hanno contribuito, basi per un progetto futuro di ampliamento del porto messa in sicurezza strada principale= (sicurezza montagna)

Banchina di sopraflutto, controlli della struttura, interessata da diverse mareggiate negli ultimi 20 anni ed indubbia la sua consistenza strutturale durante l’operazione di dragaggio.

Analisi Arpac, tempi tecnici di laboratorio, sono fiduciosa che la nostra isola non sia inquinata (ci mancherebbe questo possiamo anche togliere il tappo).

Rimontaggio pontili, corpi morti, controllo batimetrico: mesi 2. Ovviamente sono stata abbastanza indicativa sottovalutando fattore meteo e esigenze di traffico commerciale data l’urgenza, dal 1 maggio mi sembra che la legge preveda la sospensione, visto che il porto è confinato si possono mettere in atto procedure antinquinamento esistenti per non espandere in mare aperto la macchia di fango che verrà a crearsi, azione che suggerisco di considerare al di là della stagione balneare. Questa è una parte indicativa dei tempi previsti, poi se l’intervento da attuare è solo per ”arrangiare” scrive sui giornali e arrancare allora ho dedicato il mio prezioso tempo a scrivere facendo perdere del prezioso tempo a chi legge.

Si dice che il tempo è denaro, benissimo, il tempo è passato ed il denaro non è arrivato, sono trascorsi ormai più di 2 mesi e nulla si è fatto eccetto che incaricare la Regione due mesi dopo di effettuare il controllo delle batimetrie del porto che con il fango anche mediante l’uso di attrezzature all’avanguardia sono poco attendibili (vedi pianc) il porto è completamente e visivamente insabbiato, le mie motivate osservazione da isolana sono solo per capire la volontà ed il potere di effettuare degli interventi risolutivi oppure tampone con conseguenze meglio esposte, la storia insegna vedi fano/tremestieri/tutti i porti medio piccoli dell’adriatico, l’insabbiamento del porto sarà propedeutico all’insabbiamento della burocrazia infinita 20 anni ancora lavori in corso, fino a che non succede l’irreparabile (vedi torre piloti Genova) considerata la fase emergenziale e l’intervento urgente da eseguire, l’isola gli ischitani non meritano la superficialità, confido sempre nelle istituzioni affinché si faccia il possibile per riaprire e ripartire. Tutto quanto sopra riportato scusandomi di aver usato un linguaggio diretto poco politico lo riconosco, a volte un po’ sarcastico, senza voler intenzionalmente offendere ne ledere la professionalità altrui sempre con spirito collaborativo a supporto delle istituzioni. Ringraziando per l’attenzione,

CAP. TERESA MATARESE

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Controllare Anche
Chiudi
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex