La stagione degli incendi mette in ginocchio l’isola

L’imponente rogo che ha devastato la vegetazione di Stavia, a Piedimonte, è solo l’ultimo episodio di una lunga catena di eventi falcidia il territorio. La matrice? Sempre dolosa

Ogni estate la stessa storia. Ettari ed ettari di bosco e macchia mediterranea vanno in fumo. In poche ore il patrimonio arboreo dell’isola d’Ischia viene falcidiato dalle fiamme che non di rado lambiscono anche le abitazioni. Una triste consuetudine che va avanti da decenni. Quest’anno ad aprire le danze delle fiamme ci ha pensato Monte Vezzi, la collina tristemente nota per la frana del 2006. Primo focolaio partito al crepuscolo e in poche decine di minuti le fiamme hanno divorato buona parte della collina. Poi, sempre ad agosto, è toccato a Santa Maria a Monte, che ancora oggi mostra profonde cicatrici dell’incendio di inizio agosto che ne ha distrutto buona parte degli alberi che ne decoravano la facciata.

E poi di nuovo versante baranese con colonne di fumo e scoppiettio di canne ad accompagnare le fiamme che si sono propagate nella frazione di Chiummano. E poi ancora Stavia, l’incendio più duro da combattere di tutti che ha consumato preziosa vegetazione per tutta la notte del 22, disegnando inquietanti cerchi di fuoco ai piedi della Madonnina posizionata sulla cima e che di incendi, negli ultimi anni ne ha visti davvero tanti. Decisamente troppi.

Le fiamme riescono a muoversi velocemente a causa della massiccia presenza di sterpaglie e altra vegetazione spontanea che copre le porzioni di spazio che un tempo era dedicato alla coltivazione. Perché, inutile girarci intorno, se ci fosse maggiore pulizia molti fenomeni incendiari non si presenterebbero affatto. A pagarne le conseguenze, piuttosto, sono come al solito gli appezzamenti di terra che coltivano e crescono con grande sacrifici i preziosi frutti che la terra ischitana regala con grande generosità.

L’ORIGINE DEGLI INCENDI? DOLOSA E ORGANIZZATA DA SQUADRE DI PIROMANI

Dopo anni e anni di episodi ormai il quadro è chiaro. Gli incendi sono sistematicamente provocati dalla mano dell’uomo. Fiamme prodotte da fenomeni di combustione naturale sono davvero rari. La presenza invece di inneschi di zolfo, individuati dai Vigili del Fuoco sui luoghi del misfatto, toglie ogni dubbio sull’origine delle fiamme. Il fuoco è appiccato in diversi punti, in zone strategiche, nelle giornate particolarmente ventose e in luoghi difficili da raggiungere. Tutti indizi che fanno pensare a gruppi di persone del posto, che conoscono bene il territorio e sanno arrivare con facilità nelle zone strategiche dove il fuoco può facilmente propagarsi. Testimoni oculari, inoltre, hanno spesso evidenziato la presenza di numerose luci prima dello scoppio degli incendi, luci di torce, non poche che conferma l’azione di gruppo.

PERCHE’ APPICCANO GLI INCENDI? NESSUN FINE UTILITARISTICO, PURA PIROMANIA

Cosa spinga le persone ad appiccare il fuoco sull’isola non è semplice da capire. Ormai è risaputo che la legge impedisce qualsiasi tipo di attività nei luoghi dove sono stati appiccati incendi e le zone prese di mira sono inadatte anche per eventuali costruzioni abusive. Difficile pensare anche all’azione di bracconieri. Non resta che pensare a persone che traggono piacere nel vedere divampare le fiamme e che per raggiungere il proprio scopo si organizzano non lasciando nulla al caso.

SOLUZIONI: SQUADRE DI VIGILANZA NOTTURNA E VASCHE D’ACQUA AI CONFINI TRA COMUNI

Non è un caso che la maggior parte degli incendi vengano appiccati di notte. Le tenebre facilitano i movimenti notturni dei pirormani e in più buona parte delle squadre di avvistamento incendi che operano durante il giorno operano solo fino alle 19.00. Dopo questo orario sull’isola i presidi contro gli incendi calano in maniera sensibile. C’è l’associazione Forio C.B., che si è battuta fianco a fianco con i vigili del fuoco per domare le fiamme di Stavia, e gli uomini dei vigili del fuoco. Pompieri che tra l’altro, se impegnati in massa a cercare di spegnere gli incendi periodici che avvengono sull’isola, diminuiscono sensibilmente la presenza di personale pronto a risolvere eventuali altri problemi. Quando c’è un incendio in corso si rischia grosso. Se dovesse avvenire qualche altro evento che necessita l’intervento dei pompieri le cose potrebbero davvero diventare difficili per un’isola che nonostante in estate ospita decine di migliaia di turisti, non viene adeguatamente servita. Soluzioni? Un presidio dei vigili del fuoco anche sul versante di Forio, con camionette pronte ad agire non appena arriva ai centralini la segnalazione di un’emergenza. Attualmente se un incendio o qualsiasi tipo di problema colpisce Serrara Fontana o Forio le camionette dei pompieri devono sempre partire dalla caserma di Ischia, prolungando notevolmente i tempi di intervento. Servirebbe poi che le amministrazioni si prendano carico di realizzare, magari al confine tra un comune e l’altro, vasche d’acqua dolce, posizionate in zone dove gli elicotteri possono arrivare con estrema facilità. I motivi? l’acqua salata che spesso i mezzi volanti utilizzano per spegnere gli incendi è devastante per le coltivazioni, una vera iattura per quegli agricoltori che hanno curato per mesi viti e terreni e si vedono distruggere il lavoro di mesi da una pioggia di acqua salata.

LA REGIONE RAFFORZI I CONTROLLI NOTTURNI

La maggior parte degli incendi avviene di notte. Le squadre della protezione civile dovrebbero rimanere, magari in torrette di avvistamento, a presidiare il territorio anche nelle ore tarde della sera, momento in cui è più facile che i piromani agiscano. Riuscire a individuare un incendio nelle sue primissiem fasi di sviluppo è fondamenale per spegnarlo prima che divampi violentemente.

Foto Giorgio Di Iorio

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