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La scoperta degli ischitani…..

Di Mauro Iovino

“Il buio sui trasporti marittimi” così abbiamo titolato in copertina il giorno dell’antivigilia di Natale in merito a quanto accaduto sul versante marittimo dei trasporti. Ciò perché nella giornata del 22 scorso è accaduto qualcosa che non era mai accaduto prima: biglietterie a Napoli chiuse per protesta, passeggeri costretti a consegnare i propri documenti di identità al personale di bordo della Caremar e a scendere a Procida per pagare i biglietti. Ovviamente ritardi negli arrivi delle navi da record. In quelle ore sono stati tanti i residenti che ci hanno chiamato in redazione e altrettanti quelli che hanno ‘denunciato’ la propria esperienza sul proprio profilo facebook. Tutti a chiedere: ma come è possibile? Come mai? Perché nessuno interviene?

Insomma, scusate la franchezza, ma gli ischitani hanno scoperto l’acqua calda!

Molti di questi interlocutori non sapevano neanche che la Caremar è stata privatizzata! Ovviamente una persona che non legge mai il giornale locale (la maggior parte di questi, con atteggiamento da radical chic, asserisce di non seguire la stampa locale ma di leggere solo il Corriere della Sera o Repubblica, ma se davvero fosse così le vendite di questi due quotidiani non sarebbero così esigue visto che noi i dati delle vendite li conosciamo bene e per questo possiamo asserire a gran voce che il primo quotidiano dell’isola era Il Golfo e resta Il Golfo, nonostante i tentativi di imitazione o la realizzazione di costosi e dispendiosi ‘panini’ che non hanno portato i frutti sperati, lasciando la premiership delle vendite a questo quotidiano!), ebbene dicevo: una persona che non si informa e che si diletta a perdere gran parte del suo tempo libero a cazzeggiare su facebook finisce col trovarsi al porto senza possibilità di tornare a casa e solo allora scopre che il mondo è cambiato!

Fatta questa breve, ma doverosa, digressione torniamo al punto di partenza: allo scontro in atto tra il concessionario e il management della nuova Caremar. Mentre prima la società conferiva una percentuale dell’8,50 % a biglietto al concessionario ora i vertici della Snav-Rifim hanno proposto un taglio del 50%. Un dato di fatto è che da quando la Caremar ha cambiato proprietà sono iniziate proteste, scioperi e scontri di cifre. Ovviamente il privato intende risparmiare e le controparti rimanere salde rispetto a posizioni conquistate negli anni. Ma può una società privata come la Snav-Rifim che gestisce la compagnia a fronte di un finanziamento regionale di 7 milioni di euro annui (14 miliardi delle vecchie lire) comportarsi come una mera società privata che non beneficia di alcun contributo statale o regionale? Ho fatto la stessa considerazione a chi è vicino alla società privata e questi nonostante tutto ciò ha continuato a difendere i vertici societari asserendo che “la Regione sborsa 7 milioni di finanziamento all’anno perché siano garantite corse di servizio pubblico, il costo del biglietto calmierato e non aumentato, le corse svolte come da orario e non solo quando i traghetti riempiti ecc.ecc.”; in sintesi: il privato si prende il finanziamento regionale ma continua ad attuare una politica di tagli e non lamentatevi perché diversamente potrebbe essere peggio. Questi son ragionamenti da liberismo economico, di sopraffazione selvaggia del profitto sui servizi. E il principio della continuità territoriale? Questi signori vogliono dirci a chiare lettere che è un lusso abitare sulle isole e che diversamente dobbiamo sloggiare e andare a vivere altrove? Ci sono principi costituzionalmente garantiti che sono in pericolo grazie alla politica liberista del Partito Democratico che si è berlusconizzato con la guida di Matteo Renzi. Che iattura soffrire la presenza di Berlusconi per 20 anni e poi trovarsi nel partito – fintamente – avverso uno peggio di lui! L’Italia non ha purtroppo anticorpi nell’immediato per reagire a tale sistema ma non possiamo tacere e soffrire e per questo a fronte di tale azione del privato si dovrebbe registrare un intervento, un duro intervento della Politica, dei sindaci che unitariamente dovrebbero scendere in campo con un documento congiunto da inviare al presidente della Regione, Vincenzo De Luca che dovrebbe tirare per le orecchie il management Caremar e ricordargli che 7 milioni di euro all’anno non sono bruscolini e non sono spiccioli. Invece, oggi continua questa indecorosa telenovela dalla convocazione e poi ‘sconvocazione’ della Commissione Trasporti della Regione Campania. La Commissione non è certamente la panacea di tutti i mali, ma è senza dubbio la sede dove affrontare politicamente i problemi di un servizio essenziale per una comunità. Il tutto avviene nel silenzio degli amministratori locali e anche dei rappresentanti dell’isola che siedono nel Consiglio regionale. È forse il momento di un risveglio civile, a piccoli passi si possono ottenere grandi risultati: ogni cittadino deve fare la sua parte, essere elemento di pressione sul proprio consigliere e sindaco di riferimento (almeno per una volta per una causa comune e non solo per gli affari propri) e tutti i sindaci in modo unitario devono fare pressioni sulla Regione. Solo così potremo difendere i nostri diritti, la nostra continuità territoriale. Diversamente: lamentarsi dal molo Beverello o da Calata Porto di Massa e poi dimenticare tutto una volta attraccati al porto di Ischia non porterà benefici ma costituirà un’azione suicida. Uomo avvisato mezzo salvato…!

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mauroilgolfo@gmail.com

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