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La scutigera: un “alieno” in casa

I miriapodi (parola derivata dall’unione dei termini greci miria- e -pous, letteralmente “miriade di piedi”) sono animali molto comuni in tutto il globo e sono distinti in chilopodi (i cosiddetti “centopiedi”) e diplopodi (“millepiedi”), a seconda del paio di zampe per segmenti che possiedono (1 solo i chilopodi, 2 i diplopodi). Anche Ischia ne è piena, come potete facilmente osservare stando tranquillamente a casa e osservando i vostri muri: a dimostrazione di ciò, chi vi scrive ha in questo momento un piccolo diplopode dell’ordine Julida (i “millepiedi neri comuni”, per intenderci) sopra il soffitto beatamente raggomitolato.

Sebbene sia spesso difficile distinguere le specie tra di loro, uno dei più tipici e facilmente riconoscibili miriapodi italiani è un abitante fisso delle zone umide delle nostre case: si tratta di Scutigera coleoptrata, detto anche semplicemente scutigera, il cui nome è derivato dalle parole latine scutum e ger, “portatrice di scudo”. Si tratta dell’unica specie del genere Scutigera presente in Italia: le altre 28 sono perlopiù dislocate nei tropici. Nonostante si tratti di una specie di origine mediterranea, essa si è diffusa a livello globale, con segnalazioni nel continente americano, in Asia, nel resto d’Europa, Africa centromeridionale, Australia e Nuova Zelanda. È di colore grigio giallastro con tre bande bluastre che gli percorrono il corpo, possiede 15 paia di zampe da adulto (un paio per segmento, quindi è un centopiedi) ed occhi molto larghi se posti in paragone alla sua taglia. Può arrivare fino a 3 centimetri e mezzo di lunghezza contando solo il corpo e fino ai 10 centimetri se sono incluse nella misura anche le lunghissime antenne e l’ultimo paio di zampe; quest’ultimo può raggiungere come lunghezza quasi il doppio del corpo nelle femmine. Grazie alle sue zampe riesce a correre molto bene, quasi raggiungendo la velocità di mezzo metro al secondo. Essendo specie da ambiente umido, d’autunno potrete vedere diversi individui mentre corrono arrampicandosi da un muro all’altro cercando rifugio, mentre il massimo della loro attività è osservabile in primavera.

La scutigera è una specialista nel nutrirsi di altri artropodi che abitano nelle nostre case. Tra di essi si annoverano, a mo’ di esempio: ragni; falene; formiche; larve di coleottero, come ad esempio il coleottero dei tappeti Anthrenus verbasci, mosche e moscerini (anche le loro larve), come ad esempio il moscerino della frutta Drosophila melanogaster; la cimice dei letti Cimex lectularius; termiti; altri miriapodi; scarafaggi; il pesciolino d’argento Lepisma saccharina e il pesciolino delle case Thermobia domestica. Può anche nutrirsi di chiocciole. Per nutrirsi di questi animali inietta un veleno tramite delle zampe modificate dette forcipule (tipiche dei centopiedi) poste vicino alle mandibole, pungendoli con esse e uccidendoli. Per trovare le prede, essendo specie notturna, si affida perlopiù alle antenne piuttosto che agli occhi (sebbene utilizzi quest’ultimi più di altri centopiedi). Le antenne sono sensibili sia a stimoli olfattivi che tattili. Presa la preda (o le prede, dato che è capace di “tenere a bada” più animali contemporaneamente) successivamente ad un vero e proprio agguato saltandole addosso, la trattiene tramite le sue mandibole e le sue zampe. In caso di tentata predazione riesce a staccarsi delle zampe dal corpo per tentare la fuga.

Sebbene possieda un veleno, la scutigera raramente attacca l’uomo e preferisce darsi alla fuga, correndo via molto velocemente. Inoltre le sue forcipule non riescono a penetrare facilmente la pelle umana, essendo strutture alquanto delicate. Nel caso in cui le forcipule della scutigera riescano a penetrare la pelle, gli effetti sono simili a quelli di una puntura di ape, con rossore e gonfiore della zona colpita. In caso di infestazione da scutigere sono presenti diversi prodotti per abbatterle, oppure si può cercare di eliminare le cause di essa (come ad esempio eliminando possibili rifugi come possono essere delle crepe o dei buchi oppure cercando di togliere di mezzo le loro fonti di cibo se possibile o ancora riducendo l’umidità della casa tramite deumidificatori). In genere però, per la loro capacità di ridurre il numero di animali infestanti delle case come possono essere gli scarafaggi, è preferibile lasciare andare questi animali, seppure il loro aspetto “alieno” possa farli sembrare alquanto temibili e pericolosi. Inoltre la presenza di molti individui può significare anche che ci sta abbondanza di cibo e dato gli animali di cui si ciba sarebbe meglio controllare cosa li ha attirati!

*BsC in STeNa e specializzando in Scienze della Natura presso “La Sapienza” di Roma

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