CULTURA & SOCIETA'

La rottura dei “carusielli” nel giorno dell’Epifania e della Santa Infanzia: parrocchie e famiglie sull’isola mobilitate nel segno del Giubileo della Speranza voluto da Papa Francesco

Un tradizionale ed atteso rito sempre attuale per la solidarietà e la speranza rivolte alla storica “Santa Infanza” / Il protagonista della storia a Ischia è lui, don Liberto Morelli classe 1901 e scomparso nel gennaio dell’80. Raccolse il messaggio vaticano già diffuso con Papa Eugenio Pacelli (Pio XII) e da tutta l’Azione Cattolica dei passati anni ’50, ed ottenne dal Vescovo di Ischia mons. Ernesto De Laurentiis nel 1952 l’investitura di delegato diocesano della sant’infanzia su tutto il territorio dell’isola. In quella veste spinse ed incrementò l’opera missionaria in favore dei bambini bisognosi di tutto il mondo, coinvolgendo le famiglie ischitane ed i loro figliuoli nelle cui menti inculca il valore della rottura degli storici “carusielli” di terra cotta già in uso prima e , diventati subito simboli di una genuina gara di solidarietà che non conosce tramonto.

Le parrocchie ad essere più presenti per la tradizionale rottura degli storici “carusielli”, ossia i classici salvadanai della Santa Infanzia diocesana sull’ sola, , sono quella del Buon Pastore di Via Leonardo Mazzella ad Ischia del Parroco don Antonio Angiolini e quella di San Antuono-San Domenico col parroco Don Giuseppe Nicolella. Di solito superano i cento nelle due parro0cchie i bambini con qualche adulto nello spaccare i tradizionali “carusielli” di terracotta riducendoli in più pezzi con la fuoriuscita delle monetine in essi contenute. Quando si ritrovano i bambini nell’ atteso rito con il carusiello tenuto tretto fra le mani, per loro e per padri e mamme che li accompagnano, è sempre una bella festa in cui si dà spazio anche ad alcuni sorteggi con ricchi premi consegnati ai ragazzi felici di riceverli. Mattatori indiscussi e sempre disponibili i parroci Don Antonio Angiolini e Don Giuseppe Nicolella che partecipando alla festa in prima persona garantiscono il successo del pomeriggio festivo. Le altre 24 parrocchie della diocesi isolana, l’ una dopo l’altra, con i vari parroci D0n Pasquale Trani, Don Gioacchino Castaldi, Don Marco Trani, Don Cristian Solmonese, Don Emanuel Monte ed altri, si stanno togliendo il pensiero, programmando nei tempi propizi, la propria cerimonia della rottura dei salvadanai con i bambini protagonisti in assoluto dell’intramontabile rito.

IL CARUSIELLO IN ROSA E DECORATO

La rottura dei “carusiello” è una seguita tradizione che si consuma ogni anno all’interno di ciascuna singola comunità parrocchiale e si aggancia per spirito cristiano e solidale alla Sant’Infanzia nell’ambito delle iniziative della chiesa cattoliche a favore dei bimbi bisognosi del cosiddetto terzo mondo e non solo. I Parroci guidano quella che è stata sempre definita la “crociata della solidarietà” , ma che oggi, con il nuovo Giubileo di Papa Francesco, cambia denominazione ed assume per logica, il più significativo nome di “crociata della Speranza” dopo qauello passato della Misericordia, proprio come il messaggio giubilare trasmesso a tutto il popolo cristiano. L’isola d’Ischia in merito per il passato ed il presente vanta sempre primati notevoli, distinguendosi almeno fra le diocesi della Campania sempre nelle prime posizioni nelle graduatorie ufficiali in fatto di contributi elargiti per la buona causa. La rottura dei carusielli” in stretto legame con l’organizzazione mondiale della Sant’Infanzia, rappresenta più di una buona causa. Per questo, i parroci invogliano le famiglie della propria comunità parrocchiale a prestare fede oggi meglio di ieri al papale concetto della misericordia solidale ed a rendersi utili in tutte le circostanze che lo richiedono. I bambini sono educati a questo tipo di gesto missionario perché è stato fatto capire loro che il sostanzioso contenuto del proprio salvadanaio “gestito” per un anno intero con costanza e amore sarà destinato a sfamare e vestire bambini propri coetanei e giù di lì, di un mondo lontano, ma anche vicino per effetto della preghiera ed il pensiero di aver fatto qualcosa di buono per loro. La storia passata della Sant’infanzia legata alla tradizionale rottura dei salvadanai sull’isola d’Ischia, ha un protagonista. Si tratta di colui che, raccogliendo il messaggio vaticano già diffuso con Papa Eugenio Pacelli (Pio XII) e da tutta L’Azione Cattolica dei passati anni ’50, ed ottenendo dal Vescovo di Ischia nel 1952 l’investitura di delegato diocesano della Sant’Infanzia su tutto il territorio dell’isola, spinse ed incrementò l’opera missionaria in favore dei bambini bisognosi di tutto il mondo, coinvolgendo le famiglie ischitane ed i loro figliuoli. A questi si chiedeva semplicemente di mettere da parte una moneta al giorno conservandola in un contenitore, da aprirsi subito dopo l’epifania per donare il contenuto alla buona causa dei bambini bisognosi sparsi per il mondo.

Quel personaggio, instancabile apostolo della buona causa per i bambini bisognosi, era un sacerdote molto in vista del clero locale degli anni ’40, ’50 e ’60. Il suo nome era Don Liberto Morelli del Centro Storico di Ischia Ponte e canonico primicerio della locale , classe 7 gennaio 1901 e scomparso il 12 settembre 1980. Don Liberato era soprattutto l’animatore dei giovani ischitani del tempo iscritti all’Azione Cattolica nelle varie parrocchie della diocesi isolana con la promozione ed il sostegno di iniziative sociali memorabili che partivano dalla famiglia, passavano per gli stessi “suoi” giovani, fino ai bambini nella significativa età adolescenziale coinvolgendoli in un disegno di preparazione spirituale che partiva dal basso fino al gradino della loro prima comunione. Poi il coinvolgimento nelle operazioni della Sant’Infanzia a cui Don Liberato riusciva a dare anima e corpo. La rottura dei “carusielli” o salvadanai fu un punto fermo nell’azione di recupero delle coscienze cristiane del popolo cattolico locale con la giusta e contenuta pressione sulle famiglie perché educassero i propri figli a risparmiare il soldino quotidiano nell’arco di un anno per donarlo, dopo l’epifania, ai quei bambini come loro, ma molto più bisognosi, per sopravvivere. Un fine nobile che trovò accoglienza incondizionata ed entusiastica, tanto che la Sant’Infanzia ischitana di Don Liberato Morelli bene si sposò con la candida passione dei bambini delle parrocchie dell’isola a partecipare col proprio salvadanaio riempito di tutte quelle monete risparmiate per amore della solidarietà e degli aiuti concreti, al terzo mondo povero.

Fotoricerca di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

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