POLITICAPRIMO PIANO

La “stoccata” di Bonavitacola: Sul condono si è fatta troppa ipocrisia

Lunga e inedita intervista de Il Golfo al vicepresidente della giunta regionale della Campania. Un lungo excursus nel quale vengono trattati anche temi delicati e attuali quali covid, boom turistico nella stagione 2021, dissesto idrogeologico e ricostruzione post sisma

Volevamo partire da quello che è stato il riscontro sulla vaccinazione di massa che sicuramente a Ischia ha funzionato perché i numeri dicono che rispetto al 2020 gli afflussi sono stati tanti, anzi a un certo punto anche troppi perché nel week-end ferragostano si era stimato che sull’isola ci fossero addirittura 280000 presenze stanziali. Insomma, l’intuizione di De Luca e della Regione si è rivelata fondata e lo dicono i numeri

«Devo dire che in questo boom di presenze ha influito anche qualche congiuntura che ha giocato a favore, va riconosciuto con onestà. La limitazione dei flussi extra-regionali e anche extra-nazionali ha favorito le località maggiormente attrattive e le isole del golfo di Napoli, Ischia in particolare, ne hanno conseguenzialmente beneficiato. Mi permetto di dire con altrettanto convincimento che il messaggio lanciato dal presidente De Luca per tutelare le isole del golfo, e quindi in primo luogo l’isola d’Ischia, ha avuto un effetto mediatico importante. Ha richiamato l’attenzione generale su questa grande risorsa naturale, storica, culturale, paesaggistica rappresentata da Ischia unicamente alle altre isole del golfo ed è stato quindi un segnale in qualche modo rassicurante, una sorta di spot volto a lanciare il messaggio volto a dire ‘venite perché ci stiamo organizzando e stiamo dando priorità alla tutela di questo settore strategico della nostra economia che è il turismo’. Ricorderete sicuramente che all’inizio De Luca fu aggredito perché non seguiva la trafila dell’età e delle regole nazionali, mentre poi tutti quanti si sono resi conto che quella era, invece, una linea giusta perché il turismo, ahimè, finché non lo destagionalizziamo, obiettivo strategico e di grande politica economica, si concentra in alcuni mesi e quando saltano quei mesi, salta l’intera stagione».

«Abusi e condoni? Purtroppo viviamo nel paese dell’ipocrisia e ciascuno di fronte a un problema preferisce lavarsene le mani e girarsi dall’altra parte. Il governo nazionale impugnò davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale e, ahimè, la Corte l’ha annullata. Io credo che sia stato un grave errore e dobbiamo trovare il modo per riprendere un ragionamento virtuoso»

Ha fatto due considerazioni interessanti: Innanzitutto, c’era un problema sanitario sulle isole per il numero degli ospedali e poi ha toccato un punto sul quale, almeno a Ischia, si discute da decenni, ovvero la destagionalizzazione. Come è possibile che non si riesce a metterla in pratica in una località che pure ha una grande risorsa che si chiama terme?

«Esatto, mi ha anticipato la password di questo tema che sono le terme. Le stesse terme che hanno grandissime proprietà terapeutiche e salutari per il benessere fisico e psicologico delle persone. Dobbiamo lavorare molto su questo, mettendo in rete tutto il sistema della ricettività alberghiera, extra-alberghiera e delle strutture termali. Bisogna creare anche un sistema di eventi culturali con itinerari anche importanti divisi tra le località più prestigiose dal punto di vista storico-architettonico che sull’isola non mancano. Occorre mettere in atto una politica di marketing territoriale integrato. Solo in questo modo possiamo dare un contributo a giungere a questa famosa destagionalizzazione».

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Ischia e tante località della Campania hanno questa doppia faccia: belle e incantevoli da un lato e straordinariamente fragili da un altro. Il dissesto idrogeologico è uno di quei temi di cui si parla troppo poco e per giunta solo quando accadono cose spiacevoli. Posso chiederle qual è l’impegno della regione?

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«Sembra una regola universale che la bellezza sia accompagnata dalla fragilità e naturalmente noi dobbiamo fare i conti con il mondo che sta cambiando. I fenomeni calamitosi, ma anche quelli che una volta erano definiti straordinari, come la concentrazione delle piogge in un arco di tempo molto ristretto che determina uno stress di tutti i canali e sistemi di convogliamento delle acque, diventeranno eventi ordinari con i cambiamenti climatici in corso. Purtroppo il nostro sistema di convogliamento delle acque, soprattutto quelle meteoriche che provengono dai versanti di monte e che nei secoli hanno trovato i loro camminamenti attraverso valloni e canali, non sono preparati a questi eventi straordinari. C’è quindi un’azione soprattutto sul fronte della prevenzione che è molto importante. I temi della difesa idrogeologica e della prevenzione devono essere fondamentali sia con i fondi del PNRR, sia con i fondi statali e strutturali, ma anche con il nuovo ciclo di programmazione dei fondi europei 2021-2027. Negli anni scorsi mi è anche capitato di polemizzare con la cabina di governo quando io insistevo sulla manutenzione. Mi veniva detto che le spese di investimento devono essere per nuove opere e non per la manutenzione. Io rispondevo che quello che conta è l’obiettivo, ovvero mettere in sicurezza il territorio. Se la messa in sicurezza significa manutenere, vuol dire che dobbiamo fare la manutenzione senza per questo dover realizzare necessariamwente nuove opere».

«Fin dall’inizio il terremoto di Ischia è stato trattato come un terremoto minore ed è stato ingiustamente penalizzato anche nell’attenzione del governo e del parlamento. Questo lo dobbiamo dire con chiarezza. Si è confuso il percorso di ricostruzione dei singoli edifici con la necessità, inizialmente negata, di un organico piano di ricostruzione»

Oltre alle tante tragedie, posso chiederle quale lezione lascia la pandemia anche dalle parti di casa nostra. Quale insegnamento ci dà?

«Qui ci allarghiamo a riflessioni quasi esistenziali. Per mantenerci a un dato più concreto credo che la prima lezione della pandemia è stata quella di porci dinanzi al senso del limite. Con la pandemia è stato scoperchiata la pentola della nostra fragilità come sistema, come pianeta, come comunità umana. Un nemico oscuro, impercettibile e invisibile all’occhio umano ha messo in ginocchio intere nazioni per periodi molto lunghi. Ora solo grazie al vaccino ne stiamo venendo fuori. L’insegnamento, però, è che dobbiamo avere la percezione della misura perché non siamo onnipotenti. Dobbiamo fare tesoro anche dei tanti errori commessi negli anni passati, avere una maggiore cura dell’ambiente e del paesaggio. In questo caso da politico, mi permetto di dire che la pandemia ci ha insegnato che è importante chi scegli e a chi affidi le chiavi del tuo comune, della tua città, della tua regione o del tuo paese perché chi metti in quei posti decide di cose che riguardano anche della tua vita e della tua famiglia. Questo è un insegnamento importante».

Parliamo della ricostruzione post-sisma senza scendere nei dettagli tecnici che, tranne che ai diretti interessati e che non sono pochi, potrebbero risultare di difficile comprensione. In questo momento c’è un doppio binario. Da una parte la regione che dovrebbe prendere il timone delle operazioni e dall’altra il commissariato per la ricostruzione. Le chiedo se e come si fa sintesi, sempre che si debba fare questa sintesi.

«Si deve fare assolutamente una sintesi. Fin dall’inizio il terremoto di Ischia è stato trattato come un terremoto minore ed è stato ingiustamente penalizzato anche nell’attenzione del governo e del parlamento. Questo lo dobbiamo dire con chiarezza. Si è confuso il percorso di ricostruzione dei singoli edifici con la necessità, inizialmente negata, di un organico piano di ricostruzione. Non possiamo ricostruire tutto così come era e dove era prima. L’obiettivo è quello di avere un piano di ricostruzione e come regione Campania abbiamo insistito molto per avere una legge nazionale. Ci siamo riusciti soltanto nel dicembre del 2019. Poi, c’è stato il covid e questo ha determinato dei notevoli, ma comprensibili ritardi».

E adesso?

«Adesso abbiamo ripreso questo lavoro e proprio poco prima del periodo di vacanza di Ferragosto è stato presentato preliminare del piano di ricostruzione. Noi su questo preliminare abbiamo avuto un confronto con i sindaci, con il commissario, con la Soprintendenza. Adesso il piano deve diventare un vero e proprio piano di ricostruzione. È importante perché attraverso questo strumento noi andiamo a definire esattamente dove si ricostruisce, dove non si ricostruisce e come si ricostruisce. Diamo così una risposta in termini diversi all’annoso problema del condono. Qui c’è una norma sbagliata della legge nazionale che è stata modificata su nostra iniziativa, ma che ancora non ci soddisfa del tutto. In un primo momento era stato escluso che gli immobili condonati danneggiati dal sisma nonostante il condono, potessero avere il buono contributo per la ricostruzione. Ciò è una follia. Hanno corretto questa assurdità e adesso mantengono il divieto nel caso di abbattimento e ricostruzione che è un’altra assurdità perché se io devo abbattere e ricostruire devo avere il buono contributo alla stregua di chi, invece, deve solo ristrutturare. Su questo dovremmo, quindi, continuare a fare un’iniziativa sul piano legislativo. Col piano avremmo un quadro di riferimento che servirà anche per l’esame delle pratiche di condono. Nel momento in cui avremo una sagoma plano-volumetrica ben definita, quando chiedo il condono non significa che io devo ottenere il condono di quell’abuso nella sua conformazione fisica attuale. Chiedo, invece, la sanatoria di una volumetria che poi vado a risagomare e a ricollocare secondo le previsioni del piano. Ecco, il nuovo rapporto, anche culturalmente innovativo sul piano giuridico-disciplinare, per superare la diatriba ‘condono si, condono no’. La Soprintendenza, va detto, si è dimostrata molto interessata a questo ragionamento».

«L’isola e la destagionalizzazione? Esiste un attrattore chiamato Terme: bisogna mettere in rete il sistema della ricettività alberghiera, extra-alberghiera e delle strutture termali. Bisogna creare un sistema di eventi culturali con itinerari anche importanti divisi tra le località più prestigiose dal punto di vista storico-architettonico e mettere in atto una politica di marketing territoriale integrato»

Restando sulla stessa falsa riga, parliamo anche della questione degli abusi edilizi e della famosa storia degli abusi di necessità. In molti sostengono che, non da oggi, la regione spesso se ne lavi le mani su questo o che cerchi di svicolare. Con la sincerità e la schiettezza che le sono proverbiali, posso chiederle la sua?

«Facciamo una precisazione: la materia del condono e materia di legge statale. La regione può regolare esclusivamente l’accelerazione delle procedure, ma non può entrare nel merito della disciplina di ciò che è condonabile e di ciò che non è condonabile. Noi avevamo approvato una legge regionale molto seria e, a seguito di questa legge, avevamo approvato un regolamento a servizio dei comuni che esprimeva questo concetto: quando l’immobile non è sanabile, esiste una norma statale che consente che non si abbatte, ma che viene acquisito al patrimonio pubblico e viene dato in destinazione eventualmente anche in utilizzo alle famiglie che lo hanno realizzato per motivi di necessità. Ciò non vuol dire condonare o sanare. Questa è semplicemente una misura di utilizzo diversa dall’abbattimento perché molto spesso l’abbattimento, soprattutto quando riguarda patrimoni consistenti, comporta delle criticità notevoli sia sociali per quanto riguarda il tema dei senzatetto che ne consegue, sia ambientale perché bisogna portare a discarica quantitativi e volumetrie inerti derivanti da demolizione molto rilevanti con costi non sostenibili. Naturalmente questa nostra previsione escludeva la possibilità di non abbattere, prevedeva l’abbattimento di immobili che erano in zone a rischio sismico, a rischio idrogeologico o con particolari pregi paesaggistici. Una norma di ragionevolezza. Però…»

«Ischia da sempre è la bellezza campana. Rappresenta la sintesi di tutto il bello che c’è nella nostra regione che è la più bella del mondo. Racchiude in sé il paesaggio, l’ambiente, il calore delle persone e la tradizione enogastronomica. Insomma, qui c’è tutto il bello possibile»

Però?

«Purtroppo viviamo nel paese dell’ipocrisia e ciascuno di fronte a un problema preferisce lavarsene le mani e girarsi dall’altra parte. Il governo nazionale impugnò davanti alla Corte Costituzionale questa legge regionale e, ahimè, la Corte l’ha annullata. Io credo che sia stato un grave errore e dobbiamo trovare il modo per riprendere questo ragionamento perché secondo me è una strada da percorrere. A questo, poi, va aggiunto un rigore e un’inflessibilità contro gli abusi. Accanto a questa legge regionale, noi avevamo accompagnato una proposta di legge nazionale per inasprire il regime sanzionatorio. Ad esempio: cancellazione dagli albi professionali dei tecnici che si sono resi responsabili di consulenze per la realizzazione di immobili abusivi o cancellazione dall’albo dei costruttori che potevano avere appalti pubblici per imprese che si erano impegnate in lavori di costruzioni abusive o, ancora, un sistema sanzionatorio anche a livello penale. Insomma, avevamo accompagnato una norma di ragionevolezza con un inasprimento delle norme sanzionatorie. Purtroppo, finché in questo paese va avanti l’ipocrisia i problemi non si risolvono».

Un’ultima battuta che non ha niente a che fare con la politica. Che cos’è per lei Ischia?

«Ischia da sempre è la bellezza campana. Rappresenta la sintesi di tutto il bello che c’è nella nostra regione che è la più bella del mondo. Racchiude in sé il paesaggio, l’ambiente, il calore delle persone e la tradizione enogastronomica. Insomma, qui c’è tutto il bello possibile».

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Francesco

Ottimo articolo ipocrisia del governo sul
condono.complimenti.

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