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La rivincita di Castagna: «Abbiamo dato risposte, ora tocca anche agli altri»

CASAMICCIOLA TERME. Cominciamo dalla battuta scontata di Salvini di ieri: «Sette mesi dal sisma senza che si sia mosso nulla». Potremmo precisare questa frase, nel senso che a questo punto Casamicciola e Lacco Ameno le risposte le attendono lontano dall’isola..

«È una battuta che ha un senso nell’ottica della fase di ricostruzione. Per quanto riguarda l’emergenza noi ce la stiamo mettendo tutta. Anzi, va ringraziato prima di tutto Borrelli: anche il Capo della Protezione civile ci sta mettendo il cuore in questa vicenda. La gente adesso vuole risposte chiare. Stiamo attendendo i risultati degli studi sismici dell’Ingv e del Cnr, che da gennaio stanno slittando di mese in mese. Dobbiamo capire come impostare la ricostruzione non soltanto dal punto di vista eminentemente tecnico-costruttivo, ma anche in relazione a tante altre problematiche che si trascinano da vari anni..».

Perché nel caso di Ischia la nomina del commissario alla Ricostruzione non è stata contestuale a quella del Commissario all’emergenza come è avvenuto in molti altri casi? Vi siete fatti questa domanda, e quale risposta vi siete dati?

«Nel Centro-Italia è avvenuta una nomina contemporanea, ma anche lì non mi sembra che tutto fili liscio. Il governo ha stanziato fondi per mettere in sicurezza le strade, spesso per rendere raggiungibili zone che non sono state colpite dal sisma. Tuttavia verrebbe da domandarsi se questi soldi non sarebbe stato meglio spenderli per demolire e ricostruire, dando immediatamente ai cittadini la certezza della ricostruzione. Tuttavia a livello normativo le linee-guida sono queste: pensare al primo soccorso, all’emergenza e all’assistenza, e solo dopo pensare alla ricostruzione. Ecco, proprio queste procedure previste dalla legge secondo me andrebbero riviste».

L’amministrazione è finita sul “banco degli imputati” in particolare quando, nell’imminenza del terremoto, per una serie di opere ha adottato il criterio delle cosiddette “somme urgenze”. A distanza di mesi, Lei rifarebbe quella scelta anche alla luce di eventi successivi, come ad esempio le spese sostenute a Lacco Ameno per le attività svolte dai Vigili del Fuoco?

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«La rifarei, anche pensando all’aspetto economico-finanziario a cui ha fatto riferimento: a conti fatti la nostra scelta è stata più economica di quella di Lacco Ameno. Sono i numeri a dirlo. Alcuni personaggi di piccolo spessore mi accusarono per quella scelta, aggiungendovi la scontata osservazione che le strutture di puntellamento sono brutte a vedersi, ma di fatto in tal modo abbiamo dato ai cittadini la possibilità di usufruire del ristoro che arriverà in fase di ricostruzione e di poter attendere l’esito della domanda di condono già da tempo avanzata».

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Capitolo Cas. Si è provveduto a saldare il contributo di autonoma sistemazione a coloro che non lo avevano ancora ricevuto con l’ultimo stanziamento di 450mila euro.

«Innanzitutto devo ringraziare coloro che si sono occupati di tali pratiche, tra cui anche quelle  dieci nuove unità che abbiamo assunto proprio per fronteggiare l’emergenza. Anche molti tra coloro che hanno criticato i presunti ritardi dell’azione amministrativa, ora si sono resi conto che alcuni tempi sono incomprimibili. Liquidare ad esempio il Cas a una famiglia che abita in un complesso con numerosi appartamenti non era una cosa semplice. C’è quindi tutto un problema relativo all’incrocio dei dati con quelli delle schede Aedes. Nonostante il fatto che le dimensioni del dramma sismico siano molto più ampie a Casamicciola che a Lacco e Forio, noi siamo comunque molto più avanti sia con la liquidazione che con l’istruttoria delle pratiche. La nostra commissione, avendo già superato alcuni ostacoli, è diventata un punto di riferimento per le altre, alle quali abbiamo dato una mano. Abbiamo vinto lo scetticismo di chi credeva che i fondi del Cas non sarebbero mai arrivati ai cittadini. Ho preteso controlli costanti su ogni procedura, anche a costo di inviare preventivamente alla Guardia di Finanza certe pratiche “sospette”, per evitare che qualche malaugurato errore involontario gettasse fango su tutto il resto del duro lavoro sin qui fatto e sull’intera comunità.  Errori ci sono stati, e il commissario Grimaldi ce li ha fatti giustamente notare e correggere, ma è sbagliato accusare di malafede l’intera amministrazione».

È giusto dire che sulle scuole si poteva fare qualcosa di più? L’assenza di studenti (e genitori) sul territorio ha avuto anche un impatto sull’economia locale. Oppure Lei pensa che le cose non potevano che andare così?

«Io dico che sul tema-scuole l’amministrazione ha compiuto un miracolo. Molte persone anche in questo caso hanno parlato a sproposito: le critiche sono state espresse quasi esclusivamente in maniera strumentale, per mettere in cattiva luce l’amministrazione, magari anche con l’intento di farla cadere. Ho avuto la netta impressione che alcuni aspettassero il classico passo falso per costringermi alle dimissioni. Tuttavia io non ho paura di “tornare a casa”, ma piuttosto mi preoccupo di “come” ci vado. Una cosa è dimettersi a causa della mancanza di fiducia da parte della maggioranza, che è una circostanza direi naturale, di natura politica, che va accettata. Altra cosa è essere costretto alle dimissioni per accuse puramente strumentali, e devo purtroppo riconoscere che alcuni sono riusciti a rivolgere contro di me una parte dei genitori, in maniera appunto strumentale, mettendo in cattiva luce gran parte dell’amministrazione, come se questa non avesse attenzione per il problema scolastico. Cosa assolutamente falsa: anzi, fummo i primi a renderci conto della gravità del problema. A fine agosto fui proprio io a mettere in piedi la prima riunione con tutti i dirigenti scolastici, insieme alla dottoressa Franzese, presso il Capricho  di Piazza Marina, e fui io stesso a sostenere la necessità dei famosi “moduli” per fronteggiare l’emergenza scolastica vista l’imminenza dell’inizio delle lezioni, e la necessità di mettere mano a lavori di ripristino con numerose problematiche tecniche e burocratiche».

È vera la notizia secondo cui si va verso una ricomposizione dello “strappo” tra Comune e Curia per l’asilo della Sentinella?

«Anche in questo caso è stata fatta molta confusione. Io non ho requisito quell’immobile per chissà quali interessi reconditi dei componenti dell’amministrazione, ma l’ho fatto perché in quel plesso devono essere accolti anche i bambini dell’asilo, così come devono essere ospitati i ragazzi diversamente abili per le loro attività terapeutiche. Del resto in un’occasione pubblica io mi complimentai col Vescovo per aver consentito di svolgere tali attività in quella struttura. Tuttavia il terremoto è arrivato non solo per Casamicciola, ma per tutta l’isola e tutti i bambini, quindi ritengo giusto che quella struttura sia utilizzata sia dai bambini dell’asilo sia dai bambini diversamente abili. Credo che una delle pagine più brutte di questo terremoto sia stata proprio questa contesa: non mi aspettavo il ricorso. Spero che quanto prima possiamo mettere la parola fine a questa situazione. È vero che la Curia è stata vicina all’amministrazione, ma è vero anche il contrario, come abbiamo dimostrato in varie occasioni».

Passiamo a questioni più “politiche”. In giunta ora c’è una casella da riempire. Ci sono novità?

«La casella da riempire è stata causata da una situazione purtroppo molto delicata. La dottoressa Miragliuolo è un’ottima assessore, e con le sue dimissioni ho dovuto registrare una pesante perdita pensando al suo importante contributo, che in parte comunque ella sta ancora dando, pur non trovandosi in condizioni ottimali. Sono certo infatti che avrebbe potuto dare molto di più».

Si pensa a una quota rosa o a un rimescolamento delle carte?

«Non si tratta soltanto di riempire un casella, visto che la dottoressa Miragliuolo ha rimesso la delega non per scelta politica ma per cause di forza maggiore, circostanza che dobbiamo tenere nel dovuto conto, così come dobbiamo tener presente che, a un anno e mezzo dalle elezioni, tutte le persone dell’amministrazione che mi onoro di rappresentare abbiano il giusto riconoscimento per l’impegno profuso».

Quanto la “intriga” l’ipotesi di Domenico De Siano come Commissario alla Ricostruzione?

«Molto. Conosco Domenico De Siano da una vita, non soltanto per la sua lunga carriera politica, ma anche per un legame affettivo (c’è persino una lontana parentela). È una persona pratica: conoscendolo, credo che in quel ruolo aiuterebbe concretamente i Comuni di Casamicciola e Lacco Ameno, ma anche di contribuire a risolvere i problemi che affliggono l’isola da vari anni. De Siano costituisce dunque una carta importante da giocarsi politicamente al momento opportuno».

Nel 2019 ci sono le elezioni a Casamicciola. Cosa farà Giovan Battista Castagna?

«La candidatura non deve essere imposta. Inutile porre diktat del tipo “O io o niente”, come ha anche ricordato lo stesso Salvini. Uno diventa sindaco non per diritto acquisito. Credo che una mia capacità sia quella di portare avanti e valorizzare i talenti dei vari componenti della mia squadra.  Un “padre di famiglia” non deve accentrare tutto su di sé, altrimenti nel momento in cui egli viene a mancare crollerà tutta la famiglia. Ho cercato di trasmettere il messaggio che Casamicciola non ha alcun bisogno di litigi di bassa lega come quelli che in precedenza fiorivano, e che hanno frenato il nostro Comune, lasciandolo al palo mentre gli altri Comuni progredivano. Ho sempre cercato di far comprendere che la maturità politica sta in questo, cioè nel capire le problematiche del territorio e della gente, e cercare le soluzioni. In questo è fondamentale ascoltare anche coloro che stanno al di fuori dell’amministrazione e della maggioranza».

Francesco Ferrandino

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