LA RIFLESSIONE Un Papa per ogni singolo popolo o paese

DI ANNA DI MEGLIO COPERTINO
Questo papa americano non è semplicemente un papa per gli americani,affinché essi capiscano qualcosa che sfugga loro. No. Né è un papa per un qualsiasi singolo popolo o paese. È un contraltare ( sarebbe proprio il caso di dire) in termini geopolitici. La necessità di compensare una deriva che non è causata solo dall’America, ma che l’America ha accelerato, spostando pericolosamente gli assetti ideologici in qualche modo dati per assodati. Crea un ponte, compiacendo l’orgoglio americano, anche trumpiano, ma, al tempo stesso, contrapponendogli valori civili ed etici, sinodali ed affratellanti, che l’America stessa sta sconfessando, vistosamente e scandalosamente e grossolanamente con Trump, ma in maniera comunque chiara già da tempo, soprattutto in campo di conflitti internazionali.
Prevost ha esordito all’insegna di “pace”, “perdono”, unione, riconoscendo i passi compiuti da Francesco, non amato, anzi avversato da Trump. Questo non ne fa un suo seguace. Ma di certo avrebbe potuto, volendo, date le sue risorse intellettive ed esperienziali, scegliere un approccio diverso o più apertamente conservatore o dottrinario. Invece non lo ha fatto. Un papa americano, ma multietnico, che in modo non rivoluzionario, ma dialogante, colto, ma non distante, moderato, ma non vile, potrebbe rafforzare quella dimensione che l’Occidente aveva come visione di sé e sta smarrendo, compiendo il passo decisivo verso l’apertura globale, senza pregiudiziali estreme.