CRONACA

La Rita, nuovo sopralluogo: per l’alveo è corsa contro il tempo

Ieri mattina l’articolata ispezione delle strutture termali che sorgono lungo il canale nevralgico per l’assetto idrogeologico a cavallo tra Casamicciola e Lacco Ameno

Un lungo sopralluogo nelle strutture ancora rimaste in piedi dopo il crollo del mese scorso. Ieri mattina il sindaco di Casamicciola Giovan Battista Castagna, insieme al presidente del Consiglio comunale Nunzia Piro e ad alcuni tecnici e funzionari comunali, ha eseguito l’ispezione delle strutture termali situate in località La Rita, proprio nell’alveo principale della zona, laddove le macerie di uno degli edifici, crollato nella notte tra il 12 e il 13 febbraio, ha pericolosamente ostruito il sottostante alveo. Il sopralluogo è arrivato a un giorno di distanza dal termine entro cui i titolari delle strutture termali hanno dovuto produrre tutta la documentazione necessaria a dimostrare la legittimità delle costruzioni. L’ispezione è durata circa due ore, e ha interessato anche l’interno, ancora accessibile, di uno degli edifici, e le aree circostanti, dove ancora giacciono i detriti della struttura crollata, che ostruiscono anche il passaggio sulla strada verso la zona a valle, dove sorgono anche alcune abitazioni, e dove l’alveo si restringe al confine con il Comune di Lacco Ameno.

Come si ricorderà, la Protezione civile e lo Staff del Piano di ricostruzione della Regione Campania avevano fatto sapere che, eseguire gli interventi urgenti per ripristinare la funzionalità idraulica del canale con la rimozione dei materiali derivanti dal crollo dell’edificio, la stessa Protezione civile potrebbe avere la necessità di abbattere oppure di puntellare le parti di edificio instabili e che si rendano necessari per accedere in sicurezza all’area del crollo. E visto il valore storico e culturale di tutta la zona destinata alle terme per l’esistenza di fonti naturali in concessione mineraria, e con le attività di pianificazione post sisma ancora pendenti pure in relazione ai vincoli esistenti per il sito di interesse, i proprietari delle strutture erano stati invitati a fornire al Comune ogni atto utile, documento, fotografia, attestante la pre-esistenza degli immobili.

La Protezione civile è chiamata a mettere in sicurezza l’alveo ostruito dal crollo di uno stabilimento avvenuto nella notte tra il 12 e il 13 febbraio scorso

Alcuni di essi hanno così prodotto atti ma anche leggi e fotografie comprovanti tale legittimità, come ad esempio il Regio decreto 314 del 1912, dunque poco tempo dopo la disastrosa alluvione del 1910, il quale prevedeva la concessione di mutui per la ricostruzione o il ripristino degli stabilimenti termali danneggiati. Le istanze dovevano essere trasmesse dal sindaco e validate dal Prefetto. Secondo i titolari, se fosse mancata la preventiva autorizzazione del Genio civile, non sarebbe mai stata rilasciata l’autorizzazione all’apertura. Una norma addirittura anteriore il Rd 523/1904 consentiva le opere sugli alvei, anche se soggette a speciale autorizzazione.

La circostanza è d’interesse in quanto vista la congenita criticità idrogeologica della zona, alcuni degli enti coinvolti nei tavoli tecnici delle scorse settimane avevano paventato una difficoltà a riconfermare la possibilità a ripristinare gli stabilimenti sull’alveo oggetto del crollo. Il passo successivo è la redazione dello “stato di consistenza”, poi bisognerà passare all’azione, perché nonostante la questione relativa al destino degli stabilimenti, resta prioritaria la messa in sicurezza dell’alveo, tuttora ostruito dai detriti e fonte di pericolo in caso di condizioni meteo sfavorevoli, non solo per il territorio casamicciolese ma anche per quello sottostante, ricadente nel comune di Lacco Ameno. In poche ore andranno sciolti tutti i nodi, a partire dal sito di deposito delle macerie e dall’immediato ripristino del passaggio delle acque, che comunque continuano a scorrere nell’alveo tra i detriti. Dopo aver dato parola agli atti, ora servono i fatti.

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Foto Franco Trani

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